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Sebastiano Ricci: La visione di papa Paolo III del Concilio di Trento. Olio su tela, anno 1687-88, Musei Civici di Piacenza.

L’Arte della Controriforma

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 Il significato del termine “Controriforma”

Lo sposalizio della Vergine di Ludovico Carracci
Lo sposalizio della Vergine di Ludovico Carracci

Prima di entrare nel cuore di questo periodo artistico è bene chiarire il significato del termine Controriforma, che fu coniato nel 1776 in Germania per definire in origine la “ricattolicizzazione” dei territori conquistati dal protestantesimo.

Tale significato si arricchì più tardi comprendendo anche l’ampio rinnovamento della Chiesa cattolica, che conobbe il suo culmine nel concilio di Trento (1545-1563).

Tuttavia il termine Controriforma ha una sfumatura negativa che lo riduce ad una pura reazione contro qualcosa. Gli storici, quindi, per far sì che la riforma non venisse interpretata negativamente misero in evidenza come – già prima dei fatti del protestantesimo – la Chiesa avesse manifestato movimenti riformatori, proponendo così il termine “Riforma” invece che quello di “Controriforma”.

Attualmente vengono impiegati entrambi i termini distinguendo, allo stesso tempo, i due movimenti: si parla di Controriforma per definire tutto ciò che deriva dalla reazione contro la Riforma. Si impiega invece (o meglio, si dovrebbe impiegare) il termine di “Riforma cattolica” per definire il proposito di rinnovamento interno della Chiesa cattolica, iniziato prima della stessa Riforma (Girolamo Savonarola, umanesimo cristiano, le riflessioni di Erasmo da Rotterdam).

Il Concilio di Trento (Concilio tridentino)

Sebastiano Ricci: La visione di papa Paolo III del Concilio di Trento. Olio su tela, anno 1687-88, Musei Civici di Piacenza.
Sebastiano Ricci: La visione di papa Paolo III del Concilio di Trento. Olio su tela, anno 1687-88, Musei Civici di Piacenza.

Il XIX concilio ecumenico della Chiesa cattolica – meglio conosciuto come il Concilio di Trento, aperto nel 1545 da papa Paolo III e chiuso, dopo numerose interruzioni, da Pio IV nel 1563 – influenzò fortemente gli indirizzi teorici nel mondo dell’arte, compreso naturalmente quello della pittura.

Con questo concilio si definì la riforma (Controriforma) della Chiesa cattolica e la presa di posizione verso il calvinismo ed il luteranesimo (Riforma protestante), affinché venisse consolidato il potere papale, gravemente minacciato dall’incontrollato espandersi del nuovo pensiero religioso.

La pittura della Controriforma, quindi, prese forza in Europa nella seconda metà del Cinquecento in seguito agli effetti del Concilio di Trento.

I primi stimoli verso una una riforma della Chiesa cattolica e di una generale riorganizzazione incominciarono a nascere già dagli inizi del Cinquecento, rafforzati soprattutto dall’avvento di Girolamo Savonarola.

Intorno agli anni Cinquanta i vari orientamenti all’interno dell’ortodossia romana erano ormai diventati gravemente minacciosi per la tenuta dell’intero sistema ecclesiastico.

Il movimento, che agli inizi sembrava solamente un semplice dissenso, si fece sempre più forte e mirato soprattutto a combattere il degrado morale di tutta la gerarchia ecclesiastica, tanto che sfociò con la nascita di una Chiesa parallela.

Per contrastare la diffusione della Riforma protestante sorse la necessità di ridefinire il ruolo della Chiesa. La sfida di Lutero sugli insegnamenti della Chiesa cattolica romana metteva in discussione il potere e l’efficacia delle indulgenze, di cui gli ultimi papi ne avevano consapevolmente promossa la vendita.

A questo si aggiungevano le riflessioni dell’umanista Erasmo da Rotterdam, la pressione turca a oriente e la traballante politica negli stati feudali, ancora presenti in nord Europa, che possiamo considerare come le cause scatenanti di quelle agitazioni internazionali che portarono al Sacco di Roma del 1527.

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