“Crocifisso con i busti di Maria e San Giovanni Evangelista” di Simone Martini

Simone Martini: Crocifisso con i busti di Maria e San Giovanni Evangelista

Simone Martini: Crocifisso
Crocifisso, cm. 164 x 147, Chiesa della Misericordia, San Casciano

      Sull’opera: “Crocifisso con i busti di Maria e San Giovanni Evangelista” è un dipinto autografo di Simone Martini, realizzato con tecnica a tempera su tavola nel 1321-1325, misura 164 x 147 cm. ed è custodito nella Chiesa della Misericordia a San Casciano.

Del Crocifisso in esame, non si sapeva nulla fino al 1916, anno in cui il De Nicola (“A”, 1916), in relazione a confronti stilistici con il Cristo del “Polittico di Pisa” (Museo di San Matteo, Pisa) e del “Polittico Orsini” (Musée Royal des Beaux arts di Anversa), l’assegnò a Simone Martini.

L’opera fu trovata immune da ridipinture e da reatauri, facilitando così le dovute analisi che portarono all piena approvazione autografica: infatti nel 1934 Van Marle vedeva la figura di San Giovanni Evangelista “soprattutto significativa” e la sua stesura pittorica come “la futura maniera linearistica di Simone”.

Anche il De Rinaidis (1936) entrò in pieno accordo con i due studiosi, in quanto rilevava forti attinenze tra la figura della Maria dolente e la Madonna dei Polittici di Boston e di Orvieto (presi in esame nelle pagine seguenti) Inoltre leggeva nel San Giovanni Evangelista un palese preannuncio delle pitture di San Martino, nella “Rinuncia alle armi” ad Assisi, e del “San Giovanni Evangelista” (Barber Institute of Fine Arts di Birmingham).

Altri studiosi come Mason Perkins nel 1937 (che ipotizzava aiuti), il Coletti (1946) e il Toesca (1951, che giudicava autografa solo la figura del Cristo) non accettavano di buon grado tale attribuzione.

Si pensa che l’opera non poté essere realizzata su commissione della chiesa della Misericordia, perché questa fu fondata nel 1335, col il nominativo di Santa Maria al Prato, dai frati di Santa Maria Novella, appartenenti all’ordine domenicano. A questo riguardo, il De Nicola ipotizzò la provenienza (non certo quella di origine) da questo convento domenicano, ma senza scartare quella del Palazzo Pubblico di Siena, identificando allora – ma senza chiaramente esporne le ragioni – il presente crocifisso con quello realizzato nel 1321 da Simone (con la collaborazione degli artisti di bottega) per l’altare della cappella dei Nove (opera andata perduta).

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