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Tiziano Vecellio: Sacra conversazione con i donatori Pesaro (Pala di Pesaro), cm. 268, Santa Maria gloriosa dei Frari.

La pittura di Tiziano Vecellio – 3

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Tiziano Vecellio (1490? – 1576)

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Sacra conversazione con i donatori Pesaro (Pala di Pesaro), cm. 268, Santa Maria gloriosa dei Frari.
Sacra conversazione con i donatori Pesaro (Pala di Pesaro), cm. 268, Santa Maria gloriosa dei Frari.

Tra il 1519 ed il 1526 Tiziano realizza la celebre Pala di Pesaro, nota anche come la “Sacra conversazione con i donatori Pesaro, custodita nella chiesa di Santa Maria gloriosa dei Frari a Venezia.

Il dipinto, sotto l’aspetto iconografico, si presenta con una eccezionale novità in una composizione realizzata in diagonale con l’impiego di due gigantesche colonne – una più grande dell’altra solo per effetto prospettico – attraversate da scure nuvole che con la loro volumetrica forma e con gli effetti d’ombra sulle stesse colonne, enfatizzano la profondità dello spazio in cui sono collocate anche le figure. Sulle nubi stanno due putti alati recanti i simboli della passione.

La scena, inserita in basso al di là dell’arco in primo piano, è stata collocata al centro di uno spazio che sembra non avere fine, né verso destra, né verso sinistra e neanche verso l’alto, dominato da un cupo cielo.

L’equilibrio coloristico è perfetto e si presenta in una decisa e tranquilla luminosità non esaltata nella parte inferiore del gruppo, ma più chiara nella Vergine con il Bambino. Con l’impiego di pregiate sfumature, effetti di luce-ombra e gradevoli contrasti, Tiziano crea un effetto di grande realismo oltre che di centralità del gruppo Madonna-Bambino; questo, inteso come gruppo trionfale, rappresenta il vessillo di gloria, al quale il pittore vuol far corrispondere lo stendardo rosso broccato in oro della Famiglia Pesaro.

La presentazione di Maria al tempio, cm. 345 x 775, Gallerie dell’Accademia di Venezia
La presentazione di Maria al tempio, cm. 345 x 775, Gallerie dell’Accademia di Venezia

Il Maestro ricorre in altri suoi dipinti a composizioni di gruppi altrettanto monumentali come nella ritmica ed ellittica “Sepoltura di Cristo” (Louvre),  realizzata tra il 1520 ed il 1525 su commissione del Duca di Mantova, senza gli equilibrati contrapposti delle maniere raffaellesche, ma in un cromatismo più omogeneo che conferisce una triste atmosfera in presenza di una luce crepuscolare.

Nella “Presentazione della Vergine al Tempio (part sinistro  part. destro) (Gallerie dell’Accademia di Venezia), realizzata tra il 1534 ed il 1538 per la Scuola della Carità a Venezia, Tiziano trova una straordinaria unità e punto di equilibrio tra ambiente e figure attraverso costruzioni mantegnesche e colonnato, la cui struttura prospettica ha impostazioni diverse da quella della folla e dei personaggi collocati nei primi piani. Qui, soltanto la figura della Vergine domina su tutte le altre.

1532, Galleria Palatina di palazzo Pitti a Firenze
1532, Galleria Palatina di palazzo Pitti a Firenze

In altre sue grandi opere ma di più piccole proporzioni, Tiziano ritrae in tagli di mezze figure, come nella “Maddalena penitente (1532, Galleria Palatina di palazzo Pitti a Firenze), stagliata in un movimentato cielo ricco di colori, con il bellissimo e caldo carnato ricoperto soltanto da una lunga e dorata capigliatura; in altre opere, sempre di piccole dimensioni, egli approda a pregiatissime tematiche di “genere” come nella “Madonna del coniglio” (1530, Louvre a Parigi), dalla quale si evidenzia un’eccezionale eleganza. Il Maestro, nel ritrarre personaggi isolati, utilizza un cromatismo sempre più prezioso in una struttura piramidale raffaellesca, come nel Vincenzo Mosti (1526, Galleria Palatina di Palazzo Pitti).

Moltissimi sono i personaggi ritratti da Tiziano Vecellio durante la sua lunghissima attività artistica.

(continua)

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