Valori plastici del Novecento

Valori plastici del Novecento

Il Realismo Magico

Nel 1925 Franz Roh definisce la tendenza al Realismo Magico come una versione del linguaggio espressionista, meno impegnata ideologicamente e permeata da una sfumatura poetica, atta ad attenuare la tipica crudezza del movimento a cui appartiene ed a conferire alla scena un’atmosfera immota e senza tempo.

Massimo Bontempelli è il primo in Italia a disegnare un’arte che rifiuta la realtà, con una poetica ed un linguaggio che s’adatta all’interpretazione di grandi artisti  come Antonio Donghi, Cagnaccio, San Pietro, Riccardo Francalancia  e dello scultore Arturo Martini.

I linguaggi della Pittura Metafisica e dei Valori Plastici negli anni 20, stimolano intensi scambi artistici e culturali tra la Germania e l’Italia.

Nasce la comune formulazione che richiama il ritorno ad una figurazione naturalistica trasfigurata e contenente una ben definita ambiguità, che travalica limiti di tempo e spazio, proponendosi come assoluto e permanente.

“Valori plastici” è una rivista artistica nata a Roma nel 1818 – diretta dal pittore Mario Broglio – e pubblicata fino al 1922.

Nasce principalmente con lo scopo di diffondere le idee estetiche del movimento metafisico e delle varie correnti d’Avanguardia che si sviluppano via via in Europa.

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