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Rousseau il Doganiere: Pantera assalita da un leone, cm. 113,5 x 160, Metropolitan Museum, New York.

Biografia di Henry Rousseau detto il Doganiere

Biografia di Henry Rousseau il Doganiere: Henry Julien Felix Rousseau detto il Doganiere (Laval, Mayenne 1844 – Parigi 1910)

Pagine correlate all’artista: Le opere – Il periodo artistico – I Nabis – La critica.

Vita artistica Rousseau il  Doganiere

Foto di Henry Rousseau il Doganiere
Foto di Rousseau il doganiere

Nella cittadina francese di Laval (sul fiume Mayenne) Julien Rousseau, commerciante di ferramenta e lattoniere, e la consorte Eleanor Guyard, il ventuno maggio 1844, annunciano felici la nascita del loro caro Henry Julien Fèlix.

Dopo un’infanzia ed un’adolescenza non troppo facili, segnate da ostili difficoltà economiche, Henry, diciannovenne, si arruola volontario nell’esercito francese presso il Distretto di Augers per sfuggire alla casa di correzione cui lo avrebbe destinato la giustizia, in seguito ad un furto di pochi franchi messo in atto in uno studio ai danni di un avvocato.

Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1868, si trasferisce a Parigi e lavora come segretario presso lo studio di un ufficiale giudiziario.

Nel 1869 si unisce in matrimonio con la giovanissima (diciotto anni) Clemence Boitard e, nello stesso periodo, viene richiamato alle armi e arruolato come soldato semplice per combattere nella guerra del 1870 contro la Prussia; per sua fortuna viene subito rilasciato perché orfano.

Nel 1871 entra come gabelliere, ossia provvede alle riscossioni, negli uffici comunali del Dazio e non della Dogana, come si sarebbe indotti a pensare dall’errato suggerimento della derivazione del suo impreciso soprannome  di   “Doganiere”. In questo lavoro, il futuro artista, si intratterrà sino al 1993.

Più o meno è durante gli anni intorno al 1870 che Rousseau, autodidatta, inizia a dipingere, avvalendosi soprattutto degli utili consigli che riceve da due rinomati pittori accademici: Felix- August Clement e Jean-Leon Gerome.

Rousseau il Doganiere: Paesaggio col mulino di Alfort
Rousseau il Doganiere: Paesaggio col mulino di Alfort

Henry espone per la prima volta i suoi quadri nel grande Salone degli Champs-Elysee ma, deluso dalla stroncatura della critica, nel 1884, dopo essere stato rifiutato dal “Salon Ufficiel”, si iscrive alla “Societè des Artistes Indipendants”. Questa è una associazione appena nata alla quale parteciperà regolarmente negli anni seguenti, eccetto interruzioni dal 1895 al 1900, e nel periodo compreso tra il 1905 ed il 1907 quando partecipa al “Salon d’Automne”.

Opere di questa fase artistica sono: “Paesaggio invernale con episodio bellico” e “Paesaggio con mulino e carretto” .

Rousseau il Doganiere: Sera di Carnevale
Rousseau il Doganiere: Sera di Carnevale

Tra i soggetti di questi anni, ricorrono soventi, paesaggi fantastici popolati di personaggi in costume, come mostrano: “Sera di carnevale” del 1886 (Filadelfia, Musem of Art), vedute di Parigi, tipo: “L’Isola di Saint-Louise vista dal porto di Saint-Nicolas” del 1888 o i “Giocatori di palla ovale” (New York, Museo Guggenheim).

Dal 1890, Rousseau inizia a presentare dipinti nei quali prevalgono vedute di foreste rigogliose ben presto definiti: “ritratti- paesaggi”, con le famose scene delle “jungle”, dove l’artista riesce a cogliere il senso netto dell’armonia con la natura mescolando in un intrico di organismi vegetali un’interposizione di figure, quasi sempre immerse in atmosfere di sogno.

Rousseau: Pantera assalita da un leone
Rousseau: Pantera assalita da un leone

Tra queste ricordiamo: “Sorpresa” del 1891 (Londra, National Gallery), “Il leone affamato” del 1905 (Londra, collezione privata) e “L’incantatrice di serpenti” del 1907 (Parigi, Museè d’Orsay”), dove la foltissima e lussureggiante vegetazione tropicale nasconde, isolate figure umane insieme ad animali feroci.

Come si può ben vedere in opere come la “Giungla con i fenicotteri” (New York, Collezione Payson), le qualità evocative e fantastiche raggiungono i massimi effetti di suggestione per le visioni esotiche. E non a caso ci fu chi ammise che le ispirazioni maggiori per questo genere creativo, il pittore le abbia tratte nel 1867 dai racconti dei militari reduci dalla campagna francese in Messico, a sostegno dell’Imperatore Massimiliano. Per altri, invece, fu più opportuno ammettere che tali dipinti, erano influenzati dalla moda dell’esotico che interessò, per esempio, la pittura di Eugene Delacroix (Clarenton- Saint- Maurice 1798 – Parigi 1863), di Jean-Auguste-Dominique Ingres (Montauban 1780 – Parigi 1867) e dalla tendenza alle origini primitive di cui fu massimo interprete Paul Gauguin (Parigi 1848 – Atuana Hiva-Oa, Isole Marchesi 1903).

Il Doganiere: Ritratto di Pierre Loti
Il Doganiere: Ritratto di Pierre Loti

Il “Ritratto di Pierre Loti” del 1891 (Zurigo, Kunsthaus), “Ritratto di donna” del 1895 (Parigi, Museo del Louvre) e “La musa ispira il poeta” in due versioni: quella del 1908 (Mosca, Museo Puskin) e quella del 1909 (Basilea, Kunstmuseum), sono opere, del di cui genere, l’artista francese si ritenne inventore.

Tra i maggiori capolavori del “Doganiere” spicca l’allegorico “La guerra” del 1894 (Parigi, Museè d’Orsay) in cui una ragazza, dall’aspetto prettamente selvaggio, con una falce incendiaria in una mano  ed una spada sguainata  nell’altra, cavalca un cavallo nero in mezzo ad una landa desolata cosparsa di personaggi feriti e di cadaveri.

Molto amata dagli ammiratori del surreale è inoltre: “La zingara addormentata” del 1897 (New York, Museum of Modern Art), raffigurante una donna che riposa in un desolato deserto dall’aspetto quasi  lunare, mentre un leone, pare  osservarla incuriosito.

“Il sogno”, del 1910 (New York, Museum of Modern Art), è una grande tela interamente invasa da una straripante vegetazione equatoriale, nella quale una donna giace nuda sopra un divano, circondata da belve feroci che appaiono come sospese in un’attesa silenziosa. Completa il dipinto un’inquietante figura umana.

Altro capolavoro del 1910 è “Giungla con donna su un divano e suonatore” (New York, Museum of Modern Art).

Durante la sua vita Henry Rousseau non raggiunse mai alta notorietà né ebbe riconoscimenti ufficiali.

La pittura del “Doganiere”, ingenua ed incolta solo in apparenza, iniziò con lentezza, ma pian piano, si avviò a rappresentare sempre più il significato di una cultura figurativa nell’avanguardia francese.

I primi convinti riconoscimenti gli giungono da Guillaume Apollinaire (Roma 1880 – Parigi 1918), da Robert Delaunay (Parigi 1885 – Montpellier 1941), da Georges Braque (Argentuil- sur-Seine 1882- Parigi 1963), da Paul Gauguin (v. s.) e da Pablo Picasso (Malaga 1881 – Mougin-Cannes 1973). La frequentazione di questi grandi artisti lo rivela al pubblico e segna l’inizio della sua fortuna. Rousseau si diletta anche con lo stile cubista.

Nel 1907, pieno di debiti, il “Doganiere” viene arrestato e condannato a due anni di carcere con il beneficio della condizionale per una truffa da lui commessa ai danni della Banca di Francia. Scarcerato, seppur ancora in difficoltà economiche, continua con la sua passione per l’arte pittorica, dipingendo con estremo impegno sino ai suoi ultimi giorni di vita. La morte lo raggiunge a Parigi, il due settembre del 1910.

Dopo la sua scomparsa – per fortuna – gli studiosi di Storia dell’arte gli hanno ampiamente reso giustizia, considerandolo, a ragione, come il primo ed il più autentico interprete dello stile naïf della pittura moderna.

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