La Pietà (Uffizi) del Perugino

Il Perugino: La Pietà (Uffizi)

Il Perugino: La Pietà (Uffizi)
Pietà, cm. 168 x 176, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Sull’opera: “Pietà” è un dipinto autografo di Pietro Vannucci detto il Perugino, realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1494-95,  misura 168 x 176 cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

La scena si svolge tutta in primo piano, dove il Cristo è sostenuto dalla Madonna, da San Giovanni Evangelista (a sinistra) e dalla Maddalena (a destra).

Le figure dei santi ai lati della composizione sono stati oggetto di grande disaccordo fra gli studiosi di storia dell’arte. Il Cavalcaselle, ad esempio, identificava il santo a sinistra con San Giovanni Evangelista e quello che sorregge il Cristo – inverosimilmente – con San Giuseppe.

Il dipinto in esame venne citato fin dalle antiche fonti: forse dall’Albertini (1510) che parla di un’opera del Vannucci che richiama quella in esame. Dal Vasari che la ricorda ubicata nel convento di San Giusto a Firenze (più tardi, riparlando della stessa opera, in seguito all’assedio del 1529-30, ne precisò il trasferimento al convento di San Giovannino). Nel Convento – continua il Vasari – venne sostituita da una riproduzione del Vannini (1585-1643) quando passò, nel 1609, alla Villa Imperiale, dove rimase fino al 1621.

Pervenuta più tardi a Palazzo Pitti, fu prelevata (1799) dalle truppe napoleoniche e portata in Francia come bottino di guerra. Nel 1815, insieme a molte opere di grande pregio, venne restituita all’Italia.

Riguardo l’autografia del Perugino, gli studiosi sono in piena concordia. Per la cronologia, si ipotizza un periodo d’esecuzione coincidente con l’attività dell’artista per San Giusto (biennio 1494-95), prima delle tre composizioni (le altre due sono “La preghiera nell’orto” e “Il crocifisso con i santi Gerolamo ……”) ivi collocate dall’artista e che il Vasari riferisce il loro generale deperimento: “negli scuri e dove sono le ombre, crepate; e ciò avviene perché quando si lavora il primo colore che si pone sopra la mestica (perciocché tre mani di colore si danno l’uno sopra l’altro) non è ben secco, onde poi col tempo nel seccarsi tirano per la grossezza loro, e vengono ad aver forza di fare que’ crepati”

Si fa presente che durante la permanenza in Francia, il dipinto venne sottoposto ad un improprio ed insensato restauro, tanto che lasciò indelebili segni e raschi su parte della stesura.

Inoltre fu ridipinta metà della testa di un santo (figura in piedi a destra), ritoccate zone del volto della Madonna, e probabilmente – secondo il Cavalcaselle – alterata anche la tonalità dello sfondo.

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