Vergine annunziata (Palermo) di Antonello da Messina

Antonello da Messina: Vergine annunziata (Palermo)

Antonello da Messina: Vergine annunziata (Palermo)
Antonello da Messina: Vergine annunziata, cm. 45 x 34,5, Museo Nazionale di Palermo.

Sull’opera: “Vergine annunziata” è un dipinto autografo di Antonello da Messina, realizzato con tecnica a olio su tavola intorno al 1475, misura 45 x 34,5 cm. ed è custodito nel Museo Nazionale di Palermo. 

In precedenza la tavola in esame era attribuita ad Antonio (conosciuto anche come Antonello) de Saliba, nipote dell’artista. Per questo motivo poco si sa sulla storia esterna di questo meraviglioso dipinto fino a tarda data, quando cioè il Di Marzo la scoprì presso la famiglia palermitana Colluzio, nel 1899, con l’attribuzione  al Dürer.

Dai Colluzio passò a monsignor Di Giovanni, che nel 1906 la fece pervenire al Museo Nazionale di Palermo, l’odierna sede.

Già qualche anno prima (1904) il Brunelli (“A” 1904), a proposito del dipinto, che secondo lui non si presentava ancora con caratteristiche della pittura veneziana, parlava di autografia di Antonello  con riferimento all’anno d’esecuzione, 1474. Inoltre lo studioso di storia dell’arte vi evidenziava forti analogie stilistiche con l’Annunciazione di Siracusa (si veda la pagina successiva), con la Madonna Benson della National Gallery di Washington, con la Vergine Annunziata del Bayerische Staatsgemäldesammlungen di Monaco e con il Salvator Mundi della National Gallery di Londra: ipotesi queste che confermerebbero un periodo precedente al soggiorno veneziano (1476) dell’artista.

L’ipotesi del Brunelli – autografia e datazione – venne favorevolmente accolta da molti studiosi di storia dell’arte, tra i quali citiamo Allmayer (“ASM”, 1907), Lauts, C. Brandi (“Mostra dei dipinti di Antonello da Messina”, 1942), Bottari (“AV” 1951).

Sempre d’accordo con l’autografia ma con ipotesi di cronologia più tarda – cioè nel periodo veneziano (1476) di Antonello – si propose il Longhi (“A” 1914), a cui seguirono gli avalli di altri critici.

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