Il modernismo

Il modernismo

Caratterizzato da un tratto sinuoso che richiama con franchezza l’arabesco, aperto all’esotismo ma vincolato alle tradizioni, soprattutto quelle regionali, il modernismo invade in pochissimo tempo tutta l’Europa, sotto forma di stile continentale.

Si manifesta, nel campo dell’architettura, scultura e pittura, nella decorazione e negli oggetti di prestigio.

A partire dalla fine dell’Ottocento, fino agli anni della Grande Guerra (14/15 -18), la rincorsa alla novità nel campo artistico mette in moto, in tutto il continente europeo, una sconvolgente ricerca. Questa si connota di principi formali e premesse teoriche fondamentalmente unitari anche se il nuovo linguaggio assume nomi diversi nelle varie nazioni: “jugendstil”  in area prevalentemente mitteleuropea, “artn-ouveau” in Francia e “Liberty” in Italia ed in Inghilterra.

La ferma fiducia nel progresso in tutti i campi, compreso quello tecnologico, insieme al rigetto dell’eclettismo dei linguaggi storici, spiega la nascita di uno stile che richiama in modo diretto la natura, ricco di motivi vegetali e figurativi espressi con energico segno decorativo, deciso, sciolto e pieno di vitalità.

Questo nuovo linguaggio viene universalmente impiegato in tutti i campi, dalla pittura, all’architettura e alla scultura, ma influenza soprattutto quelli dell’edilizia, ceramica, ebanisteria e grafica del ferro lavorato. La funzionalità e l’utile si identificano, il più delle volte, con la forma e la decorazione, cioè con l’eleganza ed il bello.

La civiltà borghese del periodo, ormai in rapido sviluppo economico, ricerca la peculiarità del bello anche nei prodotti di uso comune. Nel campo pittorico preferisce temi naturalistici formulati con nuovi rapporti tra tratto e superficie, da forme arabesche con alternanze di linearità ed aspetti curvilinei, da cromatismi freddi e cristallini, da combinazioni compositive impostate su ritmi di evidente sinuosità ed asimmetria, da linee cariche di elegante movimento che talvolta si trasformano in vigoroso dinamismo.

Il linguaggio modernista, chiaramente identificabile per la sua omogeneità nella forma, pur trovando impreparati moltissimi artisti del Post-Impressionismo, intenti agli sviluppi delle ricerche di Cézanne, del Simbolismo e del Pointillisme, riesce a gettare il suo germe in tutto l’ambiente mitteleuropeo influenzando anche grosse personalità della pittura. Tra questi nomi ricordiamo Gustav Klimt, Edvard Munch, il belga Henri van Velde, l’inglese Walter Crane ed i tedeschi Her-mann Obrist e Otto Eckmann.

Gli artisti citati dimostrano come l’arte della decorazione possa interpretare i rapporti  sociologici ed  esistenziali.

Alla elaborazione tecnica dell’oggettistica d’uso comune, suppellettili ed articoli da arredo da introdurre nell’ambiente, si offrono celebri architetti, scultori, pittori, generalmente composti in “gruppi secessionisti”, in nome di quell’aspirazione alla ’”opera d’arte”, intesa come  “arte globale”, dove non debba venir sottovalutato nessun elemento per l’efficacia armonica dell’insieme nella struttura compositiva.

Il Modernismo Italiano:

Le influenze delle nuove tecniche pittoriche agli inizi del Novecento colpiscono anche l’Italia, sebbene un po’ in ritardo rispetto agli altri Paesi. Il Modernismo in Italia è limitato a poche categorie artistiche per la decorazione: disegnatori, mobilieri e ceramisti. Questi partecipano alla grande esposizione d’Arte decorativa di Torino nel 1902. Il Modernismo Italiano ha breve durata.

Il Modernismo Catalano:

Nella produzione architettonica del modernismo spagnolo ci sono forme decorative insostituibili del gotico vivo e fiammeggiante, dello stile moresco, di originali mosaici e di un variegato ed acceso cromatismo di tradizione mediterranea. Antoni Gaudì è il maggior contribuente. Il modernismo catalano si sviluppa nei primi anni del Novecento. È bellissimo l’edificio nel parco Guell a Barcellona, costruito tra il 1910 ed il 1914.

Frammenti:

Klimt è un raffinatissimo ma anche enigmatico ritrattista, sensibilissimo paesista e vigoroso disegnatore di nudi femminili carichi di erotismo ed allo stesso tempo delicati

Van de Velde è l’architetto della “linea parlante”.

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