Tecnica dell’acquerello

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Acquerello: la tecnica dell’acquerello è molto conosciuta. L’acquerello si avvale di colori finemente macinati solubili in acqua, precedentemente elaborati con la glicerina (spesso anche con miele e zucchero) e la gomma arabica.

Edouard Manet: Isabelle Lemonnier, 1880 acquerello cm.20,1 x12,4, Museo d’Orsay Parigi.
Edouard Manet: Isabelle Lemonnier, 1880 acquerello cm.20,1 x12,4, Museo d’Orsay Parigi.

I colori ad acquerello vengono usati in stesure alquanto liquide e trasparenti su supporti generalmente cartacei. Nell’impasto è bene rinunciare completamente al pigmento bianco come elemento, in quanto si raggiungono, in questa maniera, soddisfacenti risultati e gradazioni di colore più luminose.

La caratteristica propria di questa tecnica è data dal fatto che, apportando strati di colore più diluito, si ottengono acquose e leggere velature che danno il senso di ottima trasparenza.

Nella tecnica dell’acquerello, il massimo della luminosità è rappresentato dal fondo del foglio e la stesura del pigmento colorato corrisponde ad un continuo scalare verso le gradazioni sempre più scure ed intense.

Il supporto impiegato, come già sopra descritto, è generalmente la carta – preferibilmente del tipo non ingiallente – la pergamena, il vetro e la porcellana. Su questi due ultimi supporti è preferibile che l’acquerello, dopo l’essiccazione, venga poi fissato con vernici finali.

Si può parlare di forma artistica vera e propria di questa tecnica soltanto dal 1700, quando i primi paesaggi su carta furono realizzati dagli artisti olandesi.

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