Pittore Cesare Arbasia

Arbasia Cesare (probabilmente a Salluzzo intorno al 1547 – 1602?/1607?)

Cappella del Tabernacolo della Cattedrale di Cordoue
Sopra, una decorazione dell’artista: Cappella del Tabernacolo della Cattedrale di Cordoue.

Biografia Cesare Arbasia

Esiste un documento, scoperto dal Muletti nell’Archivio di Verzuolo (Saluzzo), dal quale si ricava che l’artista in esame era al servizio del comune di Saluzzo come “egregio pittore” a partire dal 1567.

Cesare nacque verosimilmente presso Salluzzo intorno al 1547. In questa città il pittore risiedette fino al 1570 circa.

Secondo i più antichi studiosi, compreso il Pacheco, in un certo periodo Cesare si trovava a Roma con Pablo de Céspedes (Cordova 1538 – ivi 1608), con cui lavorò fianco a fianco per sette anni nella bottega che gestivano insieme.

I lavori romani sono testimoniati dagli affreschi in Trinità dei Monti: risulta che di mano di Arbasia siano le Sibille, raffigurate nel sottarco, e la Natività della parete destra. Per quanto riguarda il periodo della permanenza, dato che il de Céspedes si allontanò da Roma nel 1577 e l’artista in esame si trovava a Malaga nel 1579, si pensa che il periodo romano sia iniziato intorno al 1570, certamente dopo il suo primo soggiorno a Salluzzo, dove acquisì – influenzato dal Bernardino Lanino (Montabone 1568 circa – Moncalvo 1625) – uno stile di stampo manierista piemontese, aperto ad integrazioni lombardo-bolognesi, ma anche romane.

Più tardi, dopo il viaggio nella capitale e il soggiorno spagnolo, l’Arbasia avvicinò il suo stile a quello dei fratelli Zuccari (Federico e Taddeo Zuccari, o Zuccaro) e, per quanto riguarda le sue opere da cavalletto, quale pittore paesaggistico, ai fiamminghi Matteo Bril (o Brill) e, soprattutto, Jean Soens.

Appartiene al periodo 1585-6 la decorazione del sagrario della cattedrale di Cordova, con gli affreschi delle Scene del Nuovo Testamento, in cui compaiono figure di martiri e Profeti; meno significativo, ma sempre autografo dell’artista, il retablo con il Commiato di Cristo dalla Vergine.

Nel 1586 Cesare si trovava con i Peroli per la decorazione del palazzo del marchese di Santa Cruz; quindi a Viso (in Spagna presso Cordova), dove il suo stile fu influenzato dai pittori Genovesi presenti a quel tempo a Cordova.

Nel 1593 l’Arbasia viene ricordato nella documentazione relativa alla fondazione dell’Accademia di San Luca a Roma.

Gli ultimi anni l’artista li trascorre al servizio della corte sabauda (fino al 1601) come decoratore, ritrattista e Pittore della Camera del duca Carlo Emanuele. Il Palomino riferisce al 1602 l’anno della sua morte ma tale data è da considerarsi inesatta perché esiste un documento attestante che, nel 1607, egli avrebbe dovuto decorare, insieme a Federico Zuccari, la galleria del Palazzo Reale, andata poi distrutta in un devastante incendio.

Bibliografia

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J. A. Céan Bermudez, Diccionario Histórico de los más illustres professores de las Bellas Artes, I Madrid , anno 1800, rif. a pag. 42 s.;

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M. Bressy, C. A., in L’Arte,n. s., XXV (1960); XXXVI (1961);

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