Biografia di Max Pechstein

Biografia e vita artistica di Max Pechstein (Zwickau, 31 dicembre 1881 – Berlino, 26 giugno 1955)

Max Pechstein: Doppio ritratto, anno 1910, tecnica a olio su tela, 89,5 x 89,5 cm. Staatliche Museen zu Berlin, Neue Nationalgalerie, Berlino.
Max Pechstein: Doppio ritratto, anno 1910, tecnica a olio su tela, 89,5 x 89,5 cm. Staatliche Museen zu Berlin, Neue Nationalgalerie, Berlino.

Max iniziò la sua formazione artistica iscrivendosi alla scuola d’arte di Zwickau. Più tardi, dal 1902 al 1906, si trasferì a Dresda frequentando l’Accademia d’arte della stessa città. Qui fece conoscenza con Erich Heckel, uno dei fondatori della Brücke, il gruppo espressionista che in poco tempo sarebbe diventato celebre in tutta Europa.

Nel 1907 soggiornò in Italia e Francia. A Parigi entrò in contatto diretto con i dipinti dei Fauves, di Van Gogh e di Matisse. Da questo momento il linguaggio di Max, che era legato – anche dal lato tecnico – alla pittura impressionista, si orientò verso un espressionismo dalla coloristica più accesa ed una forma più semplice, mantenendosi tuttavia lontano da quella violenta drammaticità che caratterizzava molti espressionisti.

Più tardi Pechstein si recò a Berlino e, nel 1908, si fece promotore della Nuova Secessione, per poi scostarsi dalla Brücke ed avvicinarsi al Blaue Reiter.

Max Pechstein: Donna nuda che riposa sotto una tenda rossa, anno 1911, tecnica a olio su tela, 70 x 80 cm., Collezione privata, Milano.
Max Pechstein: Donna nuda che riposa sotto una tenda rossa, anno 1911, tecnica a olio su tela, 70 x 80 cm., Collezione privata, Milano.

Nel 1913 fece ritorno in Italia per soggiornare a Firenze e Monterosso (Cinque terre). Nell’anno successivo si recò alle isole Palau (o Belau, nel Pacifico del sud, vicino alle Filippine) trovando una natura a lui totalmente sconosciuta, che dipinse in piena libertà e senza le costrizioni dei dettami occidentali. Le opere di questo periodo, ispirate soprattutto dai suoi viaggi, sono più ricche di espressività ed evidenziano una severa ricerca di ideali di comunione con la natura ed un’attrazione verso l’esotico, presentati con una forma semplificata ed un cromatismo sempre più acceso: la sua pittura diventava quindi più primitiva e il fattore decorativo prendeva il sopravvento su quello emozionale.

La dinamica coloristica – varia e modulata allo stesso tempo – e le forme, incorporate da energiche linee nere che le rendono pressoché statiche, conferiscono alle opere di questo periodo una morbidezza che non si riscontra nella pittura di altri espressionisti.

Negli anni immediatamente successivi Grande Guerra Max ottenne enormi consensi e vide aumentare considerevolmente le sue committenze: è questo il periodo delle grandi raffigurazioni musive e delle decorazioni su vetrate.

Nel 1922 entrò come membro nell’Accademia di Berlino. Da questo momento le sue creazioni si fanno più naturalistiche e perdono quei picchi d’espressività mostrati in precedenza.

Nel 1924 ritornò nelle Cinque Terre.

Nel 1933 con l’avvento del nazismo l’artista fu brutalmente rimosso dall’Accademia e le sue opere furono tolte da tutti i musei tedeschi: molte di esse, insieme a quelle di tanti altri artisti di varie correnti non gradite al regime, furono esposte nella triste manifestazione della mostra d’”arte degenerata” allestita nel 1937.

Dopo il secondo conflitto mondiale Pechstein venne reintegrato all’Accademia di Berlino. Morì nella città il 26 giugno 1955.

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