Adorazione dei Magi di Filippino Lippi

Adorazione dei Magi di Filippino Lippi

Filippino Lippi: Adorazione dei Magi
Adorazione dei Magi, anno 1496, tecnica ad olio su tavola di quercia, 258 x 243 cm., Galleria degli Uffizi, Firenze.

Sull’opera: “Adorazione dei Magi” è un dipinto di Filippino Lippi realizzato con tecnica a olio su tavola intorno al 1496, misura 258 x 243 cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

Storia

Un’Adorazione dei magi fu commissionata nel 1481 a Leonardo da Vinci dai frati di San Donato in Scopeto. La tavola venne iniziata dall’illustre artista e non fu mai portata a termine perché egli dovette recarsi a Milano (come scrive il Vasari nel 1568). Passarono quindici anni affinché i canonici della chiesa, trovando ancora la tavola in stato di abbozzo, dovettero incaricare Filippino Lippi per una composizione avente lo stesso tema e formato.

Il Lippi portò a compimento l’opera rispettando tempi e soggetto. Con l’assedio di Firenze del 1529 e la conseguente distruzione della chiesa, la tavola subi trasferimenti. Entrò nelle collezioni del cardinale Carlo Ferdinando de’ Medici (Firenze, 1595 – Montughi, 1666), alla cui morte finì nelle raccolte granducali e quindi alla Galleria degli Uffizi.

Descrizione dell’opera

La tavola richiama l’Adorazione dei magi (1745 circa, Uffizi)  del suo celebre maestro, Sandro Botticelli, alla quale si rifà abbastanza fedelmente, soprattutto nella scena centrale con la medesima struttura compositiva, capanna e figure collocate ai lati su due quinte che degradano in profondità. Filippino non si riferì certamente all’esempio leonardesco con la sua vorticosa manifestazione di stati d’animo, ma si basò esclusivamente su precise fonti letterarie, probabilmente richieste dai commissionari, ligi soprattutto a qualcosa di più tradizionale, magari legata alla regola agostiniana come le omelie di sant’Agostino sull’Epifania.

Il santo di Ippona, infatti, scriveva che il Bambino Gesù lo offrirono all’adorazione dei pagani per salvare i popoli della terra. Su tale indicazione probabilmente  Filippino dipinse, ai lati del sacro gruppo, molti altri sconosciuti personaggi vogliosi di conversione, tra i cui i magi ne sono i più celebri esempi.

L’opera era in precedenza costituita anche da una predella suddivisa in cinque pannelli raffiguranti santi a mezzobusto. Attualmente è smembrata e custodita in diversi musei: North Carolina Museum of Art di Raleigh ed altre collezioni private.

Sotto: due dei cinque elementi della predella (North Carolina Museum of Art)

San Donato
San Donato
Sant'Agostino
Sant’Agostino
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