Madonna col Bambino (Vienna) di Albrecht Dürer

Dürer: Madonna col Bambino (Vienna)

Albrecht Dürer: Madonna col Bambino (Vienna)
Dürer: Madonna col Bambino, cm. 49 x 37, Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Sull’opera: “Madonna col bambino” è un dipinto autografo di Albrecht Dürer, realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1512, misura 49 x 37 cm. ed è custodito nel Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Sul dipinto compaiono il monogramma e l’anno d’esecuzione, 1512. In precedenza – probabilmente – la tavola faceva parte della collezione dell’Imperatore Rodolfo II d’Asburgo (Vienna, 1552 – Praga, 1612), ma è possibile – non escludendo la prima supposizione – che fosse appartenuta anche alla famiglia Pirckheimer.

Nella robusta figura del Bambino i Tietze (1937) leggono un’ispirazione alla pittura del Verrocchio. Nel periodo barocco questa “Madonna” è stata riprodotta numerosissime volte da piccoli e grandi pittori. Attualmente si trova in perfetto stato di conservazione.

Madonna col Bambino (Kress) di Albrecht Dürer

Albrecht Dürer: Madonna col Bambino (Kress)

Albrecht Dürer: Madonna col Bambino (Kress)
Albrecht Dürer: Madonna col Bambino, cm. 50 x 39, National Gallery of Art (Kress) di Washington.

Descrizione e storia del dipinto

Sull’opera: “Madonna col bambino” è un dipinto autografo di Albrecht Dürer, realizzato con tecnica a olio su tavola intorno al 1498, misura 50 x 39 cm. ed è custodito nella National Gallery of Art (Kress) di Washington.

Descrizione

Il supporto ligneo del dipinto in esame è lo stesso di quello presentato nella pagina successiva, con la raffigurazione della scena di “Lot e le figlie” (“La fuga di Sodoma”). Quello della “Madonna col bambino” gli esperti lo considerano come lato principale.

Nella zona in basso, su entrambe le estremità, appaiono due stemmi. Quello sulla destra viene identificato come appartenente alla famiglia Haller von Hallerstein, committente dell’opera, mentre di quello raffigurato sul lato opposto non se ne conosce il significato.

Storia

Della storia della tavola non si conosce molto, se non gli ultimi possessori: collezione Phillis Loder, Samuel Kress (1950), National Gallery di Washington.

Altare di Paumgartner – S. Giorgio e S. Eustachio di Albrecht Dürer

Albrecht Dürer: Altare di Paumgartner – S. Giorgio e S. Eustachio

Albrecht Dürer: Altare di Paumgartner - S. Giorgio e S. Eustachio
Albrecht Dürer: Altare di Paumgartner – S. Giorgio e S. Eustachio, cm. 157 x 61 (ciascuno). Alla Vergine Annunziata

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Sull’opera: “S. Giorgio e S. Eustachio” sono due dipinti autografi di Albrecht Dürer, appartenenti al trittico dell’Altare di Paumgartner, realizzati con tecnica a olio su tavola intorno al 1502-4, misurano entrambi 157 x 61 cm. e sono custoditi nella Alte Pinakothek a Monaco.

Le due tavole sono state dipinte anche sul lato opposto. La loro storia esterna coincide in tutti i particolari, compreso il fatto che entrambe le tavole furono integrate con altre pitture, sia nel lato della stesura che sul lato opposto.

S. Giorgio: Si presume che il personaggio da identificare nella figura di S. Giorgio sia Stephan Paumgartner, un componente della famiglia patrizia sveva che commissionò il complesso pittorico.

Questo pannello e quello del S. Eustachio recavano, sulla faccia opposta, due altri dipinti (una “Annunciazione” monocromatica, della quale attualmente rimane solo la Vergine Annunziata [pag precedente], e “L’Angelo Annunziante”).

Lo sfondo di entrambi i dipinti, fu trasformato in seguito in un articolato paesaggio, eliminato durante un restauro nel corso dell’Ottocento.

S. Eustachio:

Questo pannello ha le stesse caratteristiche di quello con raffigurato il S. Giorgio. Una silografia di Cranach con la raffigurazione di san Giorgio, datata 1506, rivela una eccezionale somiglianza con l’opera in esame.

Altare di Paumgartner – La Natività di Albrecht Dürer

Albrecht Dürer: Altare di Paumgartner – La Natività di Albrecht

Albrecht Dürer: Altare di Paumgartner - La Natività
Albrecht Dürer: La Natività, cm. 155 x 126 (Realizzata con aiuti)

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Sull’opera: “La Natività” è un dipinto di Albrecht Dürer, appartenente al trittico dell’Altare di Paumgartner, realizzato (con aiuti) con tecnica a olio su tavola nel 1504, misura 155 x 126 cm. ed è custodito nella Alte Pinakothek a Monaco.

Nel fondo viene raffigurato l’annuncio dell’angelo ai pastori. In basso, a sinistra, vengono identificati tre componenti della famiglia patrizia sveva dei Paumgartner (Martin, morto nel 1478 con i propri figli Stephan e Lucas) e un anziano offerente (con la barba). Lo stemma – interpretato in vari modi per quello dei Paumgartner [“DH” 1910] – dovrebbe essere, secondo von Schmelzing, un prozio di Martin (‘MJBK” 1937-38), che più tardi sposò la sua vedova.

Sul lato opposto viene identificata Barbara, la moglie di Martin, morta nel 1494, con le proprie figlie Barbara e Maria.

I Tietze (1928 e 1937], che raffrontarono le strutture compositive dell’opera con la pittura italiana, presuppongono che Hans Schaufelein abbia collaborato alla realizzazione dell’opera. Quest’ultimo avrebbe anche ispirato abbondantemente in Dürer la propria “Adorazione dei Magi” (Innsbruck, Ferdinandeum).

Leprotto (Vienna) di Albrecht Dürer

Albrecht Dürer: Leprotto (Vienna)

Albrecht Dürer: Leprotto (Vienna)
Albrecht Dürer: Leprotto, cm. 21,5 x 22,6, Museo dell’Albertina, Vienna.

Sull’opera: “Leprotto” è un dipinto autografo di Albrecht Dürer, realizzato con tecnica ad acquerello e guazzo su cartoncino nel 1502, misura 21,5 x 22,6 cm. ed è custodito nel Museo dell’Albertina a Vienna.

Monogramma e data – come l’intera opera – sono certamente autografi di Dürer.

Rimasto vivo dopo la cattura e tenuto da solo in una stanza (nell’occhio destro viene riflessa una finestra e l’ombra dà su un pavimento rialzato), questa graziosa lepre, dalle orecchie rigide per il terrore, rivela la forte passione dell’artista per gli animali.

Inoltre viene manifestata la grande abilità dell’artista nella composizione dei particolari: un capolavoro di espressività di notevole importanza che, prima ancora che coloristico, viene collocato fra i più famosi acquerelli di Dürer.

Una copia della rappresentazione in esame, proveniente dalla collezione Gay, si trova al Museo del Louvre a Parigi.

Madonna degli animali (Vienna) di Albrecht Dürer

Albrecht Dürer: Madonna degli animali (Vienna)

Albrecht Dürer: Madonna degli animali (Vienna)
Albrecht Dürer: Madonna degli animali, cm. 32,1 x 24,3, Museo dell’Albertina, Vienna.

Sull’opera: “Madonna degli animali” è un dipinto autografo di Albrecht Dürer, realizzato a penna ed acquerello su cartoncino nel 1503, misura 32,1 x 24,3 cm. ed è custodito nel Museo dell’Albertina a Vienna.

In questa deliziosa composizione si ripropongono il Granchio di mare del Museum Boymans van Beuningen di Rotterdam, il Pappagallo dell’Ambrosiana di Milano, un cervo volante, un cane, un grifone, un picchio, una farfalla, un passerotto, una civetta, un gufo, cicogne e cigni, pecore e capre, una volpe al guinzaglio.

Tutti gli animali attorniano la Madonna col Bambino, un insieme di eleganza dolcezza e maestosità.

L’intero contesto è immerso nella vegetazione, tra cui primeggiano i fiori.

L’atmosfera creata dall’artista è da sogno in un panorama straordinariamente spazioso e profondo, sostenuto da un cromatismo tenero e delicato.

L’adorazione dei magi (Uffizi) di Albrecht Dürer

Albrecht Dürer: L’adorazione dei magi (Uffizi)

Albrecht Dürer: L'adorazione dei magi (Uffizi)
Albrecht Dürer: L’adorazione dei magi, cm. 100 x 114,  Galleria degli Uffizi, Firenze.

       Sull’opera: “L’adorazione dei magi” è un dipinto autografo di Albrecht Dürer, realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1504, misura 100 x 114 cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

Sul dipinto compare la data e la sigla dell’artista sulla pietra, in primo piano, presso la Madonna.

Secondo gli studiosi di storia dell’arte il trattasi dell’opera più significativa realizzata da Dürer nel primo decennio del Cinquecento, tra i due soggiorni italiani, e probabilmente, salvo la pittura ritrattistica, l’unica assolutamente autografa.

La tavola, il cui luogo d’origine è la Schlosskirche (Castle Church) di Wittenberg, fu commissionata da Federico III di Sassonia (Torgau, 1463 – Lochau 1525), detto Federico il Saggio.

L’influsso della pittura italiana sull’artista traspare – già prima della seconda visita a Venezia – nei ritmi compositivi, nella luminosità e nel cadenzato degradare degli elementi del paesaggio, verso una profondità sempre più vasta.

Aumenta qui la predilezione per le volte – che il pittore rappresenta spoglie, entusiasmato com’è nella configurazione geometrica delle pietre – per gli archi, per il suo stesso volto (il secondo dei tre re magi), che si presenta trasfigurato e come il più imponente e sontuoso dei re.

Madonna del Lucherino di Albrecht Dürer

Albrecht Dürer: Madonna del Lucherino

Albrecht Dürer: Madonna del Lucherino
Albrecht Dürer: Madonna del Lucherino, cm. 91 x 76, Staatliche Museen, Berlino.

Sull’opera: “Madonna del Lucherino” è un dipinto autografo di Albrecht Dürer, realizzato con tecnica a olio su tavola nel 1506, misura 91 x 76 cm. ed è custodito negli Staatliche Museen di Berlino.

Sul piccolo tavolo, in primo piano sulla sinistra, compare un cartiglio con la scritta autografa “Albertus durer germanus faciebat post Virginis partum 1506”, a cui segue il monogramma.

Secondo il Tietze in questo dipinto traspaiono influssi tizianeschi, che ritrovano conferma nello splendore del generale cromatismo, negli azzurri e nei verdi sgargianti probabilmente derivati dalla Madonna delle ciliegie del pittore veneziano (Kunsthistorisches Museum di Vienna).

In verità, per il resto degli esperti di storia dell’arte, pare trattarsi d’una ingegnosa variante della “Festa dei rosario” (Narodni Galerie di Praga), realizzata nello stesso periodo, o subito a ridosso di esso.

La documentazione relativa al Dürer non rivela assolutamente nulla sull’origine di questo significativo dipinto.

Adamo ed Eva (Museo del Prado) di Albrecht Dürer

Albrecht Dürer: Adamo ed Eva (Museo del Prado)

Albrecht Dürer: Adamo ed Eva (Museo del Prado)
Albrecht Dürer: Adamo ed Eva, cm. 209 x 81 (ciascuno), Prado, Madrid.

Sull’opera: “Adamo ed Eva” sono due dipinti autografi di Albrecht Dürer, realizzati con tecnica a olio su tavola nel 1507, misurano entrambi 209 x 81 cm. e sono custoditi nel Museo del Prado a Madrid.

Le due tavole furono eseguite in Norimberga, al ritorno del secondo viaggio in Italia.

Sebbene i due dipinti paiono integrarsi a vicenda in modo quasi perfetto, si sa per certo che furono realizzati ognuno a sé – come testimoniano anche le riproduzioni coeve e la firme singole – a rendere esplicito che scopo di Dürer non fosse tanto la narrazione di una scena biblica quanto la semplice esecuzione di due nudi.

Sull’ “Adamo”, in basso a destra, è riportato il monogramma autografo, mentre sulla raffigurazione dell’ “Eva”, intenzionata a prendere il frutto proibito che le offre il serpente, compare – appeso al ramo di melo che reca con la mano destra – un bianco cartiglio con la scritta: “Albertus Dürer almanus / faciebat post virginis / partum 1507 A.D.”.

In precedenza le due tavole appartennero a Cristina di Svezia (Stoccolma, 1626 – Roma, 1689), che le donò a Filippo IV d’Asburgo (Valladolid, 1605 – Madrid, 1665). Dopo più trasferimenti in ambienti di regi palazzi pervennero all’Accademia reale, ove vi rimasero dal 1777 al 1827, quindi passarono al Museo del Prado a Madrid, l’attuale sede.

Il martirio dei diecimila di Albrecht Dürer

Albrecht Dürer: Il martirio dei diecimila

Albrecht Dürer: Il martirio dei diecimila
Albrecht Dürer: Il martirio dei diecimila, cm. 99 x 87, Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Sull’opera: “Il martirio dei diecimila” è un dipinto autografo di Albrecht Dürer, realizzato con tecnica a olio su tavola (attualmente si trova su tela) nel 1508, misura 99 x 87 cm. ed è custodito nel Kunsthistorisches Museum a Vienna.

In una delle due figure al centro della composizione – quella a destra con uno smagliante mantello francese acquistato durante un soggiorno veneziano – viene identificato il Dürer.

Scorrendo ancora verso destra troviamo la scritta: “Iste Faciebat ano domini 1508 / albertus Dürer aleman”.

L’opera fu commissionata dall’elettore di Sassonia Federico III, detto il Saggio (Torgau, 1463 – Lochau, 1525), che la pagò 280 fiorini.

Più tardi entrò a far parte della collezione Granvelle, e quindi , nel 1600, in quella di Rodolfo II (Vienna, 1552 – Praga gennaio 1612), Imperatore del Sacro Romano Impero.