Arte della Siria e della Palestina

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LA CULTURA E L’ ARTE SlRIANA E PALESTINESE

Nodo principale e di grande interesse con vie di collegamento che mettono in comunicazione tre continenti, tutta la parte litoranea che si affaccia al Mediterraneo, Mesopotamia, Anatolia ed Egitto, trova nella situazione geografica la spiegazione del precario frazionamento politico.

Alle culture dei popoli di lingua semitica, che si avvicendano nell’area, si associano quelle dei nuovi potenti imperi che ormai dominano l’intera superficie.

Nel campo dell’architettura sin dal III millennio a.C., si erigono maestosi palazzi ad Ebla e ad Alalakh, con tecniche che dimostrano un notevole sviluppo della civiltà urbana. Nell’arte figurativa risulta evidente una nuova attenzione alla resa plastica ed all’articolazione della testa con il busto, come testimonia il piccolo idolo di Hama.

Strutturalmente originale nella planimetria, se paragonato alle testimonianze della Mesopotamia dello stesso periodo (XVIII secolo a.C.), risulta essere l’edificio di Yarim-Lim (1790-1770) ad Alalakh, sistemato su tre terrazze consecutive, delle quali la prima a carattere pubblico è edificata con ortostati in basalto, del tutto uguali a quelli che si manifesteranno in seguito in Anatolia e Assiria. L’accesso alla sala più importante, provvista di una colonna al centro, attraverso una stanza minore, il cui sbocco è retto da pilastri, ci dà un’idea del “bit hilani”, cioé della dimora principesca che si affermerà nel corso di tutto il primo millennio.

Un elevato livello artistico si raggiunge nella scultura con l’immagine del re Yarim-Lim, soprattutto per la testa: accanto a elementi carichi di riferimenti alla cultura della Mesopotamia – la conformazione del collo, la parte riguardante il sottogola e la configurazione espressiva degli occhi – qualche tratto, come le sopracciglia che non vengono congiunte ed i baffi a rilievo privi di ogni tratteggio verticale, sono una caratteristica unica. Rappresentato seduto sul trono è Idrimi, re di Alalakh, come appunto ricorda l’iscrizione.

Di grandissimo interesse per l’evoluzione che avranno nella cultura fenicia e punica, sono le coppe in oro: quella sbalzata da Ugarit (l’attuale Ras Shamra vicina all’odierna Latakia), mette in mostra la scena del re sul carro in atteggiamento da caccia. L’invasione dei “popoli del mare”, nel 1200 a.C., tiene lontane ed oltre i confini le potenze nemiche; l’intrusione degli Ebrei e degli Aramei, rispettivamente a sud ed a nord, toglie ai popoli precedenti quasi tutto il territorio, lasciandogli solo la fascia litoranea: le città-stato fenicie, sono in continua ricerca di nuove vie di scambio commerciale.

Ugarit è in testa per quanto riguarda il trattamento e la lavorazione dei metalli, nella tecnica della manipolazione del vetro soffiato, nell’ornamento e nella decorazione di pietre pregiate. Artisti prolifici versatili, i Fenici, attenti alle attrattive culturali, sviluppano temi delle diverse culture esistenti in tutto il continente asiatico, impiegando efficientemente i più svariati elementi esterni  con le proprie tecniche.

La creazione di piccoli bronzi, che ha i suoi precedenti in Siria, continua ininterrottamente il suo cammino oltrepassando il XII secolo a.C. L’influenza della cultura egizia si avverte nella piccola opera in bronzo di Eracle-Melqart ripescata a Selinunte, nell’atteggiamento del “dio abbattente”, nel gonnellino e nel copricapo. Il dinamismo dei trafficanti fenici continuerà anche dopo la conquista delle loro terre ad opera dei popoli persiani: le colonie sulla linea costiera di tutto il Mediterraneo occidentale ne trasmetteranno l’eredità per un lunghissimo periodo.

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