L’Ottocento e l’industria nell’arte (continuo)

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L’arte, la tecnica e l’industria nell’Ottocento

Tutto ciò che esiste in natura può essere riprodotto. Si possono riprodurre i soggetti paesaggistici, figurativi e le forme disegnate, con le nuove tecniche fotografiche e con nuovi impianti di stampa.

La novità è che, con queste tecniche si possono eseguire una quantità illimitata di copie in tempi ristrettissimi.

La rappresentazione fotografica e di stampa, ha la caratteristica di essere economica. L’informazione a vasto raggio, la comunicazione e lo scambio delle opinioni, la divulgazione di nuovi stili di vita, di modelli e delle mode diventano dinamici ed estesi.

Il rinnovamento industriale che si afferma nei paesi europei, specialmente in quelli settentrionali, negli ultimi decenni dell’Ottocento ha notevoli ripercussioni in tutti i campi, entrando da tutte le direzioni, nella quotidianità della gente. Questo, tra parentesi, è anche il periodo in cui i commissionari delle opere pittoriche aumentano la loro importanza con il forte sviluppo della classe borghese che arriva a superare in larga misura, gli ecclesiastici e gli aristocratici messi insieme.

I nuovi sviluppi della scienza riguardano anche il mondo delle immagini. Nascono sofisticati macchinari per la stampa e la macchina fotografica, capaci di riprodurre meccanicamente la realtà, quasi toccata con mano, attraverso immagini che spiegano con una completa particolarità un microscopico istante di vita vissuta.

Arts, crafts e la nascita del design nell’Ottocento

Nasce il nuovo mondo, tutto impegnato nello sviluppo dell’industria e, come conseguenza diretta , nell’urbanizzazione di insediamenti nelle metropoli. William Morris (scrittore ed artista inglese, fondatore di Art- Craft, Clay Hill 1834 – Londra 1896) considera come obbligata l’elaborazione di un’ inedita ed estesa percettibilità del “bello”, concentrata nei valori di un fondamentale e colto decorativismo. Nel suo contributo intitolato “The Arts and Crafts of today” del 1889, Morris afferma cose molto dure, di grandissimo effetto: «Se non metterete arte negli oggetti d’uso, voi, non soltanto avrete un prodotto insignificante, ma un prodotto che a ogni passo della vostra vita materiale e del suo “progresso” tenderà verso la morte della razza umana».

Le conseguenze dell’operazione estetica esposta da Morris portano subito alla riconsiderazione del tema decorativo come punto di arrivo insostituibile nella vita dell’uomo, ma anche ad un’esaltazione esagerata della calcolata caratteristica estetica nelle nuove creazioni di arredo. Il movimento Arts and Crafts, ristretto nel giro di Morris, incoraggia una considerazione analitica e funzionale sulle possibili tendenze ad un’estetica nell’età delle apparecchiature meccaniche industriali. Il programma culturale di Morris viene approfondito anche da altre persone di primo piano appartenenti al gruppo.

L’ampliamento e lo sviluppo dei nuovi mezzi di trasporto, via ferroviaria e via marittima, favorisce una forte crescita negli scambi commerciali nazionali e soprattutto internazionali, nei quali vengono venduti i nuovi prodotti che le industrie fabbricano in grandissima quantità. È proprio in questo periodo che vengono espressi i principi di quella estetica funzionale delle elaborazioni industriali, che troverà interessantissimi sviluppi nel Novecento in Germania ed un po’ meno in Austria, negli schemi proposti dal Bauhaus e dal Werkbund.

I moderni metodi tecnologici per l’elaborazione dei materiali tradizionali e nuovi, saranno svecchiati in previsione di un’adeguata semplificazione e determinazione degli oggetti riservati alla quotidianità. In questo quadro prospettico, lo sviluppo delle forme degli oggetti è messa in relazione al miglioramento dei procedimenti indirizzati anche e soprattutto, all’economicità dei prodotti fabbricati. Il designer Lewis Day (1845-1910) a proposito di tutto questo scrive: «Che ci piaccia o no, le macchine, la forza del vapore e l’elettricità, per quanto ne sappiamo, avranno qualcosa a che fare con la decorazione del futuro.» Queste opinioni, espresse ed anche approvate dalla società, testimoniano l’ormai avvenuta separazione dell’operatore artistico dagli ideali del Romanticismo.

Le tecniche di stampa nell’Ottocento

Durante tutto l’Ottocento, le innovazioni tecniche nel campo della stampa influiscono sugli sviluppi delle produzioni appartenenti al mondo dell’arte: acquaforte, incisione, litografia e cromolitografia, riproduzioni di quadri famosi e di assortimenti di modelli per ornamento e costumi, diventano ormai accessibili al grande pubblico tanto quanto le produzioni di articoli come giornali, rotocalchi, trattati, cataloghi, libri e manifesti destinati alla pubblicità.

La litografia, frutto di un processo di stampa eseguito per la prima volta da Aloys Senefelder  (Praga 1771 – Monaco 1834) nel 1796,  rende realizzabile il passaggio di un’immagine disegnata su di una matrice di pietra convenientemente trattata con tipi di inchiostri generalmente grassi.

Francisco Goya y Lucientes (1746-1828), affascinato dalla spontaneità e dagli effetti della litografia è uno dei pionieri di questa tecnica. Nel 1819 prepara il suo primo capolavoro litografico dal titolo “La vieja hilandera” per poi realizzare qualche anno dopo, tra il 1824 e il 1828 a Bordeaux, altre litografie rimaste famose.

Molti altri protagonisti dell’arte pittorica seguono l’esempio di Goya,  sperimentando le potenzialità espressive della giovane tecnica litografica. I più importanti sono: Théodore Géricault con la sua opera “Cavalli in scuderia” (1819) e le sue tredici litografie inglesi (1821), Eugène Delacroix con la raccolta di “Amleto” (1834-43), Édouard Manet con le sue celeberrime “Les courses” (1864) e “Rendezvous de chats” (1868), Auguste Renoir con “Dieterle” (1892), Toulouse-Lautrec con centinaia di litografie eseguite sin dal 1885, Pierre Bonnard con la famosa “Femme au parapluie” (1896) e le sue numerose altre litografie per la grafica editoriale, Édouard Vuillard con la rassegna specifica dei “Paysages et intérieurs” (1899)…… e poi altri grandi ancora come Paul Cézanne, Camille Pissarro, Edgar Degas, Paul Gauguin.

L’introduzione della litografia non intralcia la promozione e lo sviluppo delle altre più tradizionali tecniche di calcografia, come la famosissima acquaforte, già impiegata sin dall’inizio del XVI secolo. Nel 1765 Jean Baptiste Le Prince sperimenta l’acquatinta: una superficie porosa consente alla tecnica dell’acquaforte, un’estensione della gamma dei colori con risultati di mezzatinta.

Con l’utilizzo da parte degli artisti di queste nuove tecniche, gli eccezionali sviluppi in questo campo rendono realizzabile la riuscita di una qualificata editoria che si dedica alla fabbricazione di volumi illustrati.

Generalmente le opere letterarie di grande peso vengono riconsiderate con atteggiamento creativo, da artisti con l’intento di tradurre il linguaggio per mezzo di immagini di un certo rilievo. Testimonianze eccezionali sono le immagini di William Blake per la “Divina Commedia” (1824-27), la “Salame” di Oscar Wilde dotata di illustrazioni di Aubrey Beardsley nel 1894 e le immagini di Max Klinger destinate all’opera di Brahms, nella quale è la musica ad essere introdotta nel campo della raffigurazione iconografica.

Frammenti

  • Arts and Craft Movement è un movimento artistico-artigianale dedito alla ricerca nelle arti applicate, ovvero una positiva reazione artistico-intellettuale all’industrializzazione ormai sfrenata degli ultimi decenni dell’Ottocento.
  • arte, tecnica e sviluppo: Il progresso tecnologico dà un duro colpo all’arte del Romanticismo.
  • L’artigianato diventa una forma di espressione, non soltanto della creatività dell’uomo, ma anche del suo lavoro e dei suoi bisogni.
  • John Ruskin, seguace di Pugin afferma che il nuovo linguaggio deve fondare le sue origini sul lavoro medievale, cioè dal lavoro semplice dell’uomo, in contrapposizione alla freddezza dello sviluppo industriale.
  • La rivoluzione industriale inizia intorno alla metà dell’Ottocento e segna un importante passaggio nella produzione degli oggetti.
  • Il movimento denominato “Arts and Crafts” si propone qualcosa di nuovo e di bello, in contrapposizione alla bruttezza imperante della produzione industriale dell’Ottocento.
  • Del gruppo Arts and Craft fanno parte scrittori, architetti, disegners, artigiani, e vede nelle sue prime fila anche gli artisti preraffaelliti come Dante Rossetti e Burne-Jones.
  • Il linguaggio “Art and Crafts” viene applicato alla costruzione di mobili, arazzi, tappeti, carte da parati ed  oggetti di vario genere, caratterizzandosi per eleganza e sobrietà con decorazioni stilizzate, fondate su forme naturali.
  • Nonostante i sostenitori del lavoro puramente artigianale, più tardi, gli artisti aderenti al gruppo accetteranno la collaborazione con l’industria, valorizzando la progettazione come importante premessa alla fabbricazione di serie.
  • Hans Christian Andersen (1805-1875), celebre per il suo contributo nel campo della letteratura dell’infanzia, ha prodotto artigianalmente, insieme a Adolph Drewsen, un libro con immagini, in occasione del compleanno della nipote. Il libro conteneva un migliaio di immagini ritagliate dai giornali, annunci pubblicitari e riviste, incollate e, molte delle quali, colorate a mano
  •  Molti manifesti antichi sono arrivati a noi perché già in questo periodo sono considerati “cose di valore”.
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