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Pietro Perugino: L'Eterno con profeti e sibille (affresco autografo), cm. 229 x 370, Collegio del Cambio, Perugia.

L’Eterno con profeti e sibille del Perugino

Il Perugino: Ornamentazione del Cambio – L’Eterno con profeti e sibille

Il Perugino: Ornamentazione del Cambio l'Eterno con profeti e sibille
l’Eterno con profeti e sibille (affresco autografo), cm. 229 x 370.

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Sull’opera: “l’Eterno con profeti e sibille” è un affresco autografo di Pietro Vannucci detto il Perugino, appartenente al ciclo della “Ornamentazione del Cambio”, realizzato  nel 1500,  misura 229 x 370 cm. ed è custodito nel Collegio del Cambio a Perugia.

Senza ombra di dubbio, i personaggi identificati nella presente composizione sono esattamente quelli che il Perugino – sotto suggerimento del Maturanzio – ha voluto inserire nel contesto. Infatti  ogni figura reca il proprio nome nella zona sotto i piedi; inoltre, eccetto il profeta Geremia, ognuno reca un cartiglio con frasi scritte che gli sono state tradizionalmente attribuite.

Da sinistra verso destra, sotto i profeti, si leggono le scritte: ISAIAS (Isaia), MOSES (Mosè), DANIEL (Daniele), DAVID (Davide),HIEREMIAS (Geremia) e SALOMON (Salomone), quindi, le sibille ERITREA (Eritrea), PERSICA (Persica), CVMANA (Cumana), LIBICA (Libica), TIBVRTINA (Tiburtina) e DELFICA (Delfica). Il cartiglio di Isaia porta la scritta “EGCE VIRGO COCIPIE (?) (Ecco la Vergine che concepirà (?)); quello di Mosè “ORIETVR (?] / STELLA EX IAC …” (Sorgerà (?) la stella da …); quello di Davide, “VIRTVS DE TERRA / OPTA / EST” (La virtù è sorta dalla terra), quello di Salomone “INFIRMATVS [?] ES” (è stato indebolito); Eritrea, “OMNIA VERBO / AGENS” (Colui (?) che fa tutto con la parola); Persica, “FLVC” (variamente interpretata: probabilmente:  Verrà la luce), Tiburtina, “QVINQVE / PANIBVS SIMVL” (Con cinque pani insieme); Delfica, “IVDICABIT MOR/ TVOS” (Giudicherà i morti).

Sull’autografia del Perugino, gli studiosi di Storia dell’arte si sono sempre espressi a favore dell’artista, salvo qualche sporadica – seppur autorevole voce – che attribuisce alcune zone particolarmente “elette” a Raffaello Sanzio. Il Lancellotti (sec. XVII), ad esempio, ricorda l’artista urbinate intento a “rabescare la vòlta, e fare con poche hore, con meraviglia del maestro (Vannucci) stesso, la testa del Cristo trasfigurato (La Trasfigurazione)”.

Comunque, nel comparto in esame, di qualità particolarmente “eletta” è l’intera struttura compositiva, oltre la magnifica stesura pittorica. Altri studiosi identificarono il Sanzio nella figura del Daniele.

Più verosimile, ma sempre respinta dalla maggior parte dei critici di storia dell’arte – tra i quali, il Cavalcaselle – l’ipotesi di una partecipazione di Andrea da Assisi (Adolfo Venturi).

La tecnica impiegata è quella dell’affresco. Le lumeggiature eseguite sulle vesti degli angeli intorno all’Eterno, i nastri rossi, i cherubini, i cartigli e l’azzurro del cielo sono realizzati con l’impiego della tempera magra. Il cielo stesso sembra completamente ridipinto, soprattutto in prossimità della sibilla Persica.

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