Il Decadentismo

Nei primi decenni dell’Ottocento assistiamo alla crisi dell’uomo letterato che avverte il fallimento dei propri riferimenti di guida – baluardi inattaccabili del periodo romantico – e la decadenza delle risorse di difesa contro il nuovo male sociale. Esso si sente solo e non gli rimane che ripiegasi in se stesso, facendosi protagonista di esperienze ove diventa la “vittima” principale per la sua incapacità di esprimersi e di impegnarsi in una società in forte cambiamento. Gli intellettuali e gli artisti, in genere, perdono così la fiducia nella propria ragione e si lasciano trasportare in un mondo incomprensibile, sentendo il peso della propria sconfitta.

Il Decadentismo, che nacque come corrente letteraria contrapposta alla filosofia del Positivismo (movimento filosofico e culturale con idee generalmente riferite all’esaltazione del progresso e della scienza) ed alla razionalità naturalistica, si ampliò più tardi in una forma di cultura e civiltà artistico-letteraria vera e propria.

La pittura del Decadentismo si integrò con quella dei pittori simbolisti che operavano nel periodo tra la fine dell’Ottocento ed i primi decenni del Novecento. Questi ultimi si esprimevano attraverso la rappresentazione simbolica delle immagini, utilizzando pregiate forme e prediligendo generalmente soggetti strani e artificiosi.

Il Decadentismo comprende – e generalmente corrisponde a – quelle correnti che nelle varie nazioni assunsero nomi diversi, come lo Stile Floreale in Italia, L’Art Nouveau e Simbolismo in Francia, il Jugendstil in Germania, il Modern Style in Gran Bretagna, la Secessione in Austria, il Modernismo spagnolo in Spagna (si veda il movimento), il Liberty in più nazioni, compresa la nostra, ecc …

Il movimento nacque a Parigi negli ultimi decenni dell’Ottocento nei più disparati locali della città, frequentati da giovani artisti di ogni genere (pittori, scultori, musicisti poeti …) che volevano mettersi in evidenza proponendo nuove creazioni artistiche, perlopiù stravaganti, con l’obiettivo di stupefare il pubblico.

Secondo alcuni studiosi, il termine Decadentismo deriverebbe dall’opera “Languore” di Verlaine: “Io sono l’Impero alla fine della decadenza, che guarda passare i grandi Barbari bianchi componendo acrostici indolenti in aureo stile in cui danza il languore del sole …….”.

In origine la parola “Decadente”, infatti, aveva un significato negativo e contrastava principalmente i letterati, che generalmente rappresentavano il turbamento delle coscienze di fronte al continuo abbattimento dei valori di fine Ottocento: i conflitti di classe, gli sconvolgenti effetti collaterali dello sfrenato sviluppo industriale, la degenerazione degli ideali romantici ed il nuovo profilarsi degli imperialismi.

Il termine “Decadenza”, tra l’altro, dava effettivamente l’idea di una società in fase di sgretolamento, ormai prossima allo scoppio della Grande Guerra.

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