“Cappella Tornabuoni – Zaccaria, diventato muto, scrive il nome da imporre al figlio” di Domenico Ghirlandaio

Domenico Ghirlandaio: Cappella Tornabuoni – Zaccaria, diventato muto, scrive il nome da imporre al figlio

Domenico Ghirlandaio: Cappella Tornabuoni - Zaccaria, diventato muto, scrive il nome da imporre al figlio
Domenico Ghirlandaio: Cappella Tornabuoni – Zaccaria, diventato muto, scrive il nome da imporre al figlio, Santa Maria Novella, Firenze.

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Sull’opera: “Zaccaria, diventato muto, scrive il nome da imporre al figlio” è un dipinto di Domenico Ghirlandaio, appartenente al ciclo degli “Affreschi della Cappella Tornabuoni” in Santa Maria Novella a Firenze, realizzato intorno al 1485-90. 

Quello della presente pagina è il secondo affresco a partire da destra sulla fascia media della parete di destra della Cappella. Anche qui come in molti altri dipinti del ciclo, il chiaroscuro e le variazioni cromatiche, che sono di grande effetto, conferiscono a tutto l’insieme una naturalistica luminosità, provenente dall’alto (e da sinistra).

 Dalla sacra narrazione sappiamo che Zaccaria diventò muto perché non credette all’angelo che gli annunciava l’arrivo di un figlio. La scena, conosciuta anche con il titolo dell’ “Imposizione del nome al Battista” mostra Zaccaria  diventato muto che scrive su un pezzo di carta il nome da imporre al proprio figlio.

La scena si svolge in un vasto porticato con ai lati due avancorpi, proprio come prevedeva il contratto, che si apre al centro su una veduta paesaggistica, impostata sia secondo le regole della prospettiva lineare, sia su quelle della prospettiva aerea (con il cromatismo che in profondità si dissolve).

Il gruppo di figure che attornia asimmetricamente quelle appartenenti alla scena principale – al centro, con Zaccaria, Elisabetta ed il loro neonato – si trova leggermente spostato verso sinistra.

A contrastare questa asimmetria, in un contesto architettonico perfettamente centrato, si trovano le due figure in primo piano sulla destra. Con questo espediente il centro esatto della struttura compositiva riferita alla scena in primo piano corrisponde alle mani di Elisabetta, che si trovano esattamente in linea con l’asse del pilastro centrale, che divide in due l’intera composizione.

Gli anziani con la barba dietro Zaccaria sono curiosi di leggere il nome del bambino, mentre un giovane in abiti contemporanei viene ripreso di spalle. Delle due donne raffigurate a destra esiste uno disegno preparatorio agli Uffizi (Gabinetto dei Disegni e delle Stampe).

 

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