Il battesimo di Cristo (particolare) di Leonardo da Vinci

Leonardo da Vinci: Il battesimo di Cristo (particolare)

Leonardo da Vinci: Particolare del "Battesimo di Cristo
Particolare del “Battesimo di Cristo”1472-1478, (assieme 177 x 151) Uffizi, Firenze.

Il “Battesimo di Cristo”  (assieme 177 x 151), periodo 1472-1478,  si trova agli Uffizi, Firenze.

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Sull’opera: “Battesimo di Cristo” è un dipinto di Leonardo, del Verrocchio ed altri artisti (tra cui forse il Botticelli) realizzato con tecnica ad olio e tempera su tavola nel 1472-1478, misura 177 x 151 cm. ed è custodito agli Uffizi di Firenze.

L’opera fu realizzata per il chiostro della chiesa di San Salvi. Da qui pervenne al chiostro delle Vallombrosane di Santa Verdiana. “Il Battesimo di Cristo” fu ritrovato in questo luogo da una Commissione (dipartimento dell’Arno) formatasi allo scopo di catalogare oggetti d’arte e di scienza presenti nelle comunità religiose (conventi, monasteri, chiese ….). Nel 1810 fu trasferito all’Accademia di Belle Arti, e dopo poco più di un secolo (1914) pervenne agli Uffizi di Firenze.

 Secondo una notizia dell’Albertini nel suo “Memoriale” (1510) l”intervento di Leonardo da Vinci fu limitato alla realizzazione dell’angelo in primo piano: “… in Sancto Salvi opere bellissime, et uno angelo dì Leonardo Vinci”. La tesi del solo angelo realizzato da Leonardo fu sottoscritta anche dal Vasari il quale la integrò con quella del Billi.

Lo spicco dell’angelo di Leonardo, in un morbido cromatismo con soffici giochi di luce ed ombra, configurato in più “direzioni di movimento”, ripreso in diverse prospettive, certamente dovette interessare i fiorentini come testimoniano due piccole miniature uscite dalla celebre bottega di Attavante. La prima miniatura, realizzata nel periodo 1483-1485, dimostra chiaramente l’impiego diretto della coppia di angeli; nella seconda, eseguita nel 1487, appare solo l’angelo di Leonardo da Vinci (Riportato dal Chastel in Art et Humanisme a Florence…, 1959).

Ciò che attestò il Vasari nella biografia del Verrocchio ed in quella di Leonardo, e già dalla prima pubblicazione uscita nel 1550, poi riproposta all’unanimità da tutti gli studiosi con l’ immancabile integrazione dello “scoraggiamento del Verrocchio”, che per fare un dispetto al suo discepolo, più che per l’invidia, avrebbe lasciato incompiuto il dipinto, non è vero e non fu accolta dagli studiosi del Novecento. Fra questi il Thiis nelle pubblicazioni del (1909 e 1914) ed il Reymond (Verrocchio, 1906).

Qualce studioso di Storia dell’arte assegnò l’angelo ad un ipotetico allievo del Verrocchio ma tale ipotesi non fu neanche presa in considerazione. Oggi l’attribuzione dell’Angelo a Leonardo è unanime.

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