Dipinti per la sagrestia di San Sebastiano – L’incoronazione della Madonna – del Veronese

L’incoronazione della Madonna Veronese

Dipinti per la sagrestia di San Sebastiano - l'incoronazione della Madonna -
Dipinti per la sagrestia di San Sebastiano L’incoronazione della Madonna 200 x 170 cm. Chiesa di San Sebastiano, Venezia

        Sull’opera: “L’incoronazione della Madonna” è un dipinto autografo di Paolo Caliari detto il Veronese, appartenente alla serie dei “Dipinti per la sagrestia di San Sebastiano”, realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1555, misura 200 x 170 cm. ed è custodito nella Chiesa di San Sebastiano a Venezia.

Il ciclo di dipinti

Commissionò i “Dipinti della sagrestia di San Sebastiano” fra’ Bernardo Torlioni, l’allora priore dei girolomini di San Sebastiano a Venezia, per la decorazione del soffitto della sagrestia.

A questa serie di dipinti seguirono quelli relativi alla grande decorazione della chiesa, dove il Caliari vi lavorò in più fasi per una quindicina di anni. Qui l’artista rappresentò uno dei più completi impianti pittorici dell’epoca.

I dipinti furono ampiamente commentati sia dagli storiografi del periodo che da quelli delle epoche successivamente a ridosso, tra cui non mancarono il Vasari (seconda edizione di “Le Vite”, 1568) ed Antonio Maria Zanetti (1771). Quest’ultimo scriveva: “In San Sebastiano e nel vicino convento trovansi fortunatamente quante pitture bastano per vedere i principii, gli avanzamenti e la sublimità dello stile di Paolo”.

L’incoronazione della Madonna

Il Veronese portò a compimento il soffitto della sagrestia nel 1555. L’artista realizzò la “Incoronazione della Madonna” in una grande tela, destinata alla zona centrale, circondata dalle raffigurazioni degli Evangelisti su quattro elementi rettangolari.

Sia la tela centrale che i quattro Evangelisti, a loro volta, hanno intorno altre decorazioni  rappresentanti putti e grottesche in chiaroscuro, per le quali l’artista si valse verosimilmente degli aiuti. Questi, secondo gli studiosi di storia dell’arte, furono il Fratello Benedetto e il Fascio (fonte: Ridolfi 1648).

Il soffitto lo restaurarono negli anni 1962-65, e in tale occasione avvenne fra l’altro l’identificazione, negli elementi lignei secondari che circondano l’opera in esame, di otto raffigurazioni in chiaroscuro a terretta gialla. Fra queste ce ne sono cinque da cui si può risalire alle varie tematiche: “Giuditta”, “Caino e Abele”, “La strage degli innocenti”, “Caduta di Saulo”, “David e Golia”. Inoltre, in quattro ovali (sempre in toni di terretta gialla bruciata) vengono rappresentati “La cacciata dall’Eden”, “Adamo ed Eva” e la “Creazione della donna”.

Infine, ubicate ai quattro angoli, sono rappresentate immagini allegoriche femminili in monocromia rossastra (terretta gialla bruciata).

A Proposito dell’Incoronazione della Madonna, il Fiocco (1928) metteva in evidenza la grande “tenerezza” del cromatismo. Questo, secondo lui, derivava soprattutto dalla semplificazione dell’impianto compositivo e dall’attenuazione dei contorni. Egli infatti così scriveva: “si pensa a un Correggio meno dolce e nello stesso tempo a un franco colorista veneto”. La tela subì un restauro nel biennio 1822-23 da Antonio Florian (fonte: Cicogna “Delle inscrizioni veneziane”, 1834).

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