Trittico dell’Epifania – La messa di San Gregorio di Hieronymus Bosch

Hieronymus Bosch: Trittico dell’Epifania – La messa di San Gregorio

Trittico dell'Epifania - La messa di San Gregorio di Hieronymus Bosch del Prado
Trittico dell’Epifania – La messa di San Gregorio – esterno -ante chiuse, cm. 138 x 66., Museo del Prado a Madrid.

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Sull’opera: “La messa di San Gregorio” è un dipinto autografo di Bosch, facente parte della serie del “Trittico dell’Epifania” – raffigurazioni ante esterne – realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1510, misura 138 x 66 cm. ed è custodito nel Museo del Prado a Madrid.

Il dipinto in esame è raffigurato in un’unica soluzione nelle facce esterne degli scomparti laterali, visibile quando queste ultime sono chiuse.

La stesura pittorica è in grisaglia e il tema è la Messa di San Gregorio celebrata – dall’omonimo papa – davanti a un altare sul quale compare il sarcofago di Cristo.

L’immagine del Salvatore e le storie della Passione (scolpite sull’ampia cornice della pala), secondo il Tolnay, conferiscono vitalità a tutto il contesto, soprattutto per l’intensa preghiera del santo. Il Combe, sottoscrivendo le sensazioni del Tolnay, aggiunge che il Golgota raffigurato in alto – fuoriuscendo dai limiti della cornice – amplifica l’energia vitale.

Con un andamento alternante – da sinistra a destra e dal basso verso all’alto –  sono descritte le varie scene della Passione:  la “Preghiera di Gesù sul monte degli Ulivi”, la “Cattura di Gesù”, “Cristo al cospetto di Pilato”, la “Flagellazione”,  l’ “Incoronazione di spine”, l’ “Andata al Calvario” (dove appare la Veronica che porge il velo), la “Crocifissione”. Quest’ultima è arricchita da altre scene minori, come il borghese che porta il bambino ad assistere all’orribile spettacolo del Giuda impiccato, o del demone che porta via la croce del crudele ladrone.

Secondo il Combe lo stile richiamerebbe, con più forza, le pitture – sempre in grisaglia – del “Trittico delle tentazioni” e del “S. Giovanni a Patmos” (Ehemals Staatliche Museen, Berlino-Dahlem). La Brand-Philip legge l’incarnazione dei peccati nelle stazioni della Passione come una sorta di forte contrasto con la “Messa” raffigurata all’interno del trittico. I sette peccati capitali vengono così elencati dalla studiosa: Accidia, Ira, Superbia, Lussuria, Gola (le figure attorno alla Flagellazione ed quelle dell’Incoronazione di spine), Invidia (il crudele ladrone), Avarizia (lotta per tenersi la tunica di Gesù Cristo).

Il Tolnay, invece, dà un’interpretazione alquanto diversa asserendo che la “Messa di papa Gregorio” prelude a quella dell’epifania raffigurata nell’interno.

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