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Pietro Perugino: Polittico di Sant'Agostino - Il presepio, cm. 263 x 147 (riferito all'intera tavola), Galleria Nazionale dell'Umbria, Perugia.

Polittico di Sant’Agostino di Pietro Perugino

Pietro Perugino: Polittico di Sant’Agostino

Pietro Perugino: Polittico di Sant'Agostino - Il presepio
Pietro Perugino: Il presepio, cm. 263 x 147 del Polittico di Sant’Agostino, Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia.
Pietro Perugino: Polittico di Sant'Agostino - Il battesimo di Cristo
Pietro Perugino: Il battesimo di Cristo, cm. 261 x 146 del Polittico di Sant’Agostino, Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia.

Sull’opera: “Polittico di Sant’Agostino” è un grande complesso di dipinti (smembrati ed in parte perduti) realizzati (con aiuti) da Pietro Vannucci detto il Perugino tra 1510-20 (si parla anche un periodo alquanto più vasto, tra il 1503 al 1521).

Descrizione e storia

Il grande impianto pittorico, attualmente smembrato ed in buona in parte ormai perduto, venne realizzato per la chiesa perugina di Sant’Agostino.

Da documentazioni certe si ricava che, il 23 aprile 1495, i frati agostiniani affidavano a Mattia di Tommaso da Reggio l’incarico per la costruzione della struttura lignea atta ad ospitare i dipinti, stabilendo che questa avrebbe dovuto avere – oltre gli elementi ornamentali – due facciate ed otto colonne (quattro per faccia).

Il prezzo pattuito in 1200 fiorini era, all’epoca, veramente alto, e la consegna non avrebbe dovuto superare i quattordici mesi. Si sa per certo che l’opera di Mattia nel 1500  era già stata portata a termine.

Il Perugino venne incaricato, nel 1502, per la parte pittorica e la doratura con un contratto che avrebbe previsto un compenso di “scudi 500 di oro”. Probabilmente il pittore iniziò fra il 1503 e il 1507, proseguendo nel 1508, quindi, per alcuni disguidi sospese l’attività fino al 1512, anno in cui – il 18 giugno –  in seguito ad una transazione, riprese i lavori ma con i compensi dei commissionari ridotti a metà dei 500 scudi pattuiti.

Il 24 novembre del 1512 veniva commissionata la ‘cassa’, “infina al cornicione”, che doveva essere realizzata in base al “desegno … [il quale] darà m.o Pietro de X.oforo da Castello de la Pieve depentore”.

Si ipotizza che quest’ultimo non avesse rispettato a fondo gli accordi venendo meno all’attività da svolgere, dal momento che un documento, datato 23 febbraio 1520, testimonia che detta ‘cassa’ non era affidata al “depentore de la Pieve” ma ad Eusebio da San Giorgio (c. 1470 – c. 1550). Il Perugino, perciò, era preoccupato per il continuo prorogarsi dei lavori, tanto che temeva gli venisse tolto anche il relativo incarico, che, peraltro, non riuscì a portare a termine a causa degli acciacchi e dell’imminente morte.

Cronologia dell’opera

Per quanto riguarda la cronologia dello smembramento del complesso pittorico, esistono poche documentazioni ed uno schizzo (entrambi incerti) lasciati nel 1700 da padre Giappessi, per cui si avviò un ripristino ideale dell’intera struttura, ripartita nelle due facciate intorno al 1654, e quindi, il definitivo smembramento nel 1683, eseguito nella stessa chiesa.

In queste pagine si prendono in esame “Il presepio” (cm. 263 x 147) ed “Il battesimo di Cristo” (cm. 261 x 146), entrambi custoditi nella Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia.

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