L’Ottocento nell’industria e nell’arte

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La cromolitografia nell’Ottocento

L’uso del colore, nella tecnica della litografia,  ulteriormente migliorata nel 1837 ed ormai nota come cromolitografia, permette l’esecuzione di riproduzioni policromatiche su enormi superfici.

Le possibilità della nuova tecnica consentono il perfezionamento di una nuova tipologia di rappresentazione promozionale, “l’affiche”.

Le nuove opportunità che danno modo di imitare la realtà tramite questo tipo di tecnica, sommati in seguito ad altre importanti metodologie, come lo sviluppo della fotografia, possono essere considerate all’origine dei moderni sistemi di rapporto e convincimento pubblicitario.

Il cartellone propagandistico, una delle vie più diffuse e largamente collaudate nel XIX secolo, risponde in modo chiaro alle esigenze della comunicazione.

Nel XVII e XVIII secolo, i progressi delle tecniche per la calcografia avevano permesso l’estensione del complesso iconografico e storico della cultura figurativa occidentale in tutto il continente europeo e fuori da esso. In questo periodo, invece, trovano ampio spazio le nuove multiple raffigurazioni a colori di quadri, viste panoramiche e temi fotografici, pieni di efficacia evidenza e magnetismo. L’oleografia, sistema di stampa presentato per la prima volta nel 1822 da Liepmann, sfrutta la stessa tecnica della cromolitografia attraverso una ben determinata sovrastampa o goffratura, per riprendere a modello il supporto di tela e la corposità del pigmento a olio, tipico della tecnica della pittura.

Le arti grafiche nell’Ottocento

L’Ottocento è il periodo nel quale si compiono i più concreti ed importanti processi di trasformazione per le arti e le tecniche della stampa e dell’editoria. Lo sviluppo delle tecnologie tipografiche, dei metodi di distribuzione e la caduta precipitosa dei costi, forniscono i presupposti basilari per la loro diffusione, anche e soprattutto presso la grande collettività sociale. Un grande slancio viene dato anche ai prodotti dell’editoria.

Il primo macchinario per la produzione della carta a livello industriale viene introdotto da Nicolas Louis Robert (1761-1828) nel 1789. Sistemi di alta ingegneria permettono di realizzare matrici tipografiche con costi sempre più bassi. La macchina alternativa a vapore usata nelle tipografie per la stampa, studiata in proposito da Friedrich Koenig (1774-1833) nel 1811, e i modelli seguenti consentono di riprodurre in serie un numero interminabile di copie con velocità sempre più rapide.

La nuova macchina alternativa a quattro cilindri con cassetti elaborata nel 1829 da Augustus Applegath (1788 – 1881) ed Edward Cowper (1819 – 1893) può riprodurre dalle 3500 alle 4500 copie l’ora: una velocità impensabile soltanto pochi mesi prima.. Il macchinario messo a punto da William Church per la fusione dei caratteri nel 1822, i nuovi metodi auto – meccanizzati per la rilegatura, l’introduzione del nuovo e rivoluzionario procedimento per la produzione della carta dalla pasta di legno studiato ed introdotto  da Friedrich Gottlob Keeler nel 1840, fanno ulteriormente scendere i costi dell’industria grafica.

Un grossissimo problema che però rimane ancora da essere risolto, riguarda una fase sfavorevole nella complicata procedura di stampaggio: trattasi della “composizione”. Molti tentativi sono stati fatti – soltanto parzialmente riusciti – per risolvere questo importantissimo problema, tra i quali quelli di Johann Joachim Becher, di Robert Hattersiey e nel 1869 di Charles Kastenbein, con un complesso macchinario. Il difficoltoso e faticoso lavoro di correzione nei frequentissimi casi di imprecisioni, è tuttavia ancora compiuto a mano. Soltanto in seguito, con l’apparizione dei macchinari Linotype elaborate da Tolbert Cansons,  e successivamente delle Monotype, studiate e costruite da Ottmar Mergenthaler, la composizione dei caratteri, la giustificazione delle linee e la scomposizione meccanica divengono un normale e piacevole processo di lavoro.

Frammenti:

L’acquaforte si ottiene con una tecnica indiretta in cavo: questa  è la tecnica  più usata come via espressiva dagli artisti di tutti i tempi …… procedimento.

La litografia in origine veniva realizzata da una matrice di pietra, soltanto in periodi successivi furono adottate anche lastre di materiale poroso come l’alluminio e lo zinco.   procedimento.

La procedura tecnica per la realizzazione dell’acquatinta, che dà come risultato un’incisione eseguita indirettamente, può essere considerata come una variante della tecnica dell’acquaforte.  procedimento.

Un a guazzo, a prima vista, può essere benissimo confusa con un dipinto a olio. La sua luminosità, data dal caratteristico colore perlaceo, deriva proprio dall’aggiunta della biacca o gesso.  procedimento.

La silografia impiega la tecnica detta “in rilievo” con l’utilizzo di tavole lignee. L’approntamento della matrice viene fatto mediante intagli ed asportazione di materiale dalle tavolette, impiegando attrezzi quali stiletti, sgorbie, bulini.  procedimento.

La punta secca è, tra l’altro, il nome del bulino impiegato per questo tipo di incisione. La tecnica consiste nell’incidere – provocando solchi, graffi, righi, raspature, sollevando piccole sbavature  mediante l’impiego del bulino di acciaio – la matrice che può essere di zinco o di rame.   procedimento.

La serigrafia è una tecnica di stampa che prevede l’impiego di teli di seta, convenientemente tesi su telai, che sono normalmente di materiale ligneo.  procedimento.

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