La chiesa abbaziale di Santa Maria Laach

La chiesa abbaziale di Santa Maria Laach: Abtei Maria Laach

Chiesa abbaziale di Santa Maria Laach (Abtei Maria Laach)
Chiesa abbaziale di Santa Maria Laach (Abtei Maria Laach)

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Sulla chiesa in esame: La “chiesa abbaziale di Santa Maria Laach”, insieme all’abbazia, fu fondata dal primo conte palatino Enrico II di Laache, si trova a Andernach, fu costruita nel secolo XI ed è di stile “romanico tedesco”. 

  La chiesa abbaziale di Santa Maria Laach, parte integrante di un’abbazia benedettina, si trova nei pressi di Andernach (Germania), ed è un esempio di arte romanica.

 STORIA

L’abbazia venne fondata nel 1093, come prioria dell’Abbazia di Affligem, dal primo conte palatino Enrico II di Laache e da sua moglie Adelaide, che non avendo figli decisero di utilizzare il denaro destinato alla dote della prole per la fondazione di un monastero.

L’imponente struttura venne realizzata sul lato ovest del lago che oggi è chiamato Laacher See.

L’abbazia inizialmente si chiamava Laach, parola che nell’antico germanico significava “lago”, poi nel XIX secolo è stata aggiunto anche il nome “Maria”.

Nel 1138 divenne indipendente, con Gilbert come suo primo abate.

I lavori continuarono alacremente sotto Fulbert, successore di Gilbert, e nell’agosto del 1156 furono consacrate la cripta, la navata e il coro occidentale.

La donazione di una contessa (1170) permise il completamento della torre orientale e della galleria occidentale.

Durante il XIII secolo vennero apportate delle modifiche in stile gotico e venne completata la chiesa. Nel corso del XV-XVI secolo l’abbazia divenne un centro di studio, e tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo vennero effettuate delle modifiche in stile barocco.

L’abbazia fu sciolta nel 1802 sotto Napoleone e nel 1815 divenne proprietà della Prussia. Molti degli edifici monastici furono venduti a privati, però la chiesa venne risparmiata.

Nel 1864 l’abbazia venne acquistata dai gesuiti che le dettero il nome di “Maria Laach” e la trasformarono in una scuola.

Più tardi, tra il 1892 e il 1893, con i monaci benedettini ritornò ad essere un’abbazia.

ESTERNO

La parte centrale della chiesa è delimitata dal transetto e dal Westwerk (costruzione medievale carolingia caratterizzata da un ampio corpo a più livelli affiancato da due torri piuttosto alte). Quest’ultimo presenta una torre centrale con tetto a spioventi e costituisce il punto più elevato dell’intera struttura.

Nel punto di intersezione tra navata e transetto si innalza una torre ottogonale. L’edificio sacro ha le strutture portanti costruite con pietra lavica di colore scuro, mentre la restante parte è realizzata in arenaria gialla.

Esternamente le pareti presentano delle lesene in pietra di colore più scuro e degli archetti pensili.

Compaiono sei torri, quattro sono scalarie, e più precisamente: due cilindriche ad ovest e due quadrate ad est, ma tutte si trovano ai lati delle navate; le altre due torri si trovano sulle crociere. La torre sulla crociera orientale è di forma ottagonale, invece quella sulla crociera occidentale è quadrata. Degno di nota è il portale d’ingresso occidentale assai elaborato.

INTERNO

Ha tre navate, due laterali ed una centrale. La navata centrale presenta cinque campate, con pilastri quadrati ed archi a tutto sesto.

L’interno è piuttosto buio, poiché il sole entra solo dalle finestre poste in alto nelle navate.

Si trovano due absidi semicircolari, posizionate agli estremi delle navate ed una cripta, anch’essa caratterizzata dal duplice colore grigio scuro e giallo ocra.

Le vetrate dell’abside occidentale sono state realizzate nel 1956, in occasione del VIII centenario della sua dedicazione, da Diedrich II von Lehmen.

I due pilastri occidentali sostengono grandi affreschi del 1500: su quello nord è dipinto San Cristoforo, mentre su quello sud, dall’altra parte della navata, è rappresentato San Nicola.

Il coro est presenta stalli del 1905, dove i monaci benedettini si riuniscono per la preghiera, invece nell’abside si trova un baldacchino donato dal Kaiser Guglielmo II nel XIX secolo.

Serena

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