Imparare a dipingere entrando direttamente a contatto della propria anima.

Dipingere al di là della tecnica, col cuore e l’emozione

Reperibile nelle più grandi librerie online in tutti i formati CARTACEO/EBOOK/EPUB/KINDLE

È possibile, in Pittura,  rinunciare alla razionalità? Sì … si può!

ISBN formato cartaceo (libro tradizionale): 9788891102477;   ISBN formato digitale (pdf): 9788891103819.

Premessa sull’imparare a dipingere

Dipingere al di là della tecnica significa avere un approccio con l’arte in totale libertà. Un’opera d’arte, per essere tale, deve avere la sua carica di espressività, che assolutamente non deriva da un assieme di elementi accuratamente dettagliati ma dall’eleganza delle linee e dalla scorrevolezza del cromatismo. Sono queste le cose che inducono l’osservatore del dipinto a fantasticare e quindi viaggiare oltre le schematiche raffigurazioni.

Il libro insegna a non indugiare troppo nella razionalità

In pittura l’espressività non deve essere alterata dalla perfezione della ragione. L’importante è dipingere con spensieratezza senza troppo attenersi ai severi dettami del disegno ed è quindi necessario riportare sul supporto pittorico colori principalmente suggeriti dal sentimento. Seguono i consigli per dipingere in libertà.

Obbedire alle sensazioni estemporanee porta l’autore a dipingere in modo assai più piacevole. A conferire bellezza ed eleganza ad un dipinto contribuisce sempre la disinvoltura e la spontaneità nello stendere il colore sulla tela.

“Dipingere al di là della tecnica, col cuore e l’emozione” insegna l’esordiente che vuole imparare a dipingere e anche ad accettare con gioia le “proprie” distrazioni. Queste quasi sempre conferiscono fluidità, freschezza e spontaneità al dipinto. L’immediatezza, al di là della ragione, penetra nella composizione in esecuzione come un fiume in piena facendo sì che il potere espressivo della natura si trasferisca con tutta la sua forza sulla tela.

Imparare a dipingere: temi trattati nel manuale di pittura

Dipingere al di là della tecnica, col cuore e l'emozione
Dipingere al di là della tecnica, col cuore e l’emozione

Il libro si trova in tutte le librerie online, Compresa Amazon: basta digitare il titolo sul motore di ricerca.

Se non si vuole acquistare li libro. si può leggere un sunto nelle pagine del sito dell’autore “I quadri più piccoli del mondo” di Stefano Busonero. Oppure da qui cliccando sul link Lezioni di pittura online. Una volta raggiunta la pagina, si scorre con il mouse fino a trovare “La potenza della Pittura”: dipingere con l’anima, il cuore e l’emozione. Navigarlo è un po’ più scomodo che avere un libro in mano, tuttavia sono riassunte tutte le pagine di questo manuale di pittura.

Ecco qui di seguito il CONCENTRATO SCHEMATICO di ogni pagina del libro.

Imparare a dipingere: sulla precisione, sull’espressione, loro collegamenti

Sulla precisione

Nel libro “Dipingere al di là della tecnica, col cuore e l’emozione” ci sono capitoli che parlano degli accorgimenti da impiegare per esprimersi nella Pittura. Poco raccomanda sulla precisione. Con l’estrema cura del particolare tutto si fa più sofisticato e l’artista perde gran parte della propria libertà. Bisogna imparare a dipingere “Liberi” da ogni laccio!

L’espressività in pittura è la propria firma

Cosa fare per non inquinare il nostro modo di esprimersi in Pittura? Chiunque, quando si esprime parlando, lo fa con una ben precisa caratteristica. Questa dipende da molti fattori, come il timbro vocale, la velocità dei discorsi, le pause, il volume, i più svariati toni, l’importanza o la scarsezza dei suoi discorsi e tante tante altre cose di piccolo o grande valore. Inoltre sono da prendere in considerazione tutte le varie sfumature, battutine ed altro. Il modo di esprimersi si arricchisce nel tempo, cambiando forma, e poi viene esternato in modo del tutto naturale.

Arrivando al dunque, se una persona provasse a cambiare qualcosa del suo modo di esprimersi nel parlare, avendo già ormai acquisito nel tempo tutti i vari meccanismi automatici, farebbe un immane sforzo, soprattutto a scapito della propria spontaneità.

In Pittura accade la stessa. Nel libro che insegna a dipingere si raccomanda di non interferire troppo nel correggere il proprio modo di esprimersi quando si dipinge. Nei vari paragrafi è sempre presente che le peculiarità del pittore sono la sua firma e che lo stesso artista faccia in modo che tali caratteristiche non vengano distrutte da chiunque voglia dar dei consigli! Attenzione, non stiamo parlando della tecnica, un indispensabile strumento che certamente va imparato, almeno per iniziare il meraviglioso cammino che porta alla creatività. Nella tecnica ben vengano i consigli!

Collegamenti fra pittura, emozioni e razionalità

Quale collegamento vale di più: fra Pittura ed emozioni, o fra Pittura e razionalità? … riguardo la doppia domanda … decisamente risponderei: “Fra Pittura ed emozioni!”

Imparare a dipingere: l’anima della Pittura, la freschezza, la cura/non cura delle forme

La Pittura ha un’anima

La Pittura ha una propria anima? Il libro più volte afferma che la Pittura non è soltanto un’articolata combinazione di pigmenti e che una tela dipinta non è da considerare soltanto come semplice materia ma altro…

Un supporto pittorico che contiene colori invia sempre le più svariate emozioni, che vengono percepite dagli occasionali osservatori. Tali emozioni non rispondono ad una logica ben precisa, che oltre a variare da individuo a individuo, dipendono anche dai vari momenti a cui sono legate, come spesso accade, al cambiamento degli stati d’animo. Non è affatto vero che un professore di disegno riesca a percepire le variazioni cromatiche meglio di un puro ignorante in materia. Questa cosa va sfatata!

La freschezza del cromatismo e dei chiaroscuri

Occorre tenere sempre presente che non si deve insistere a lungo sulle rifiniture globali della composizione, nonché sulle rifiniture delle varie zone in essa contenute. I sentimenti della maggior parte dei fruitori del dipinto tendono, molto più di quello che si pensi, a valutarne la freschezza, che il pittore deve riuscire a presentare come se fosse “improvvisata”.

I quadri molto elaborati costringono l’osservatore a percorrere e ad assorbire le eventuali sofisticate incoerenze. Queste ultime creano un vero e proprio ostacolo al meraviglioso viaggio, che ogni dipinto dovrebbe aiutare a percorrere, al di là di quello che l’occhio sta percependo.

Cosa è che dà freschezza ad un quadro? Nel libro  per imparare a dipingere si parla spesso che a rendere bella ed elegante un’opera contribuisce sempre la spontaneità e la disinvoltura dell’artista nell’apporre i colori sulla tela…

Curare o non curare le forme

In una tela da dipingere la scelta delle forme da configurare è molto importante. Non basta ricopiarla pari pari dalla natura ma occorre invece conferire ad esse una certa eleganza. Questa deve derivare esclusivamente dalla nostra creatività! Tale apporto non sempre coincide con il nostro desiderio ma spesso porta a risultati opposti alle nostre aspettative: le forme si fanno tozze e rigide. Accade assai frequentemente che non riusciamo a dare armonia coloristica all’intero contesto della stesura pittorica. Quando accade ciò – forse un po’ troppo spesso – il pittore non sa più che pesci prendere e si accanisce per ore ed ore sulla modifica di una certa zona, perdendo di vista l’intera armonia del dipinto.

Il libro “Dipingere al di là della tecnica, col cuore e l’emozione” risponde alla domanda: in Pittura, nelle forme, occorre curare molto il dettaglio o serve invece tanta semplicità?  Affermando poi che: la sofisticazione non rende bello un dipinto, talvolta lo distrugge e…

Imparare a dipingere: Dare poesia al dipinto, non superare mai se stessi, l’errore di usare solo i colori preferiti

Dare poesia al dipinto

Il poeta, nel creare le proprie opere, si preoccupa della forma, della rima, della configurazione dei vari versi. Inoltre studia le simmetrie delle parole, la musicalità, gli accenti, il ritmo e tanto altro ancora. Queste cose migliorano sempre più nel tempo con l’amore del proprio lavoro e con l’esperienza. Il suo vero scopo è principalmente quello di inserire sapientemente messaggi celati nelle proprie creazioni. Questi messaggi vanno al di là della razionalità di chi legge o ascolta, facendo centro sul sentimento. Nella pittura accade la stessa cosa! Dipingendo un paesaggio, un ritratto, una natura morta o qualsiasi altra tematica avviene la stessa cosa. Quindi è indispensabile inviare messaggi celati quando si esegue un dipinto.

Il libro risponde a questa domanda: un espressione pittorica può essere paragonata ad una poesia? Potremo felicemente dedurre che un cromatismo “celato”, sapientemente inserito in un dipinto, conferisce poesia e fa di esso una vera e propria opera d’arte…

Non superare mai se stessi

Nel dipingere occorre sempre tenere sotto controllo i propri limiti e poi agire di conseguenza. Tutto ciò che il pittore vuole inserire nella tela deve corrispondere all’altezza delle proprie risorse. È facile o difficile accorgersene?

Accorgersene è facilissimo perché il pittore, mentre sta dipingendo, percepisce più o meno le difficoltà che incontra momento dopo momento. Bisogna quindi imparare a scovarle ed allontanarsi dalle odiose sofisticazioni. Queste ultime portano immancabilmente alla distruzione dell’eleganza e dell’armonia delle variazioni cromatiche e, di conseguenza, alla rovina dell’intera composizione.

La domanda che ci si deve sempre porre non è come poter realizzare in modo esatto un tale zona del dipinto ma come meglio eseguirne la semplificazione. Una volta meccanizzata tale abitudine l’atto del dipingere acquisterà spontaneità, con inaspettati risultati!

In Pittura possiamo imporci di superare noi stessi? Si ricordi che per imparare a dipingere si abbia sempre presente la consapevolezza dei propri limiti.

Usare solo i colori che definiamo belli?

Sulla tela in esecuzione è bene stendere soltanto i colori belli? La risposta è NO! I colori belli diventano belli quando sono accostati a colori insignificanti e altro…

Ciò che rende la composizione un’opera d’arte è soprattutto la qualità delle variazioni cromatiche che il pittore sa inserire nell’intero contesto, ovvero i gradevoli accostamenti di toni. Si potrebbe supporre – sbagliando – che, se per una stesura si usassero soltanto dei bellissimi colori si otterrebbe un dipinto bellissimo. Niente di più sbagliato! Agire in questa maniera sarebbe come creare un Impero con tanti Imperatori, ove persisterebbero sempre conflitti intestini legati, per l’appunto, alla predominanza.

Imparare a dipingere: occorre esattezza nella pittura? L’ armonia del reale, l’eleganza nelle forme

Occorre esattezza nella pittura?

Oggi la fotografia ha fatto grossi passi in avanti. Basta navigare nel web per ammirare una miriade di meravigliose vedute fotografiche. Talvolta incontriamo – sempre nel campo della fotografia – stupendi paesaggi, eccezionali tramonti e tematiche con contenuti emozionali assai penetranti. Tutto questo è dovuto soprattutto all’abilità del fotografo nelle scelte del momento e dell’inquadratura, che ci offre visioni che spesso rasentano la realtà. Non solo la realtà del momento ma soprattutto la natura che, in particolari momenti, offre la parte migliore di se stessa.

Al di la della rappresentazione tecnica, che ha anch’essa la sua importanza, il libro “Dipingere al di là della tecnica, col cuore e l’emozione” risponde a questa domanda: Di chi è il merito? Del fotografo o della macchina fotografica? La risposta è che non è né del fotografo, né della macchina fotografica ma di quello che viene ripreso e della maniera in cui viene proposto.

In Pittura, l’esattezza e la perfezione, sono fonti di noia o di emozione? Una pittura eseguita completamente con le dovute regole annoia l’osservatore e soprattutto l’autore, a meno che…

L’armonia del reale

Il mondo reale – che sia brutto o che sia bello – ha sempre una propria armonia coloristica e chiaroscurale: come trovare il modo di percepirla? Quella di analizzare e comprendere a fondo l’armonia della natura è sempre una bellissima esperienza.

Percepire l’armonia di una veduta paesaggistica che abbiamo davanti agli occhi non è difficile! Basta osservare bene il panorama e goderne le varie emozioni. Questo avviene in ogni circostanza! Molto ma molto più difficile è, invece, capire l’armonia per poi riportarla sul supporto pittorico senza stare troppo ad analizzarla.

Molto di frequente la nostra osservazione vaga inerte verso le cose che ci circondano! Ne deriva che non ci accorgiamo delle emozioni che stanno gentilmente penetrando dentro la nostra anima e che, tuttavia, vengono ben percepite anche quando distrattamente facciamo vagare il nostro sguardo su cose che la natura offre alla nostra vista.

Per l’eleganza delle forme ci vuole coraggio o vigliaccheria?

Quando iniziamo a dipingere una tela – che sia un paesaggio, o un ritratto o altro – non abbiamo la minima preoccupazione di rovinare giornate di lavoro e spesso ci ritroviamo a sperimentare nuove creatività. Talvolta otteniamo ottimi risultati con armoniosi cromatismi che ci spingono a chiedere a noi stessi se davvero sia il frutto della nostra creatività. Sì, accade spesso … ma sempre agli inizi della composizione! Non abbiamo mai il coraggio di sperimentare cose nuove su un dipinto in fase di rifinitura, perché un minimo errore inosservato potrebbe distruggere l’armonia coloristica.

In Pittura, per creare l’eleganza delle forme e l’armonia del cromatismo, occorre coraggio o vigliaccheria? Come diceva Edgar Degas ci vuole coraggio ma un po’ di vigliaccheria non guasta! E poi … oppure è bene impiegare entrambi? Pero! … quasi quasi!

Imparare a dipingere: il tocco, la bellezza/bruttezza, gli ultimi ritocchi

Il tocco in un dipinto

Nella Pittura è meglio che il tocco sia messo in piena evidenza o smorzato al massimo?  … Il tocco è personale: teniamocelo ben stretto!

Il nostro modo di dipingere ed il tocco sono cose che ci accompagnano sin dagli inizi della meravigliosa avventura nel campo della pittura.

Nel dipingere una tela molte cose possono essere imparate da fonti esterne, altre no! Il tocco appartiene a quest’ultima categoria. Potrebbe sembrare, di primo acchito, l’inverso ma non proprio è così! Possiamo farci insegnare a tenere il pennello tra le dita ed anche a stendere il colore sui rispettivi supporti ma il tocco deve rimanere comunque nostro!

A prescindere dalle cariche emotive che il tocco contiene, esso non è altro che la traccia più o meno corposa lasciata dal pennello o, detto in altra maniera, la corposità della pennellata lasciata sulla tela o su altro supporto. A molti pittori
non piace, mentre altri, viceversa, lo ritengono un indispensabile strumento psicologico per trasmettere messaggi.

Il dipinto brutto ed il dipinto bello

Il dipinto brutto e quello bello. Nel libro per imparare a dipingere si formula la seguente domanda: può il dipinto brutto avere un pregio superiore a quello bello? Tale domanda è pertinente anche perché gli occhi di molte persone, non avendo una preparazione specifica in materia, non sanno giudicare un quadro. Ne deriva, quindi, che di fronte a un’opera pittorica non reagiscono emotivamente ma pretendono invece di vedere in essa gli oggetti descritti con tutte le loro particolarità … ma … esistono dipinti brutti esposti in famosi musei e dipinti bellissimi sostare perennemente negli atelier dei loro autori.

Gli ultimi ritocchi sul dipinto

Gli ultimi ritocchi sul dipinto sono veramente quelli che decidono la buona riuscita dell’opera? Oppure la sua distruzione? Questa è una bella domanda!

È veramente molto importante il saper stabilire quando sia arrivato il momento
di dare l’ultima pennellata sulla nostra composizione. Non bisogna sottovalutare mai questo importante passaggio! Esso ha in sé gli istanti decisivi per la buona riuscita del dipinto,  o per la sua rovina.

La tentazione di voler continuare a dipingere si manifesta in ogni artista. Ci sono pittori la sanno dominare e intuiscono il momento di dare l’ultima pennellata. Altri, invece, si fanno prendere la mano continuando spensieratamente ad apportare indecise – anche se pur leggere – pennellate su dettagli ancora indefiniti. Capita assai spesso che queste zone “indefinite” siano delle
eleganti trascuratezze che danno immediatezza e freschezza all’intero contesto pittorico. Quelle leccate di pittura, subdolamente aggiunte, potrebbero distruggere il dipinto.

Perché sono pennellate subdole? Perché, in verità, il pittore vede migliorare il particolare ad ogni pennellata senza accorgersi della conseguente perdita di armonia globale nella coloristica dell’intera composizione…

Imparare a dipingere: Sul ritratto, sul sentirsi padroni della tela, sull’equilibrio dei colori

Dipingere un ritratto e farlo con il cuore

Facciamo un ritratto realizzandolo dal vivo! Nel libro appare la domanda: Siamo veramente certi che dal “vivo” riproduciamo il vero? … e poi … … c’è altresì differenza tra un ritratto “copiato” dalla natura ed uno nel quale il pittore abbia aggiunto le proprie emozioni … concedendosi “certe libertà”?

Osserviamo, ad esempio, un ritratto (in primo piano) di un Impressionista. Noteremo in esso molti “attimi”, ovvero i molti atteggiamenti dell’effigiato distribuiti nel tempo in varie parti del corpo.

Claude Monet: Autoritratto, 1917 , 70 x 55 cm. Louvre, Parigi.
Claude Monet: Autoritratto, 1917 , 70 x 55 cm. Louvre, Parigi.

Se tale dipinto, con lo stesso ritratto, lo si potesse mettere a confronto con una ripresa fotografica, ove fosse stato rispettato lo stesso punto prospettico, si rivelerebbero importanti differenze, riguardo la vitalità ed il movimento. Perché questo? Perché nel corso della seduta pittorica il volto – e con esso anche il corpo – dell’effigiato cambia continuamente stati d’animo e atteggiamenti. Talvolta sorride, altre volte diventa pensieroso, parla con l’artista, si gira leggermente, chiude e riapre gli occhi, si spazientisce, si annoia, si rallegra, ecc.

L’artista carpisce i gesti e le forze interiori del soggetto, che sapientemente inserisce nel contesto generale, dando movimento ed anima al ritratto. Perciò non basta copiare il vero! E poi … la foto riproduce soltanto l’attimo! Nel libro “Dipingere al di là della tecnica, col cuore e l’emozione” sono riportati diversi consigli, soprattutto quelli relativi ai messaggi psicologici.

Mentre dipingiamo sentiamoci padroni della tela

Quando stiamo eseguendo un quadro dovremmo sentirci come un papa in trono … invece … ! … Invece talvolta siamo sopraffatti dall’ansia e dall’agitazione.

Non è vero che le belle composizioni vengano create soltanto dai pittori che hanno studiato alla perfezione le regole accademiche del disegno e della pittura! Mi permetto di sostenere anche che tanti artisti, pur non avendo assolutamente dette conoscenze, riescono a realizzare quadri di inestimabile valore.

Nel dipingere una tela la libertà di espressione deve essere ai massimi livelli. Tutto è permesso purché si agisca con serena spensieratezza e libertà. È così che dipingere diventa un vero spasso! Dipingere pensando di dover soddisfare le esigenze dell’ipotetico acquirente non è fare arte ma sacrificare il proprio tempo!

L’equilibrio dei colori in un dipinto è importantissimo

Per imparare a dipingere occorre in ogni modo tenere sempre presente che la stesura pittorica è un delicato equilibrio di luci, ombre e colori …

L’equilibrio coloristico non viene mai da sé ma solo quando il pittore sa sapientemente accostare i colori. Il libro per imparare a dipingere spiega come riconoscere i  comportamenti della natura, il modo di percepirli e quello di come riportarli sulla tela.

Parlando in senso unicamente coloristico, il tridimensionale che vediamo nella natura viene inviato ai nostri occhi sotto forma di luci ed ombre in un impeccabile equilibrio. Infatti dove c’è luce c’é immancabilmente l’ombra. Nella natura questo avviene automaticamente. nella tela invece deve essere il pittore a riportare i giusti colori e gli altrettanto giusti chiaroscuri. Tutto ciò viene spesso arricchito dai suoi stati d’animo.

Imparare a dipingere l’indefinito, regalare un quadro, l’importanza dei toni grigi

Saper dipingere l’indefinito: saper creare zone o oggetti indefiniti

Nel libro “Dipingere al di là della tecnica, col cuore e l’emozione” si pone la seguente domanda: In Pittura è bene, o no, lasciare sempre delle zone … per così dire … indefinite? … Penso proprio di si!

Come già visto nei precedenti paragrafi, il pittore riporta sulla tela quello che
percepisce dalla veduta che gli sta difronte e non tutto quello che effettivamente c’é nella veduta. Oltre alla prospettiva lineare e quella coloristica, per un ottimo avvicinamento alla realtà della composizione, è necessario riportare sul supporto pittorico altre percezioni dell’occhio.

Quando osserviamo gli oggetti in primo piano, automaticamente li mettiamo a fuoco, trascurando tutto quello che si trova, via via, verso l’orizzonte. Per coloro che non hanno la passione del dipingere, la cosa finisce qui. Il pittore invece va oltre perché sa che, mettendo a fuoco oggetti che si trovano in primo piano, deve tenere conto che quelli in lontananza si fanno via via sempre più grigi e sfocati.

Tutto questo è sufficiente?

Per conferire realtà al dipinto tutto questo sembrerebbe sufficiente poter soddisfare tali esigenze. Purtroppo non è così! Non si prenda però alla lettera quanto detto, per la ragione che mentre in natura ciò che è sfocato può diventare nitido all’istante, nel supporto pittorico – che risulta piatto – una cosa realizzata come “sfocata” rimane tale per sempre. Ne deriva che l’occhio del fruitore del quadro non sarà mai in grado di mettere a fuoco la sfocatura della composizione, a differenza di quello che avviene in natura. Questo particolare è molto elementare ma molto spesso non viene preso in considerazione dall’esecutore.

Nel libro questo capitolo continua prendendo in considerazione anche il fatto che il nostro cervello elabora la doppia immagine che proviene dagli occhi. Infatti l’effetto della profondità, che in un dipinto è artefatta con linee prospettiche e variazioni cromatiche, nella realtà avviene per via dell’elaborazione della doppia immagine percepita dagli occhi. L’occhio destro vede un’immagine diversa da quello sinistro, soprattutto nei primissimi piani!

Quando regalate un vostro dipinto

Vi chiedono in regalo un quadro: cosa fate? Approfittate a liberarvi di qualche mostruosità nascosta in un angolino, oppure scegliete una delle vostre migliori creazioni? … A questo punto opterei per la seconda perché … Perché? Perché un giorno potreste vederlo appeso sulla parete di qualche esercizio pubblico! … Che tristezza!

L’importanza dei toni grigi

Il manuale di pittura pone la seguente domanda: Le tonalità grigie sono da evitare oppure importanti elementi da ricercare? Sono importantissime!

Il quadro deve poter far “navigare” la fantasia dell’osservatore, perciò in esso il pittore deve inserire anche colori insipidi che accompagnano i suoi colori preferiti. Guai ad impiegare solamente i colori preferiti! Occorre invece far risaltare questi ultimi accostandoci tenui grigi con svariatissime tendenze. Ma come si ottiene un colore grigio? Si ottiene anche mescolando ad occhi chiusi un insieme di colori … ed il libro poi spiega come dare le varie tendenze…..

Quando vi capiterà di sentire la frase – e certamente in questi ambienti la sentirete –  “io odio quel tale colore e, credetemi, non lo metterò mai nelle mie composizioni”, fatevi una bella risata interna!

Imparare a dipingere: i colori da impiegare, la luce e il buio, l’equilibrio delle zone

Sempre con i tre colori base sulla tavolozza

Si può realizzare una buona composizione impiegando solo il blu, il rosso ed il giallo? … ovvero, i soli tre colori base? Certamente sì!Anzi, i tre colori base – o meglio ancora le loro tendenze – devono essere sempre presenti sulla tela in modo equilibrato.

Si tenga sempre presente che i tre colori base non debbono mai mancare in ogni grande zona della composizione. O meglio: il rosso, il blu ed il giallo dovranno sempre essere presenti nell’intero contesto pittorico.

Riguardo a questi tre colori non starei a soffermarmi troppo perché qui non si tratta di ragionare su quelli usciti direttamente dal tubetto ma sulle loro tendenze. Da essi possono derivare una infinità di gamme di grigi, che partendo dalla rappresentazione del nero (comune a tutte e tre) arrivano a raggiungere la purezza del proprio colore di base.

Quando manca uno di questi tre colori, o una gamma di tendenze relative allo stesso colore, non solo l’occhio ma anche il cuore percepisce un certo inappagamento durante l’osservazione del dipinto.

Nel libro “Dipingere al di là della tecnica, col cuore e l’emozione” si parla anche come ottenere le miriadi di tendenze grigie derivate dai colori base.

La luce ed il buio

A proposito della luce ed il buio: possono queste due stelle della Pittura essere raffigurate da sole? Cioè senza la rappresentazione di alcun oggetto?

È logico che luce è colore mentre il buio è “assenza” di colore. Questa affermazione va molto bene  analizza perché troppo spesso la diamo per scontata. In effetti contiene un enorme tranello, sempre pronto ad insidiare l’artista che dipinge, anche quello più navigato.

Il libro chiede di provare a rispondere a questa domanda: “Se il colore più chiaro e luminoso è il bianco e quello più scuro e spento è il nero, come si dovrebbero graduare i vari stadi di luminosità?” E poi, “come si dovrebbe rappresentare la luce?” … Da qui, dopo una breve premessa, seguono le risposte e tutte le varie considerazioni…

L’equilibrio delle zone

Come imparare a dipingere dando equilibrio ed armonia ad una serie di gamme cromatiche in un quadro? La natura è un equilibrio naturale di colori, ma il quadro è equilibrato soltanto quando il pittore avrà saputo bilanciarlo: cosa fare allora? … e quindi … è importante la percezione emotiva.

Il pittore si deve effettivamente preoccupare di realizzare nel modo più giusto ed equilibrato possibile quello che gli sta davanti. Se gli appare una scena coreograficamente disgustosa può raffigurarla lo stesso, accettando il fatto che la stessa scena abbia già, nel reale, un suo giusto equilibrio coloristico. Il pittore deve saper riprodurla bilanciando bene i colori. Qui segue una lunga descrizione che aiuta ad equilibrare le grandi zone del dipinto.

Dipingere il paesaggio; sulla spontaneità e sulla precisione; uno solo o più punti di ripresa?

Dare anima e movimento alla veduta paesaggistica

Cosa fare di fronte a un paesaggio marino, o agreste, o davanti a vasta veduta? … siate avidi! Gettatevi immediatamente nel lavoro con tutta l’animadi colpo … e dipingete globalmente e spensieratamente.

Come già più volte accennato il manuale di pittura “Dipingere l di là della tecnica col cuore e l’emozione” tratta soprattutto su come dare anima alla pittura, quindi non troverete suggerimenti riguardo la razionalità esecutiva.  Si tenga sempre presente che la pittura deve esprimere ciò che abbiamo nell’anima, quindi non si deve indugiare nell’iniziare la realizzazione del dipinto. Più viene stimolata la vostra razionalità e più diventerà sofisticata la rappresentazione, che perde freschezza e spontaneità.

Prendete allora i tubetti con i vostri colori preferiti (e non solo) e non fatevi mancare quelli di base (il blu, il giallo e il rosso). Iniziate a creare leggere gamme grigie, che serviranno come primo abbozzo per le grandi masse. Per la giusta collocazione di queste ultime e per trovare il loro giusto tono – in primo momento relativo solo alla variazione chiaroscurale – socchiudete gli occhi, osservando attentamente la veduta in senso globale e cercando di percepire soltanto luci ed ombre, cioè  differenza chiaroscurale delle grandi “macchie”. E poi seguono i consigli per portare a compimento un dipinto che lancia messaggi e che permette al fruitore di far navigare la propria fantasia

imparare a dipingere: veduta di una marina dell'Argentario
Stefano Busonero: veduta di una marina dell’Argentario portata a compimento

Scegliere la spontaneità o la precisione?

Nell’esecuzione di un dipinto occorre spontaneità o precisione? Oppure entrambe? Attenzione all’assoluta integralità delle due cose. Io, personalmente, preferisco la prima, condita però, con un pizzico di precisione e con l’aggiunta delle immancabili distrazioni.

Non cercate di liberarvi dalle vostre inconsapevoli ed involontarie distrazioni! Per chi affronta il mondo della pittura queste sbadataggini sono il condimento della spontaneità.

Naturalmente il manuale di pittura parla di quelle che snelliscono il dipinto rendendolo fonte inesauribile di messaggi psicologici. Detto questo viene spontanea la domanda: “Come rintracciare le distrazioni maligne e quelle  benigne?” Non è assolutamente facile ma ci sono due metodi: uno sbagliato ed un altro abbastanza efficace… e qui il libro di pittura formula due domande con relative risposte…

Uno solo o più punti di ripresa?

Dipingere dal vero senza mai spostarsi fisicamente è cosa da raccomandare? Oppure è bene provare più punti di ripresa? Non soltanto dovete variare le posizioni del soggetto ma anche quelle di ripresa, ovvero spostatevi in ogni posizione … tenendo però conto di alcuni accorgimenti di cui il libro per imparare a dipingere fa cenno.

Imparare a dipingere: le casualità, gli stereotipi, l’effetto nebbia

Sulle casualità ritrovate nel dipinto

È possibile che talvolta compaia in una nostra composizione una zona che non ci appartiene? Sì, è possibile! Allora … cosa fare? Accettate sempre le “vostre” distrazioni perché danno freschezza e spontaneità alla composizione …. però

Dipingere una tela, vi accorgerete, che è meraviglioso. Se lo facciamo con un po’ di esperienza, oltre che bello, diventa anche cosa facile. Tuttavia se non conosciamo almeno i più elementari tranelli, tutto si fa molto sofisticato e noioso. Talvolta, invece che dalla noia potremo essere sopraffatti dall’ansia!

Saper riconoscere i tranelli che incontriamo nel dipingere

Sapere dell’esistenza dei tranelli permette all’artista di circoscriverli ed affrontarli con coraggio, oppure cercare il modo di evitarli. Il non fare né l’uno né l’altro, intesi in senso radicale, non risulta proprio essere la risposta giusta. Anche in questa scelta ci vuole “equilibrio”, che possiamo esercitarlo conoscendo e sapendo misurare le nostre risorse. Se effettivamente queste ultime ci sono, decidere quindi di procedere speditamente. Se invece le risorse sono carenti, occorre districarsi nelle difficoltà e nella ricerca di vie tortuose per superare i vari problemi. Siccome i nostri limiti spesso non lo permettono, il mio consiglio è quello di fare entrambe le cose, ma con il giusto equilibrio.

Le distrazioni: accettarle oppure no

Tuttavia dobbiamo anche rallegrarci perché potremo trovarci spesso davanti a delle meravigliose distrazioni. Sì, capita anche questo in pittura: vedere delle zone dipinte dal nostro pennello e domandarsi come siano venute alla luce!

Naturalmente queste distrazioni vanno felicemente accettate. Purtroppo in questi casi il pittore è tentato – e anche questo è un tranello – a migliorarle mettendo in moto la propria razionalità. E qui il libro “Dipingere al di là della tecnica col cuore e l’emozione” continua con i consigli…

Gli stereotipi che involontariamente inseriamo nella tela

Gli stereotipi, immancabilmente presenti in un dipinto, giovano alla freschezza della stesura pittorica? Certamente sì! Ma senza esagerare.

Ci accorgiamo spesso di aver inserito in alcune zone del contesto pittorico elementi che non rispecchiano la percezione esterna ma che provengono dall’intimo dei nostri sentimenti. Tali elementi – talvolta generici, altre volte personali o addirittura infantili – sorpassano il nostro sistema supervisivo mentale, intromettendosi prepotentemente nel contesto pittorico.

Gli stereotipi riescono sempre ad avere la meglio! A questo punto il manuale per dipingere si pone la domanda: “È possibile eliminare completamente questi stereotipi?” Sì! Quale sarà però il risultato finale? Non bello! Allora cosa fare?

Conferire effetti nebbia anche quando questa non c’é?

È giusto che in Pittura si tenga sempre presente l’effetto nebbia anche quando non la vediamo? Certamente sì perché l’atmosfera

La nebbia limita la visibilità? La risposta è sì ma in pittura non ci metterei assolutamente la mano sul fuoco. Anzi, non ce la metto per niente!

Perché prendere in considerazione una manifestazione naturale (quella della nebbia) che, pur essendo fonte di forti messaggi emozionali, interessa solo una piccola sezione della veduta paesaggistica? La risposta è quella che non è affatto come generalmente la pensiamo. Anche l’atmosfera che separa le cose, le une dalle altre, conferisce alla paesaggistica – in modo assai minore – i medesimi effetti della nebbia.

Spesso, però, tenere in considerazione questa particolarità non basta. Troppe volte ci accorgiamo di imboccare la via sbagliata, ragionando in modo inverso a quello che avremmo dovuto fare. In pittura “più nebbia” non sempre corrisponde a “meno visibilità”! Da qui il manuale per imparare a dipingere indica i vari tranelli dei vari effetti nebbia …

Dipingere con messaggi emozionali: nel ritratto; sulla bellezza e l’eleganza

Messaggi emozionali nel ritratto

Affrontare il ritratto e scegliere i toni per il color carne è una grossissima impresa! … ed infine … se il color carne che avete formato risulta obbrobrioso, non correggetelo subito, provate invece a modificare con poche pennellate ciò che lo circonda.

Realizzare un ritratto dal vivo e voler ad ogni modo conferire ad esso un’espressione di tipo accademico significa distruggere il focolaio che alimenta il nostro cuore. Come più volte si ripete nel libro, il messaggio emozionale deve derivare dalla spontaneità e dalla freschezza della stesura pittorica, legata a ciò che proviene dal nostro sentimento. Sentimento che deve scorrere come un fiume in piena, non inquinato dalla puntigliosità della ragione.

Bellezza ed eleganza

La nostra razionalità ci porta spesso a questa conclusione: che la bellezza e l’eleganza siano collegate fortemente alla fisionomia del soggetto da effigiare. Attenzione a questo apparente banale errore! La bellezza e l’eleganza non sono frutto della razionalità del pittore ma stanno nel suo pennello. Questi due importantissimi fattori non stanno nella persona da effigiare, a prescindere se questa sia bellissima oppure un mostro.

Il soggetto che posa di fronte all’artista (un individuo talvolta leggiadro, altre volte simpatico, altre volte brutto, ecc.) non deve essere ricopiato sulla tela in ogni suo dettaglio. Alla fine della seduta pittorica risulterebbe sofisticato e mancante di espressione. Perché?

come rovinare un ritratto

Se il pittore vuole rovinare il dipinto che sta realizzando deve imporre al soggetto di stare immobile: “Per favore, Mario, stai fermo con l’occhio destro, dato che in questo momento ci sto lavorando sopra” e poi “sorridi che ti sto facendo la bocca”, oppure, “non ti muovere da quella posizione perché così sei perfetto!”  e così via… E da qui il libro “Dipingere al di là della tecnica, col cuore e l’emozione” continua dando consigli per carpire gli involontari stati d’animo e per la conseguente la stesura dei colori.

Un “no” alla ricerca della bellezza accademica

Non vorrei creare confusione sulle parole del titolo. Quel “no” non è certamente riferito alla bellezza accademica, bensì al voler ad ogni costo ricercarla! Non andate a cercarla con la vostra razionalità ma lasciate che siano le vostre emozioni liberamente espresse, ad avere tale compito!

Quante volte è successo che, imbastendo la campitura ci accorgiamo di  proporci fermamente di non commettere errori? Questa fase è molto delicata e perniciosa per fattori di equilibrio coloristico e di inserimento delle giuste grandi zone. Qui il libro invita a ricordare i paragrafi delle pagine precedenti … È bene in questi casi che anche la nostra razionalità rimanga un poco sveglia, tuttavia senza esagerare nell’imporci una ricerca che tiri dritto verso la perfezione.

L’esecuzione di un dipinto non richiede la mancanza di errori! La seduta pittorica richiede  bensì che si conferisca alla coloristica un certo mistero, come ad esempio qualcosa dal sapore vago … fino al fantastico.

Ricercando invece la perfezione non ci accorgiamo che molto spesso ci viene spontaneo mettere i puntini sulle “i”. Fare questo significa far crescere in noi stati d’ansia.

Dare luminosità; lo schizzo; la razionalità in un dipinto

La luminosità in un dipinto

Come dare luminosità ad una composizione pittorica? Imparate a dipingere inserendo equilibratamente i chiari e gli scuri. …

Siete difronte ad un dipinto un po’ spento in diverse zone. Non vi piace mantenerlo così e vorreste renderlo un po’ più luminoso: cosa fate? Illuminate quelle zone della composizione? Direi di sì, la risposta è esatta ma quel “sì” contiene qualcosa data un po’ troppo per scontata, perché illuminare gli elementi del dipinto significa agire sia con il colore chiaro che con il colore scuro. Tale apporto aumenta anche i contrasti, che sono indice di luminosità!

In natura aumentando l’intensità della fonte luminosa aumentiamo anche il vigore cromatico. Questo dimostra che, nel mondo reale, basta aumentare l’intensità della luce per avere un soggetto (ritratto, natura morta, paesaggio, ecc…) più vivo, più nitido e vigoroso. E proprio qui casca l’asino! Davanti ad una tela l’artista non può rafforzare soltanto i colori chiari per aumentarne la luminosità. Ad ogni zona in luce schiarita dovrà comunque corrispondere sempre una zona in ombra scurita. In tal modo si mantiene l’equilibrio cromatico originario del dipinto. E qui il libro da altri consigli…

Lo schizzo quando non abbiamo l’attrezzatura a portata di mano

Vi sarà talvolta capitato di trovarvi davanti ad una meravigliosa veduta paesaggistica ed essere sprovvisti dell’attrezzatura per poterla raffigurare in pieno. Teniate presente che, se dovesse accadere di nuovo, non  vi dovrete allarmare, perché con una semplice matita (o penna) e un foglio di carta potrete fissare ogni forma, profondità ed emozione. Anche senza impiegare i colori, il semplice schizzo saprà portare in superficie, più o meno intensamente, le sensazioni provate nell’ammirare la veduta. Il libro consiglia, nelle zone più articolate, anche il modo di inserirci qualche appunto letteralmente scritto. Certamente avrete a portata di mano il vostro smartphone … tuttavia le emozioni più genuine vanno fissate sul momento.

Quindi ripetendolo in modo interrogativo: Se un paesaggio ci affascina ma siamo senza i relativi mezzi per dipingere, possiamo in tal caso riportare le nostre emozioni su un foglio di carta come semplice schizzo? Certamente sì … purché …

Sulla tanto discussa razionalità nella Pittura

Ripensandoci … un pizzico di razionalità in Pittura … forse non guasta!

L’immediatezza, al di là della razionalità, durante la seduta pittorica, riempie prepotentemente la composizione  in esecuzione con freschezza e spontaneità.

Qui il manuale per imparare a dipingere ricorda, come più volte ha fatto, che il presente lavoro non ha assolutamente lo scopo di insegnare le varie tecniche per dipingere e, quindi, neanche nell’ultima parte non si troveranno le rigorose regole del disegno e di come tenere il pennello.

Nei capitoli precedenti si trattava di cercare un collegamento tra le emozioni dell’artista e quelle del fruitore della composizione, che mai dovrebbe mancare. E da qui il libro, prendendo questa volta in considerazione anche la razionalità, cerca ciò che potrebbe fare da ponte tra essa ed il sentimento dell’osservatore.

Gli inganni del pittore; cambiando il colore che circonda un oggetto; sfumare o accostare i colori

Gli inganni creati dal pittore

La tela è piatta e non ha profondità! L’esecutore del dipinto deve saper ingannare l’osservatore. Naturalmente l’inganno dovrà essere puramente estetico. Quello emozionale, cioè quello che proviene dal sentimento del pittore, è sempre autentica verità.

Gli inganni che l’artista deve creare sulla tela sono quelli che lui stesso impiega per dare plasticità alle forme e profondità agli spazi. Questi inganni, nonostante siano moltissimi,  si possono distinguere in due grandi categorie: prospettiva lineare e prospettiva aerea (quella del colore). E qui il libro “Dipingere al di là della tecnica …” continua prendendo in considerazione quelli più importanti.

Cambiando il colore di ciò che circonda un oggetto

Cambiando soltanto i toni dello sfondo cambiano anche quelli dell’oggetto in esso inserito? La risposta è “certamente sì”.

Perché configurando di nuovo i colori dello sfondo dovrebbe cambiare anche il cromatismo dell’oggetto che esso circonda? La ragione è che le variazioni cromatiche dello sfondo colpiscono in ogni sua parte l’oggetto che esso circondano, conferendoci i propri suoi toni complementari, con tanto più vigore quanto più puro è il pigmento impiegato. E qui il manuale di pittura continua facendo alcuni semplici esempi …

Sfumare o accostare i colori?

Sfumare o accostare i colori? Una bella domanda! Certamente tutto risulterà più facile se i colori verranno accostati … anziché sfumati. Il libro “Dipingere al di là dalla tecnica col cuore e l’emozione” continua spiegandone il perché. Termina consigliando gli accostamenti di colore ai pittori alle prime armi e le sfumature – non tralasciando gli accostamenti – a quelli più navigati.

Iniziare un dipinto; la campitura; i colori del cielo e delle nuvole

Quando si inizia un dipinto

Imparare a dipingere: come iniziare un dipinto? …. l’equilibrio cromatico dovrà esistere già dopo le primissime pennellate

Mai iniziare a particolareggiare su un supporto pittorico completamente bianco!
Che sia un ritratto, un paesaggio, una natura morta, o qualsiasi altra tematica, la regola è quella di iniziare a dipingere su colori tenui precedentemente apportati.

L’errore del dipingere sul bianco verrà amplificato se si inizia il dipinto cominciando subito a raffigurare e curare i particolari, inteso sia nel chiaroscurale che nel cromatico, lasciando gran parte della tela senza colore anche se per breve tempo.

Qui il libro di pittura da dei consigli su come iniziare, escludendo il nero puro, il bianco puro e tutti i colori a tono forte presi direttamente dai tubetti.

La Campitura

Come si può campire una composizione pittorica senza sbagliare l’equilibrio tonale? … … spassionatamente vi dico: utilizzate sempre le gamme grigie!

L’accostamento di colore è principalmente una questione di gusto.

Esiste, oppure no, una regola che ci permetta di raffigurare con i giusti colori e, quindi, di sceglierne i vari accostamenti con tutta tranquillità?

Se esistesse questa regola tutto si farebbe assai più semplice. Tuttavia esistono dei veri e propri divieti da tenere in considerazione quando ci apprestiamo ad accostare tra loro i vari toni, soprattutto quelli che risultano complementari. Tali divieti sono sempre validi? La risposta è no, perché l’esperienza ci insegna che non sempre i complementari hanno lo stesso vigore cromatico. Il manuale di pittura continua dando diversi consigli per evitare i vari trabocchetti.

Dipingere il cielo

Dipingere il cielo: un paesaggio marino a ciel sereno
Stefano Busonero: un paesaggio marino dell’Argentario a ciel sereno

Il cielo contiene soltanto colori tendenti al blu ed al cyan, oppure in esso ci sono miriadi di gamme cromatiche? … … La risposta è che nel cielo c’é ogni impensabile colore! Da qui il libro da molti consigli sulle variazioni tonali della volta celeste.

Imparare a dipingere le nuvole: queste si rappresentano con macchie bianche, oppure hanno una propria prospettiva? Non sono macchie ma forme solide ed hanno una propria ed importante collocazione prospettica! Una collocazione sbagliata di una nube uccide l’intero quadro, come pure lo uccide una sola nuvola con un chiaroscuro invertito. Perciò attenzione a non raffigurarle con troppa spensieratezza.

Prima di passare al libro

Il libro “Dipingere al di là della tecnica, col cuore e l’emozione” non è per il principiante, in particolare quello che non ha mai preso in mano un pennello. Non è per coloro che hanno intenzione di intraprendere lo studio della Pittura per imparare le prime nozioni. Sarebbe una spesa inutile! Occorre innanzitutto predisporre lo spirito alla comunicazione del messaggio attraverso il colore. Per fare questo occorrono almeno gli indispensabili strumenti per iniziare questo meraviglioso viaggio. Attenzione, qui sotto sono riportati solo elementarissimi consigli, che sfiorano spesso la banalità, quindi se avete già un minimo di esperienza potrete benissimo di fare a meno di leggerli!

Imparare a dipingere su tela

Imparare a dipingere: Stefano mentre dipinge una tela
Stefano Busonero mentre dipinge il suo autoritratto su tela

Ecco alcuni consigli per per poter intraprendere questo meraviglioso viaggio!
Farlo, anche senza avere una certa esperienza in materia, non è una cosa che sta su Marte. Gli accorgimenti che possono farti volare mentre realizzi un quadro non sono poi così tanti!

Pensiamo spesso che il talento e la maestria siano le uniche chiavi per ottenere ottimi risultati e che soltanto con essi potremo raggiungere il successo. In realtà, oltre a questi meravigliosi requisiti, che sono assolutamente benedetti, ci sono altri elementi, che anche da soli, possono valorizzare le nostre creazioni. Primo fra tutti è l’amore per la Pittura, a cui segue la costanza ed il perseverare, che arricchiscono giornalmente la nostra esperienza. Inoltre, cosa non meno importante, i giusti strumenti di lavoro per le creazioni artistiche. Riguardo a questi ultimi non intendo soltanto quelli materiali (giusti pennelli, colori, tele, cavalletti e tanto altro ancora) ma anche quello di saper innescare la navigazione della propria fantasia.

Detto questo, se non abbiamo mai dipinto, andiamo a vedere la strumentazione materiale essenziale per poter imparare a dipingere.

Imparare a dipingere e quali colori usare

Imparare a dipingere: la tavolozza del pittore
La tavolozza del pittore

Innanzitutto i colori! Qui siamo davanti a un bivio (anzi un trivio e… più) che ci costringe ad una scelta definitiva (o quasi): che tipo di colore utilizzare? Gli acrilici? La tempra? I colori ad olio? Ci sono infatti molte differenze tecniche in fatto di esecuzione e di resa dei relativi pigmenti che abbiamo preso in considerazione. Qui prendiamo in considerazione ed in modo assai semplice, banale e schematico le principali tecniche. Per ulteriori approfondimenti si consiglia di seguire il link “Tecniche della Pittura e delle arti visive in genere

I colori a tempera

La tempera è quella che dura meno nel tempo rispetto all’acrilico. Questa ha una resa minore che tende ad opacizzare ed è adatta, in modo particolare, per supporti pittorici porosi, tra cui la normale tela per dipingere.

I tempi di essiccazione del dipinto sono brevissimi e la composizione non è lavabile.

Cenni sulla tecnica del colore a tempera:

Quella della pittura a tempera è una tecnica di colorazione affascinante ma assai complessa. È stata usata già dai grandi maestri fin dall’epoca medievale. I colori, a base d’uovo o smalto vincente, possono essere mescolati tra essi con estrema facilità. La tempera non è lavabile.

Per dipingere con la tempera, bisogna preparare il supporto pittorico alla colorazione e trattare i colori da stendere. Rispetto alla tecnica ad olio, quella della tempera permette di dipingere creando effetti coloristici assai più delicati e raffinati. Tuttavia la tempera, con i suoi limitati tempi di essiccazione, richiede perizia e rapidità perché pensata per dipingere su supporti appena umidificati.

La tecnica a tempera è il “top” per la realizzazione di opere d’arte finemente dettagliate. Si lavora con stesure a strati sottili, che conferiscono delicatezza ed armonia coloristica alle composizioni.

I colori acrilici

I pigmenti acrilici danno un effetto di rifinitura abbastanza lucido ma anche (volendo) opaco. Questi colori hanno la caratteristica di conferire al dipinto una rilevata brillantezza coloristica e, al contrario di quelli a tempera, sono lavabili.

I tempi di essiccazione sono brevissimi e la pulizia dei pennelli richiede una grande attenzione. Infatti se il pennello viene mantenuto sporco inizia subito la fase di essiccazione e quindi pulirlo diventa poi un bel problema. I pennelli e le spatole vanno mantenuti tenuti sempre puliti.

Cenni sulla tecnica a colori acrilici:

Quella della pittura ad acrilico è una tecnica alquanto sfaccettata ma, nonostante ciò, accessibile anche a pittori principianti. I colori acrilici sono fatti a base di acqua e, per tal motivo, facili da mescolare e ripulire. Inoltre sono molto veloci ad essiccare ed hanno una forte resistenza alla luce.

Per dipingere con pigmenti acrilici, generalmente si inizia preparando la superficie del supporto pittorico, quindi si pensa ad imbastire lo schema di colorazione, che varia da artista ad artista ma anche in base al soggetto da dipingere. Si può preparare con uno sfondo senza variazioni cromatiche, oppure con uno sfondo assai variegato. Naturalmente questo si può fare anche con la tecnica ad olio ma, quest’ultima necessita giorni per effettuare cambiamenti e correzioni, mentre la tempera non permette grandi cambiamenti a pittori non esperti in materia.

Anche con gli acrilici si può lavorare impiegando strati sottili con pennelli, spatole, o stendendo il colore con lo stesso beccuccio del tubetto direttamente sul supporto per conferire gli effetti più ricercati.

Uno degli aspetti più belli ed importanti della tecnica acrilica è la capacità di realizzare in tempi rapidissimi con accostamenti di colore, sfumature e linee dando anima ad un dipinto pieno di movimento.

I colori ad olio

Per quanto riguarda la pittura ad olio il consiglio è quello di seguire il link lezioni di pittura ad olio dell’altro mio sito web.

Iniziare a dipingere

La scelta, che deve essere soltanto personale, si può fare sia sulla base estetica che su quella funzionale.

Scegli un soggetto semplice

Agli inizi del meraviglioso viaggio nella Pittura non è facile arricchire un soggetto con la propria fantasia. Sembrerà assai più facile trovare i soggetti da rappresentare ma ci si accorgerà durante la fase di realizzazione che incominciano a sorgere dei problemi.

Scegliete quindi soggetti semplici cercando, agli inizi, di riprodurre ciò che vi sta davanti senza imporvi di aggiungere emozioni. Vi accorgerete dopo un po’ di pratica che queste ultime emergeranno da sole! Può essere una paesaggistica, un singolo oggetto di casa, il ritratto di un famigliare, una parete con quadri appesi e tanto altro…

Quando la tela è vuota bisogna riempirla con il colore. La prima cosa a cui pensare agli inizi è quella di cercare di abituarsi ad osservare attentamente il soggetto scelto e poi lasciare libere le emozioni quando si acquisirà maggiore disinvoltura. La fantasia immancabilmente arriverà ma si dovranno superare le prime fasi. Infatti agli inizi è la ragione che deve essere predominante per imparare le teorie e le varie tecniche.

Prima cosa preparare la tela con un colore molto tenue

Prima di iniziare la realizzazione del dipinto è consigliabile – soprattutto al principiante – di stendere un leggerissimo strato di colore uniforme su tutta la tela. Non scegliete colori forti – neanche quelli deboli usciti direttamente dal tubetto – ma smorzateli per ottenere tendenze grigiastre. Il bianco e il nero possono servire a tale scopo, in aggiunte limitate, soltanto per correggere e abbattere i toni. Ad esempio, se avete intenzione di realizzare un paesaggio, potrete configurare l’abbozzo con le tendenze grigie di ciò che vi appare di fronte, per poi integrare il tutto con i colori reali della scena.

Meglio lavorare in contemporanea su ogni zona della tela

Per dipingere una tela bisogna affidarsi a delle metodologie acquisite nel tempo.

L’esperienza suggerisce di non creare perfettamente una zona, o più zone, avendo gran parte della tela non ancora configurata. Il dipinto è armonia! Armonia di colori, armonia di chiaroscuro e, soprattutto, armonia delle grandi masse.

Ecco, iniziate con le grandi masse. Queste si contano sulla punta delle dita! Eseguite una conglobata scena senza dare importanza ai dettagli, per poi ritornarci successivamente. L’errore più comune tra i principianti è quello di rifinire completamente una zona (intendo senza più metterci le mani in seguito). Così facendo si rischia di portare a compimento singole parti che poi, alla fin fine, non risultano armoniosamente dialoganti con le altre.

E… per finire…

Allora vogliamo davvero iniziare a dipingere?

Ecco uno schematico riassunto in sei punti

1 – Recupera gli elementi base: tanto per cominciare occorre acquisire una conoscenza base per il trattamento dei colori, delle tecniche fondamentali della pittura e sulle basi della prospettiva, del disegno e del colore. Si trovano online moltissime pagine web che ti possono aiutare ma, se desideri un insegnamento più personalizzato, potresti considerare di appoggiarti fisicamente ad un maestro di pittura.

2 – Acquista attrezzatura e materiali giusti: avere i giusti strumenti per poter dipingere è essenziale per raggiungere vette soddisfacenti nel mondo della pittura. Assicurati di avere i pennelli, la tavolozza, i colori di ottima marca e i supporti pittorici adatti al tipo di tecnica (acrilica, olio, tempera e altro) che vuoi praticare. Non è necessario nei primi approcci con l’arte acquistare materiale costoso, ma il consiglio spassionato è quello di non mirare troppo al risparmio, soprattutto su attrezzi che ci accompagneranno nel tempo.

3 – Non stancarti mai di fare esperimenti coloristici: la pittura è una meravigliosa e penetrante forma di espressione e, quindi, la scelta delle mescole e degli accostamenti dei colori è un aspetto di primaria importanza per trasmettere le emozioni. Prova, riprova e ripeti con i tuoi esperimenti: combina i colori secondo le tue preferenze (talvolta anche a caso) e cerca di assorbirne le varie emozioni che essi trasmettono. Tieni presente che le variazioni cromatiche in un dipinto assumono spesso un significato simbolico, quindi impara a riconoscerne i messaggi.

4 – Non stancarti mai di dipingere: come ogni altra attività, la continua pratica è il miglior consiglio per sviluppare il tuo modo di dipingere. Dedica del tempo – anche piccolo, ma dedicalo – ogni giorno per sperimentare la tecnica che hai scelto. Non mancheranno giornate negative ma non scoraggiarti mai, neanche di fronte a dei fallimenti: tutti li hanno avuti, con svolte talvolta molto positive. Conserva con cuore i tuoi primi dipinti anche se non li consideri perfetti!

5 – Osserva con attenzione ciò che ti circonda: la natura è un’immensa fonte di emozioni da trasmettere tramite la pittura. Soffermati ad osservare i grandi  elementi della natura, come il cielo, il mare, gli alberi, le grandi vedute, gli effetti coloristici dell’atmosfera sulle vedute di grande ampiezza e profondità e, soprattutto, gli effetti di luminosità. Cerca di percepire tutte le sfumature che danno movimento ai tuoi dipinti. Puoi, se vuoi, anche esagerare riguardo gli aspetti emotivi che vuoi trasmettere.

6 – Sii paziente e testardo: l’arte della pittura si sviluppa piano piano e perciò richiede tempo e pazienza. Non si diventa mai artista di fama da subito, quindi persevera e migliora con impegno il tuo meraviglioso viaggio nella pittura.

Per concludere: attenzione alla troppa concentrazione della ragione!

Progredendo nel tempo vi accorgerete che per imparare a dipingere su tela non bastano i giusti strumenti di lavoro e l’aver imparato bene le varie tecniche. La cosa fondamentale è essere concentrati e, allo stesso tempo, rilassati.

Quando vi accorgete che dipingendo sorgono i dubbi e fate fatica ad andare avanti, quello è il momento di fermarsi e riflettere. Certamente vi accorgerete che l’ansia sta prendendo il sopravvento, impedendo lo sbocco delle emozioni. In Pittura la ragione non deve mai prendere il sopravvento sul sentimento!

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