L’arte romanica nelle chiese: La Pittura

Pittura romanica nelle chiese

La pittura romanica pag. 2: Affreschi nella Basilica di Castel Sant’Elia e del Giudizio Finale di Giovanni e Niccolò (Pinacoteca Vaticana)

La pittura romanica pag. 3: Pitture  nel Duomo di Tivoli, Chiesa di San Silvestro a Tivoli, San Pietro a Tuscania, Santa Maria in Trastevere, Basilica di San Clemente Inferiore e Superiore

La pittura romanica pag. 4: Pitture nell’abbazia di Grottaferrata, chiesa dei santi Quattro Coronati, chiesa di Sant’Angelo in Formis

La pittura romanica pag. 5: Pitture chiesa Santa Maria di Foro Claudio, chiesa di Sant’Angelo a Pianella, Santa Maria Assunta a San Pellegrino a Bominaco, Cattolica di Stilo, Duomo Bari, chiesa santa Maria del Casale a Brindisi, Duomo di Salerno, Cappella Palatina di Palermo

La pittura romanica pag. 6: Pitture Duomo Cefalù, duomo Monreale, chiesa Martorana, chiesa S. Giovanni Eremiti, Cripta S. Marziano (Siracusa), Palazzo Reale Palermo,  Palazzo della Zisa

La pittura romanica pag. 7: Pitture nella basilica di san Marco a Venezia.

La pittura romanica pag. 8:  Pitture nel Duomo di Torcello, nella basilica di San Vincenzo di Galliano, nell’abbazia di San Pietro al Monte

La pittura romanica pag. 9: Pitture nel Monastero di Novalesa, Battistero di Parma e croci dipinte in Toscana.

La pittura romanica pag. 10: Pitture nella chiesa Sarzana, Museo Civico di Pisa, basilica San Domenico Bologna.

La pittura romanica pag. 11: Pitture nel Battistero di San Giovanni a Firenze, nella chiesa dei Servi di Orvieto, nel Palazzo Pubblico di Siena, nella Pinacoteca Nazionale di Siena, nella chiesa di San Francesco a Pescia.

La pittura romanica pag. 12: Mosaici nel battistero di Firenze

La pittura romanica appartiene alle forme artistiche presenti in Europa tra la metà del secolo XI e la metà del secolo XII, subendo evidenti variazioni tra una zona e l’altra.

A cavallo dei due secoli sopra considerati, questo nuovo linguaggio, ormai divenuto quasi unitario, inizia a subire un processo disgregativo e di rimozione nei contenuti, con periodi ed aspetti caratteristici, dipendenti dalle tradizioni dei vari Paesi. In Germania ed in Austria, ad esempio, prende forza una forma di Manierismo (detto lo Zackenstil) che dura oltre un secolo. Un’altra forma di linguaggio che si sviluppa parallelamente è quella legata al nuovo classicismo (ovvero lo stile 1200); inoltre bisogna considerare che gli influssi bizantini, sempre presenti nell’arte romanica, tendono a rafforzarsi sempre più.

Frammenti generici su l’arte romanica

Nei primi due secoli del secondo millennio tutto il continente europeo vive un’epoca di notevole modernizzazione: le tecniche agricole nei vari campi danno una spinta propulsiva alla produzione, influendo notevolmente sul benessere generale. Le popolazioni incominciano ad aumentare, si rafforzano gli scambi commerciali e nascono potenti centri nevralgici di mercato internazionale. Si sviluppano le zone urbane e si afferma una nuova classe sociale, quella “borghese”, intermedia tra l’aristocratica e la grande massa dei contadini. Questo nuovo ceto si dedica prevalentemente al commercio ed alle attività manifatturiere. Riprende l’attività edilizia, nascono le grandi costruzioni, aumenta la domanda di cultura e si moltiplicano gli investimenti artistici.

L’arte romanica, soprattutto quella nel campo dell’architettura, nasce in dipendenza diretta con l’ambiente naturale, come testimoniano l’abbazia di Mont-Saint-Michel (Normandia), sollevata tra terra ed acqua in un isolotto roccioso; la chiesa abbaziale di Sainte-Foy di Conques, posta su uno scosceso pendio sull’Avernia; l’abbazia di San Pietro al Monte Civate, costruita sulla cima più alta di un colle prealpino. Alla stessa stregua le grandi chiese pugliesi di Barletta, Bisceglie, Bitonto, Ruvo di Puglia, Molfetta,  Bari e Trani.

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Duomo e Battistero di Parma (foto da Wikimedia Commons)
Duomo di Modena
Duomo di Modena (foto da Wikimedia)

Il panorama dell’intera nostra penisola risulta alquanto diversificato: i grandi capolavori dell’architettura romanica si possono trovare nell’antica chiesa di Sant’Ambrogio (costruita a Milano nel 386, ristrutturata nel IX secolo e riedificata tra il 1088 ed il 1099, sulle spinte del vescovo Anselmo) o nella basilica di San Michele a Pavia (costruita tra l’XI e XII secolo), o lungo i percorsi  che conducono a Roma, come dimostrano le cattedrali di Fidenza (innalzata tra il XII e XII secolo, dedicata a San Donnino), di Piacenza (il duomo costruito tra il 1122  ed il 1233), di Parma (cattedrale costruita sulle rovine di un altro edificio di culto tra il 1074 ed il 1106 e consacrata da Pasquale II) e di Modena. L’arte romanica rinnova prevalentemente l’architettura e la grande scultura (integrata all’architettura come ornamenti di portali, lunette, chiostri, capitelli etc.).

Alcune fonti indicano la Francia come luogo di origine del nuovo stile, altre invece pensano che sia nata quasi contemporaneamente nelle varie regioni europee, con le stesse caratteristiche, portandoci alla conclusione che si tratti del medesimo linguaggio artistico, seppur con specifiche diversificazioni da una regione all’altra.

Secondo altre fonti, come il Focillon, l’arte romanica è uno sviluppo di quella di Ravenna, come testimonierebbero anche le antiche pievi di campagna in tutta la zona del ravennate. È storia anche di artisti, come quelli comacini (maestri anonimi delle zone di Como) che si riversano in tutta la penisola italiana, e di particolari contesti tradizionali e classicisti come nella Cattedrale di Pisa (iniziata  nel 1063-64 e consacrata da papa Gelasio II nel 1118) o nel battistero di San Giovanni a Firenze.

L’influenza della cultura greca sfrutta in tutto il periodo del Mille i canali romani e veneziani, ai quali si aggiungerà nel secolo successivo, quello delle città siciliane.

A livello storico e critico è sempre vivace la discussione sulle direzioni di flusso verso o dall’Occidente, e di riflesso, sulla reciproca influenza. Nella pittura, l’espressività quasi illusionista dell’arte bizantina, deve tuttavia fare i conti con altri elementi di valutazione, come quelli tradizionali delle svariate zone d’Europa, talvolta semplici e superabili come nell’incontro con il naturalismo e la stabilità formale della classicità delle decorazioni nella basilica benedettina Sant’Angelo in Formis (Capua), talvolta con maggiori difficoltà per il rigore nella composizione e per il forte accento grafico persistente nella pittura, come nella Collegiata di S. Giorgio ad Oberzell (isola di Reichenau nel lago di Costanza) o nell’abbazia di Lambach (alta Austria).

Il Cristo Pantocratore, basilica benedettina Sant’Angelo in Formis (Capua)
Il Cristo Pantocratore, basilica benedettina Sant’Angelo in Formis (Capua), foto da Wikimedia Commons
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