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Giorgione: Pala di Castelfranco, cm. 152, Chiesa di San Liberale, Castelfranco Veneto.

Breve biografia e vita artistica di Giorgione

Breve biografia e vita artistica di Giorgione

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Giorgio, o Zorzi da Castelfranco

Giorgione: la pala di Castelfranco
Giorgione: La pala di Castelfranco

Sulla biografia di Zorzi o Giorgio Barbarelli da Castelfranco, detto il Giorgione, si ha soltanto qualche frammentata notizia.

Giorgione è uno degli esponenti più importanti del Rinascimento veneziano, morto di peste all’età di trent’anni (nato il 1470/77? e morto nel 1510).

Oltre alla Pittura, si interessa anche di musica e di poesia ed è un assiduo frequentatore di salotti delle famiglie aristocratiche veneziane.

Dalle sue opere risultano evidenti gli influssi di Leonardo, Dürer e di Giovanni Bellini.

Giorgione: La tempesta
Giorgione: La tempesta

Il suo stile si contraddistingue da quello degli artisti a lui contemporanei soprattutto per l’importanza assunta dal colore rispetto alla linea ed alla composizione, mentre le tematiche sono tra le più svariate, talvolta fantastiche, spesso tendenti ai toni scuri. Paesaggistica e figurativo si amalgamano in un’avvertibile armonia dentro una realtà creata da innumerevoli sfumature.

La sua pittura influenzerà altri grandi Maestri del colore come Tiziano, Palma il Vecchio e Sebastiano del Piombo. Per questo motivo c’è stata nei secoli molta incertezza nell’attribuzione di vari dipinti fra lui e Tiziano.

Giorgione: Il fregio di casa Pellizzari
Giorgione: Il fregio di casa Pellizzari

I suoi abituali committenti sono un ristretto giro di famiglie aristocratiche legate al mondo della cultura che gli richiedono, di solito, realizzazioni di tematiche figurative con personaggi velati da mistero, mentre le opere eseguite per la pubblica committenza, risultano essere soltanto una tela (andata perduta di cui non si conosce il soggetto) eseguita per il Palazzo Ducale di Venezia e l’affresco del Fondaco dei Tedeschi (quasi completamente perduto), attualmente alle Gallerie dell’Accademia di Venezia.

Di questo affresco rimane soltanto la figura dell’ignuda.

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