L’Ultima cena (Sant’Apollonia) di Andrea del Castagno

Andrea del Castagno: L’Ultima cena (Sant’Apollonia)

Andrea del Castagno: Cenacolo di Sant'Apollonia - L'Ultima cena (Sant'Apollonia)
Andrea del Castagno: Cenacolo di Sant’Apollonia (L’Ultima cena), cm. 975 x 453, anno 1447, ex-monastero di Sant’Apollonia, Firenze.

Sull’opera: “L’Ultima cena” è un dipinto autografo di Andrea del Castagno, appartenente al ciclo di affreschi del Cenacolo di sant’Apollonia, realizzato nel 1447, misura 975 x 453 cm. ed è custodito nell’ex omonimo monastero a Firenze. 

La scena dell’Ultima Cena viene raffigurata all’interno di un piccolo edificio, ripreso dall’esterno, di cui non appare la parete frontale anteriore: una specie di “triclinium imperiale” nello stile riproposto nel corso del Quattrocento dal noto architetto Leon Battista Alberti (Genova, 1404 – Roma, 1472).

Ogni minimo dettaglio è rappresentato con cura: si osservi i particolari del soffitto, del tetto, della pavimentazione, delle pareti laterali e di quella frontale, delle “sezioni” dei muri in laterizio che contengono la scena.

La strutturazione prospettica è rigorosa e razionale, con un energico scorcio laterale, in cui ogni elemento costituente ha una sua specifica collocazione geometrica.

L’ “Ultima cena” si svolge in una grande stanza di vecchio stampo, riccamente decorata, raffinata ed elegante in ogni suo accessorio.

Nella scena, drasticamente scorciata, i personaggi, in atteggiamenti posati e solenni, sono allineati secondo il ritmo orizzontale convergendo verso il gruppo centrale, costituito dal Cristo, Giuda (seduto, a differenza degli altri apostoli, al di qua della tavolata) e Giovanni.

Le figure dei personaggi sono profondamente caratterizzate da espressioni realistiche ed assai variate, ripresi in più atteggiamenti, sia statici che dinamici. Il vigoroso contorno le spinge verso il fondo, con l’impiego di una cruda illuminazione proveniente da destra.

Tipici risultano, sia il tratto – netto e deciso – che la variazione cromatica alquanto repentina, che accentuano la già incisiva espressività.

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