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Pittore Fernand Léger

Fernand Léger (Argentan, 4 febbraio 1881 – Gif-sur-Yvette, 17 settembre 1955)

Breve biografia di Fernand Léger

Fernand Henri Léger
Sopra, una foto dell’artista

Di famiglia di origini normanne, Joseph Fernand Henri Léger, nel 1900, si recò a Parigi iniziando la sua carriera artistica presso uno studio di architettura e frequentando la Scuola di arti decorative.

Nel 1911 l’artista – assieme ai colleghi Robert Delaunay, Henri Le Fauconnier, Albert Gleizes, Jean Metzinger – fu oggetto di accesi dibattiti quando nella sala n° 41 del Salon des Indépendants espose il dipinto “Nudi nella foresta”, realizzato tra il 1909 ed il 1910.

Tale opera, insieme a quelle del gruppo, aiutò ad innescare la diffusione del cubismo, il cui termine era già stato coniato qualche anno prima in seguito ad un’altra manifestazione di artisti, tra i quali ricordiamo Braque:

Infatti, a proposito della mostra con Braque (1908), Matisse, osservando alcuni dipinti gli scappò di bocca un’espressione di diniego contenente le parole “piccoli cubi”, mentre Louis Vauxcelles, l’anno successivo, indicò le stesse composizioni come “bizzarrie cubiste”.

La metamorfosi del linguaggio pittorico di Léger risentì dell’allora clima artistico parigino, che in quei momenti era più che mai vivace: dall’amore per la pittura impressionista passò traumaticamente a quello per i fauves (Monelli al sole, 1907), per poi ritornare alle solide strutture figurative, soprattutto quelle di Cézanne. Ma già l’artista incominciava ad avvicinarsi alle pitture di Braque e Picasso.

La peculiarità dello stile cubista di Léger deriva anche dal fatto che il suo tempo è segnato dal “contrasto”. Intanto nei suoi dipinti, che si scostano da quelli dei pittori futuristi, ove spesso compaiono scene moderniste, i contrasti si fanno sempre più vigorosi generando un’efficace dinamicità attraverso il “coordinamento simultaneo” del tratto, spazialità e cromatismo: già nella Donna in blu (1912) si evidenzia una certa astrazione, anche se rimangono ancora tracce di nature morte, figure umane, fabbricati ed alberi. Il frutto tale ricerca si nota nel ciclo dei Contrasti di forme, realizzato tra il 1913 ed il1914.

Nell’agosto del 1914 l’artista fu richiamato nell’esercito. Nella violenta Battaglia della Verdun contro le forze tedesche Léger fu intossicato dai gas. Nel corso della convalescenza, rimanendo ancora fedele al cubismo ne rinnovò le forme, rappresentando il mondo del lavoro e dell’industria con obiettivo di realizzare un meccanismo che seguisse esclusivamente le leggi plastiche ed estetiche: non gli importava affatto che il “motore”, così rappresentato, non funzionasse. In queste opere non compare la figura umana ma la macchina, simbolo dello sviluppo tecnologico del nuovo secolo. Tale concezione richiama una delle grandi peculiarità futuriste, secondo cui l’arte doveva rinnovarsi seguendo la nuova filosofia dell’oggetto, enfatizzandone energia e dinamismo a scapito della poetica del soggetto e dell’introspezione ormai decadente.

Più tardi si occupò, oltre che di pittura, di arazzi, composizioni murali, mosaici, ceramiche e sculture, nonché di coreografie di spettacoli teatrali e cinema. Nel 1924 produsse il Ballet mécanique, un film ancor’oggi considerato come migliore esempio pervenutoci dal cinema delle avanguardie.

Nel corso degli anni Venti la semplificazione delle forme nelle sue composizioni si fece sempre più evidente fino a raggiungere estreme conseguenze, perdendo di fatto il riferimento con la realtà presente nel mondo esterno: appaiono così spazi monocromatici vigorosamente illuminati, risultato di attente preparazioni tramite disegni e progetti, destinate ad essere ulteriormente elaborate sulla tela nel corso della realizzazione dell’opera da portare a compimento.

Proprio quando le opere di Léger arrivarono all’estrema dissoluzione delle forme riapparve – anche se trasfigurata da un processo di semplificazione – la presenza umana, frutto di un profondo ascetismo, accompagnata da oggetti privi di consistenza materiale e ridotti alla mera funzione simbolica: i personaggi delle sue opere si trasformano in emblemi perdendo individualità ed espressione.

Durante la Seconda Guerra Mondiale Léger realizzò i cicli: “I costruttori“ e “Il circo”.

Morì il 17 ottobre 1955 a Gif-sur-Yvette.

Alcune opere di Fernand Léger

Il Passaggio a livello, (1912), Fondazione Beyeler, Riehen, Svizzera

Contrasti di Forme, (1913), Collezione privata.

Paesaggio, (1914), Il Meccanico (1924) e Donna con bouquet (1918), tutte nel Museo d’Arte moderna Lille Métropole, Villeneuve d’Ascq, Francia.

Elementi meccanici (1920

Composizione con foglie (1939)

Costruttori con fune (1950)

Les Fumeurs

Bibliografia

CH. GREEN: Léger and the Avant-Garde, anno 1976, Yale University Press, New Haven-London.

Curato da B. CONTENSOU: Léger and the Modern Spirit (1918-1931). An Avant-Garde Alternative to Non Objective Art, cat., Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris-Museum of Fine Arts-Musée Rath, Paris-Houston-Genève, anni 1982-1983.

Curato da CH. DEROUET: Fernand Léger, cat., Centre Georges Pompidou, Parigi, anno 1997.

Curato da B. HEDEL-SAMSON – S. PARMIGGIANI: Fernand Léger. Lo spirito del moderno. 100 opere dal Musée National Fernand Léger di Biot, cat., Skira, Milano, anno 2002.

F. LÉGER, Funzioni della pittura, tradotto in lingua italiana da G. Contessi, Abscondita, Milano, anno 2005.

Curato da PH. BÜTTNER: Fernand Léger. Paris-New York, cat., Fondation Beyeler, Basel, anno 2008.

G. BARTORELLI, Fernand Léger cubista 1909-1914, Cleup, Padova, anno 2011.

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