La parabola dei ciechi di Pieter Bruegel

Pieter Bruegel: La parabola dei ciechi

Pieter Bruegel: La parabola dei ciechi
Pieter Bruegel: La parabola dei ciechi, cm. 86 x 154, Gallerie Nazionali di Capodimonte. (Particolare di un cieco)

Sull’opera: “La parabola dei ciechi” è un dipinto autografo di Pieter Bruegel, realizzato con tecnica a tempera su tela nel 1568, misura 86 x 154 cm. ed è custodito nelle Gallerie Nazionali di Capodimonte. 

Il tema della tela in esame, firmata e datata nella zona in basso – verso sinistra – con la scritta “BRVEGEL M.D.LX.VIII”, è tratto dal Vangelo secondo Matteo (XV 14) e dal Vangelo secondo Luca (VI 39): “se un cieco guida un altro cieco, entrambi cadono in qualche fosso”, ovvero, ciò che il Bruegel ha voluto descrivere nella presente composizione e, ancor più fedelmente, in un disegno (1562), oggi custodito nelle raccolte Berlinesi, dove compaiono due soli ciechi.

Del dipinto ha parlato il Dvoràk, secondo il quale la paesaggistica — nonostante la schiettezza fiamminga — ha forti richiami alla pittura veneziana del periodo 1510-20 (si veda l’ “Amor sacro e amor profano” di Tiziano, custodito nella Galleria Borghese a Roma). Il critico, inoltre, mette in evidenza la composizione con il “Giudizio Universale” di Michelangelo, indicandola priva di tono eroico: “In qualche posto alcuni poveri ciechi sono vittime di un incidente; nessuno gli baderà -,. la vita della natura e la vita dell’uomo proseguono, come se una foglia e nient’altro fosse caduta dall’albero … Questo stoicismo, questo senso della fatalità è tra i più importanti fattori del manierismo nordico: nei Ciechi si perpetua in modo indimenticabile quanto, dopo Montaìgne, ha occupato tutti gli spiriti più eletti”.

La stesura cromatica del dipinto è alquanto sottile ed in molte zone si notano sofferenze del pigmento e cadute del colore, soprattutto nella parte centrale, dove si rivela il supporto.

A proposito di ciò, Hulin de Loo metteva in evidenza, che l’impiego della tempera — causa principale delle cattive condizioni — conferì monumentalità alla composizione, precisando anche che tale esecuzione avvenne con un “pennelleggiare secco, a tratti in croce” conforme allo stile dell’incisione.

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