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Bronzino: Gli Evangelisti di Santa Felicita (San Matteo), cm. 70, Chiesa di Santa Felicita, Firenze

Evangelisti di Santa Felicita – San Matteo del Bronzino

Il Bronzino: Evangelisti di Santa Felicita – San Matteo

Il Bronzino: Gli Evangelisti di Santa Felicita - San Matteo
Bronzino: Gli Evangelisti di Santa Felicita (San Matteo), cm. 70, Chiesa di Santa Felicita, Firenze.

Sull’opera: Il “San Matteo” è un dipinto autografo del Bronzino, appartenente alla serie dei quattro “tondi” degli “Evangelisti di Santa Felicita”, realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1525-28, misura 70 cm. di diametro ed è custodito nella Chiesa di Santa Felicita a Firenze.

L’attribuzione all’artista venne proposta dalla Cox (fonte: “BM”, 1956), a cui fece riferimento anche per un’opera grafica custodita agli Uffizi di Firenze, da lei ritenuta come studio preparatorio. Nella seconda metà del secolo scorso anche Serti concordava che la tavola in esame —  la più fiacca della serie, a suo modo di vedere, ispirata dalla Deposizione del Pontormo nella stessa chiesa — si presentava come il più verosimile riferimento al Bronzino.

Cenni sulle quattro tavole:

Gli “Evangelisti” di Santa Felicita appartengono ad un ciclo di quattro tondi che sono parte integrante della decorazione della cappella Capponi nella chiesa di Santa Felicita a Firenze. L’intero complesso, compreso di affreschi, venne commissionato al Pontormo – che in quel periodo aveva come aiutante il Bronzino – nel quadriennio 1525-28.

L’attribuzione al Bronzino di uno o più “Evangelisti” — ormai riconosciuti all’unanimità dagli studiosi di Storia dell’arte come pittura di alto pregio e di grande espressività — venne proposta e riproposta già dal Vasari, che nella Vita del Pontormo assegnava al giovane coadiuvante uno degli “Evangelisti”, mentre nella Vita del Bronzino gliene attribuiva due, senza però specificarne le figure. Verosimilmente le due figure vengono identificate in San Matteo e San Marco.

Le problematiche presenti nelle analisi, causate dall’infelice ubicazione dei tondi, dalla spessa pellicola di sporcizia che indeboliva la stesura pittorica prima del restauro della seconda metà del secolo scorso, e da uno stile tipicamente pontormesco – a cui si aggiunge l’identificazione spesso discordante dei quattro Evangelisti da parte di molti critici – hanno reso assai difficile la vicenda dell’attribuzione autografica. Infine, mentre molti studiosi sono concordi nell’assegnare il San Luca al Pontormo, l’attribuzione del San Giovanni allo stesso Maestro è universale.

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