Natività con san Giorgio e san Vicenzo Ferrer di Filippo Lippi

Filippo Lippi: Natività con san Giorgio e san Vicenzo Ferrer

Filippo Lippi: Natività con san Giorgio e san Vicenzo Ferrer
Filippo Lippi: Natività con san Giorgio e san Vicenzo Ferrer, 1455-1466 circa, cm. 146,5 x 156,5, Museo Civico di  Prato.

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Sull’opera: “Natività con san Giorgio e san Vicenzo Ferrer” è un dipinto di Filippo Lippi realizzato con tecnica a tempera su tavola intorno al 1455-66, misura 146,5 x 156,5 cm. ed è custodito nel Museo civico di Prato. 

La cronologia della composizione, che in precedenza si trovava nella chiesa di San Domenico a Prato, non è di facile collocazione ma per gli studiosi di storia dell’arte può essere inserita tra il 1455, anno in cui avvenne la canonizzazione di Vincenzo Ferrer, ed il 1466, quando ebbe termine il soggiorno pratese del Lippi.

Il tema dell’Adorazione del Bambino viene spesso ripetuto nella fase matura dell’artista, quella cioè relativa al periodo degli affreschi al duomo di Prato (1452-1465). La canonizzazione del beato Vincenzo Ferrer, che da santo diventò un importante riferimento per la cultura domenicana contro l’eresia ed in difesa della Chiesa, avvenne nel 1455.

L’incendio del 1467 provocò alcuni danni alla chiesa di San Domenico ed anche una significativa lesione alla tavola della Natività, a cui seguirono alcuni isolati reintegri, portati alla luce in un recente restauro.

Al centro appare il Bambino con ai lati Maria e San Giuseppe in adorazione. Alle due estremità stanno San Giorgio (a sinistra), anch’esso in adorazione, e San Vincenzo Ferrer nel momento in cui assiste all’apparizione del Cristo entro una “mandorla” di luce. Sullo sfondo roccioso si trovano due pastori e, infine, gli angeli.

Per quanto riguarda l’autografia dell’opera, il disegno generale è quasi certamente stato realizzato dall’artista, mentre ampie zone della stesura pittorica sono da attribuire a collaboratori di bottega (si pensa a Fra’ Diamante), con l’eccezione del Bambino, della Madonna e di San Vincenzo Ferrer, autografi del Lippi.

Come la Madonna della Cintola del Museo Civico di Prato, la tavola venne eseguita in diverse fasi intervallate anche da più anni: una iniziale, certamente del maestro, ed altre di rifinitura  da parte di collaboratori, magari nel corso del triennio, 1467-69, in cui il Lippi soggiornava a Spoleto. Per la figura di San Giuseppe sono stati ipotizzati anche i nomi di Filippino Lippi (figlio del pittore) e di Sandro Botticelli.

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