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Vasari: I fiorentini che sconfiggono i pisani

Giorgio Vasari (1511 – 1574)

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Vasari: I fiorentini che sconfiggono i pisani
Vasari: I fiorentini che sconfiggono i pisani

L’affresco ” de I fiorentini sconfiggono i pisani alla torre di San Vincenzo” (1567). L’opera, a carattere commemorativo per la famiglia de’ Medici e stile alla Michelangelo (corposità ed atteggiamenti delle figure, posture, ecc), si trova a Firenze nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio.

Nell’osservare il dipinto la cosa che più colpisce l’occhio è il forte ammassamento dei personaggi e di altri oggetti di varia natura che si confondono nonostante vengano rappresentati secondo le regole della prospettiva, con elementi più grandi in primo piano e poi  via via a scalare verso la linea dell’orizzonte per dare l’impressione della profondità. Nessun segno visivo, però, di linee convergenti in un punto.

Gli affreschi della Cupola di Santa Maria del Fiore, portati a termine da Federico Zuccari (Sant’Angelo in Vado, 1539 – Ancona, 1609), furono iniziati dal Vasari che realizzò i personaggi più vicini alla lanterna. Lo svolgimento del tema religioso è fortemente legato a riferimenti biblici ed a dettami della Controriforma.

L’affresco, assai articolato e dettagliato in ogni suo elemento, offre una buona visione nonostante si presenti a notevole distanza dall’osservatore e visto dal basso. Il cromatismo delle figure, anche se povero nell’insieme, è vivace e molto variegato, mentre il tema fondamentale è quello legato alla teologia.

Gli Uffizi

Gli Uffizi: Il luogo preferito per la costruzione che doveva diventare famosa in tutto il mondo fu un lembo di terra fra il lato sud della piazza della Signoria e il lungarno, nei pressi del porto fluviale fiorentino.

L’edificio fu costruito con pietra di fossato (un tipo  roccia estratta nei pressi di Firenze, di maggiore durezza e solidità a confronto della comune pietra serena), prevalentemente intonacato, salvo che nelle parti non in aggetto (sporgenze). È costituito da un porticato (piano terreno), da un finto mezzanino, un primo piano superiore ed un secondo piano loggiato, che attualmente si presenta chiuso.

L’edificio è a schema modulare, con i blocchi intervallati da paraste (elementi strutturali verticali – pilastro – inglobati nella parete, da cui sporge solo in piccola parte) comprendenti lo spazio tra tre aperture.

Gli Uffizi, che furono costruiti per necessità amministrative, facevano anche parte di un passaggio sopraelevato, detto – per l’appunto – corridoio Vasariano, che metteva in comunicazione Palazzo Pitti con Palazzo Vecchio in caso di fuga per i Medici.

Agli Uffizi si trovavano i tredici ministeri (magistrature del Granducato di Toscana, dalle quali deriva il nome). In origine vi era anche un teatro, ad uso esclusivo dei governanti, il cui spazio, alla fine XVIII secolo, fu impiegato come archivio ed occasionali esposizioni.

Il Palazzo della Carovana

L’edificio fu innalzato nel 1562. Trattasi della ricostruzione dell’antico Palazzo degli Anziani di Pisa, che l’artista portò a compimento circa due anni dopo con la regolarizzazione della facciata medievale, alquanto disomogenea, integrando elementi architettonici con altri di scultura e pittura.

Per la facciata il Vasari ideò graffiti con raffigurazioni allegoriche e segni dello zodiaco, eseguiti da Alessandro Forzori (nascita e morte: certamente attivo tra il 1564 ed il 1566) e Tommaso Battista del Verrocchio (notizie a suo riguardo: 1565) e che in seguito furono completamente ridipinti.

L’artista e l’effimero

Come molti artisti del suo periodo anche Vasari svolgeva più attività, tra le quali non si può non ricordare quella relativa allo spettacolo, assai apprezzata dal pubblico e anche abbastanza remunerativa. Questa la possiamo benissimo considerare come facente parte delle regolari committenze di bottega, che l’artista trasse dal fiorentino Andrea del Sarto (Firenze, 1486 – Firenze, 1531) e dal franco-aretino Guglielmo di Marcillat (La Châtre, 1470 – Arezzo, 1529).

Il suo esordio in questo campo è assai precoce: nel 1530 a Bologna, in occasione dell’incoronazione di Carlo V (Gand, 1500 – Cuacos de Yuste, 1558), fece parte della schiera di artisti chiamati per la decorazione del grande arco di trionfo progettata da Amico Aspertini (Bologna, 1474 circa – Bologna, 1552).

Nel 1536, a Firenze, sotto la protezione del duca e quella più specifica di Ottaviano de’ Medici, diresse diversi apparati urbani in occasione del matrimonio fra la figlia dell’imperatore Carlo V ed Alessandro di Lorenzo de’ Medici (Firenze, 1510 – Firenze, 1537).

Nel 1541, chiamato dallo scrittore Pietro Aretino ( 1492-1556 ), si recò Venezia per allestire l’apparato della Talanta, la commedia scritta dal suo conterraneo per la Compagnia della Calza dei Sempiterni, che venne recitata in un salone della Ca’ Gonnella in Cannaregio in occasione del carnevale veneziano del 1542.

Tutta la scenografia allegorica, che appare di puro stile manierista tosco-romano, sollecitò certamente spunti figurativi ai giovani Paolo Veronese, Jacopo Robusti  e Paris Bordone (Treviso, 1500 – 1571) suscitando grande ammirazione tra il pubblico, anche se ebbe scarsi effetti sui futuri allestimenti festivi della città lagunare.

Gli eventi spettacolari che lo resero grande regista avvengono nel 1565 in occasione del matrimonio di Francesco I de’ Medici (Firenze, 1541 – Poggio a Caiano, 1587)  e Giovanna d’Austria (Praga, 1547 – Firenze, 1578). In quel periodo il Vasari, sempre a Firenze, ascoltando le indicazioni del commediografo e poeta italiano Raffaello Borghini (Firenze, 1537 – 1588), sviluppò i suoi interessantissimi programmi basandosi anche sull’esperienza veneziana, ove le suggestioni scenografico-prospettiche e vitruviane – in lui oramai già fortemente sviluppate – lo misero in condizione di realizzare un maestoso allestimento nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. Fu quello il primo prototipo di teatro da sala da cui derivò il Teatro Mediceo degli Uffizi di Bernardo Buontalenti, l’allievo del Vasari il quale ricevette in eredità la sapienza di grande maestro dello spettacolo.

Le opere di Vasari

Deposizione di Cristo, anno 1532, tecnica ad olio su tavola, 144 × 113 cm, Casa Vasari, Arezzo.

Ritratto di Lorenzo il Magnifico, anno 1534 circa, tecnica ad olio su tavola, 90 × 72 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.

 Ritratto di Alessandro de’ Medici, anno 1534 circa, tecnica ad olio su tavola, 157 × 114 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze.

Cristo in casa di Marta e Maria, anno 1539-1540, tecnica ad olio su tavola, 404 × 250,6 cm, Pinacoteca Nazionale Bologna.

Deposizione dalla croce, anno 1540 circa, tecnica ad olio su tela, 311 × 210 cm, Chiesa dei Santi Donato e Ilariano, Camaldoli.

Cena di san Gregorio Magno, anno 1540, tecnica ad olio su tavola, 403 × 255 cm, Pinacoteca Nazionale Bologna.

Allegoria dell’Immacolata Concezione, anno 1541, tecnica ad olio su tavola, 58 × 39 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi.

La tentazione di san Gerolamo, anno 1541 circa, tecnica ad olio su tavola, 169 × 123 cm, Palazzo Pitti (Galleria Palatina) a Firenze.

Sacra Famiglia con san Francesco, anno 1542, tecnica ad olio su tela, 184 × 125 cm, County Museum of Art, Los Angele.

La Giustizia, anno 1542, tecnica ad olio su tela, Gallerie dell’Accademia, Venezia.

Allegoria della Giustizia, della Verità e dei Vizi, anno 1543, tecnica ad olio su tavola, 353 × 252 cm, Museo di Capodimonte a Napoli.

Venere e Cupido, anno 1543 circa, tecnica ad olio su tavola, 131 × 199 cm, Royal Collection, Windsor.

Papa Paolo III Farnese dirige la costruzione di San Pietro, anno 1544 circa, affresco, Palazzo della Cancelleria, Roma.

Crocifissione, anno 1545, tecnica ad olio su tela, chiesa di San Giovanni a Carbonara Napoli.

Resurrezione di Cristo, anno 1545, tecnica ad olio su tavola, 117 × 73 cm, Museo di Capodimonte, Napoli.

Natività, anno 1546 circa, tecnica ad olio su tela, Galleria Borghese Roma.

“Adorazione dei Magi”, anno 1547 circa, tecnica ad olio su tavola di pioppo, chiesa di San Fortunato a Rimini.

Battesimo di Cristo e predica di S, Giovanni Battista, anno 1549, tecnica ad olio su tela, 128 × 190 cm,  Museo Diocesano, Arezzo.

Sacra Famiglia, sant’Anna e san Giovannino, anno 1546 circa, tecnica ad olio su tela, 82 × 60,5 cm,  Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Giuditta decapita Oloferne, anno 1554 circa, tecnica ad olio su tavola, 108 × 79 cm, Art Museum, St. Louis.

La toilette di Venere, anno 1558, tecnica ad olio su tela, Staatsgalerie, Stoccarda.

Lapidazione di santo Stefano, anno 1560 circa, tecnica ad olio su tela, 300 × 163 cm, Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano, Roma.

Pietà con i Santi Cosimo e Damiano, anno 1560, tecnica ad olio su tela, Poggio a Caiano, cappella della Villa medicea.

L’incoronazione della Vergine, anno 1563 circa, tecnica ad olio su tavola, Chiesa di San Francesco, Città di Castello.

Salone dei Cinquecento, anno 1565, affreschi, Palazzo Vecchio, Firenze.

San Luca dipinge la Vergine, anno 1565 circa, affresco, Chiesa della Santissima Annunziata, Firenze.

Autoritratto, anno 1566-1568 circa, tecnica ad olio su tavola, 100,5 × 80 cm, Galleria degli Uffizi,  Firenze.

Tavole dell’altare maggiore(anno 1567) e Adorazione dei Magi (anno 1566-67, tecnica ad olio su tavola, cm 260 x 205) chiesa conventuale di Santa Croce, Bosco Marengo, Alessandria.

Cristo nell’orto del Gestsenami mani, anno 1570 circa, tecnica ad olio su tavola, 143,5 × 127 cm, National Museum of Western Art,Tokyo.

Adorazione dei pastori, anno 1570-1571, tecnica ad olio su tavola, 131 × 69 cm, Chazen Museum of Art Perseo e Andromeda, anno 1570-1572, tecnica ad olio su tela, 117 × 100 cm, Palazzo Vecchio, Firenze.

Lapidazione di santo Stefano, anno 1571, Pisa, chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri.

Incoronazione della Vergine (foto Lucarelli), anno 1571 circa, tecnica ad olio su tavola, chiesa di Santa Caterina, Livorno.

Incredulità di Tommaso, anno 1572, tecnica ad olio su tavola, Firenze, Basilica di Santa Croce. Ritratto di Gentiluomo Fiorentino, Palazzo Bianco, Genova.

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