Madonna con il Bambino angeli e santi di Piero di Cosimo

Piero di Cosimo: Madonna con il Bambino angeli e santi

Piero di Cosimo: Madonna con il Bambino angeli e santi
Piero di Cosimo: Madonna con il Bambino angeli e santi, cm. 203 x 197, Galleria dello Spedale degli Innocenti, Firenze.

Sull’opera: “Madonna con il Bambino angeli e santi”, o “Nozze mistiche di Santa Caterina”, è un dipinto di Piero di Cosimo (Piero di Lorenzo), realizzato con tecnica a olio su tavola tra il 1488 ed il 1500, misura 203 x 197 cm. ed è custodito nella Galleria dello Spedale degli Innocenti a Firenze. 

Le figure intorno alla Madonna con il Bambino sono quelle degli angeli e dei santi Caterina d’Alessandria, Rosa da Viterbo Pietro e Giovanni Evangelista.

In precedenza la tavola si trovava nella cappella della famiglia Del Pugliese, ove vi rimase fino al 1786.

 II Vasari scriveva che: “….. era molto amico di Piero lo Spedalingo degli Innocenti, e volendo far fare una tavola che andava all’entrata della chiesa a man manca alla cappella Del Pugliese, l’allogò a Piero, il quale a suo agio la condusse al fine; ma prima fece disperare lo Spedalingo, che non ci fu mai ordine che la vedesse se non finita; e quanto ciò gli paresse strano e per l’amicizia e per il sovvenirlo tutto il dì di denari, e non vedere quel che si faceva, egli stesso io dimostrò, che all’ultima paga non gliela voleva dare se non vedeva l’opera. Ma minacciato da Piero che guasterebbe quel che aveva fatto, fu forzato dargli il resto, e con maggior collera che prima, aver pazienza che la mettesse su: ed in questa sono veramente assai cose buone”.

Quando l’opera venne rimossa dalla cappella per il rifacimento della chiesa, fu portata nel quartiere dello Spedalingo. Diversi studiosi, tra cui il Cavalcaselle (1866), hanno criticato Piero per aver ripetuto ed enfatizzato elementi stilistici di Filippino Lippi (Prato, 1457 – Firenze, 1504), mentre altri, insieme ad Haberfeld (1900), hanno disapprovato le espressioni e gli atteggiamenti delle figure, considerando l’opera “greve, pesante, superficiale”. Adolfo Venturi, addirittura, (1911) parla di “deleteri” influssi della pittura naturalistica fiamminga, mentre  Langton Douglas (1946) indica il dipinto come tedioso, poco ispirato e troppo convenzionale.

Tuttavia gran parte della critica e degli stessi studiosi che hanno fortemente abbassato il pregio qualitativo della presente tavola, sono concordi nell’ammettere che si tratta di uno dei più grandi capolavori di Piero.

Per quanto riguarda la cronologia della tavola, un sicuro “post quem” è costituito dall’anno 1488, che si ricava da documentazioni certe relative agli ornamenti della chiesa degli innocenti, indicanti come la stessa chiesa fosse “ancora spoglia d’ornamenti” quando vi fu alloggiata la pala del Ghirlandaio.

Il periodo della realizzazione viene tradizionalmente contenuto tra il 1488 e il 1500.

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