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Watteau: La famiglia di Mezzettino

Breve biografia di Jean-Antoine Watteau

Breve biografia di Jean-Antoine Watteau (Valenciennes 1684 – Paris 1721)

Pagine collegate all’artista:  Le opere di Watteau – Il periodo artistico di Watteau

La famiglia di Mezzettino
Jean-Antoine Watteau: La famiglia di Mezzettino

Nel suo periodo di permanenza parigina, ad iniziare dal 1702, Watteau si allontana dal “gran gusto” degli artisti alle dipendenze di Luigi XIV e si ispira ai grandi esponenti che hanno fatto il Seicento olandese e fiammingo, senza tralasciare Callot (Nancy, 1592 – Nancy, 1635).

Inserisce la tematica delle “feste galanti” che poi aiuterà molto lo sviluppo del movimento Rocaille.

Nel 1717 presenta all’Accademia “l’imbarco per Citera”, una delle opere più famose e allo stesso tempo più imperscrutabili di tutto il secolo.

Feste veneziane, cm. 56 x 46, anno 1719, National Gallery of Scotland, Edimburgo.
Jean-Antoine Watteau: Feste veneziane, cm. 56 x 46, anno 1719, National Gallery of Scotland, Edimburgo.

La sua visione del mondo come teatro naturale e della società – vivace per la creatività, per l’attenzione sui piccoli elementi caratterizzanti il realismo e per la ricchezza della composizione – lo porta a conquistare un cromatismo quasi surreale.

Il teatro gli ispira “Amore” al teatro francese, “Amore” al teatro italiano, contenuti nei quali dipinge una leggera realtà fatta di sembianze mutevoli, impeti irreali, pose improvvise, con una gamma cromatica che diventa magica grazie alla ricchezza di luce.

L’avventuriera, cm. 20 x 24, anno 1716, Musée des Beaux Arts, Troyes
Jean-Antoine Watteau: L’avventuriera, cm. 20 x 24, anno 1716, Musée des Beaux Arts, Troyes

Nei temi della pittura di genere lo studio dei maestri nordici è impoverita nei valori, mentre la miseria continua ad essere concepita con una malinconia e una grazia enigmatiche.

Artista di grande percettività e di gusto raffinato Watteau serba, anche per questo, intenti in ombra ed un’indefinibile molteplicità di segni che fanno dei suoi quadri un’inaccessibile fantasmagoria, serena e triste, dolce e distaccata, testimonianza della complessità del secolo.

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