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Diluvio e Recessione delle acque in Santa Maria Novella di Paolo Uccello

Paolo Uccello: Diluvio e Recessione delle acque in Santa Maria Novella

Paolo Uccello: Storie di Noè - Diluvio e Recessione delle acque in Santa Maria Novella
Storie di Noè – “Diluvio” e “Recessione delle acque” (cm. 215 x 510), Chiostro Verde di Santa Maria Novella, Firenze.

Sull’opera: Il “Diluvio e Recessione delle acque” appartiene al ciclo delle “Storie di Noè” di Paolo Uccello, realizzato con tecnica a fresco (poi rifinito con ritocchi di tempera) intorno al 1446-48, misura cm. 215 x 510 ed è custodito nel Chiostro Verde di Santa Maria Novella a Firenze. 

Attualmente su tela. L’affresco in esame, insieme al “Sacrificio ed ebbrezza di Noè”, è attribuito unanimemente all’artista fin dalle antiche fonti. Il dipinto si trovava nella zona alta della campata. Lo stato di conservazione è buono.

 La presente raffigurazione e quella del “Sacrificio” furono ampiamente descritti dal Vasari: ” ….fece il Diluvio con l’arca di Noè, ed in essa con tanta fatica e con tant’arte e diligenza lavorò i morti, la tempesta, il furore de’ venti, i lampi delle saette, il troncar degli alberi, e la paura degli uomini, che più non si può dire. Ed in iscorto fece in prospettiva un morto al quale un corbo gli cava gli occhi, ed un putto annegato, che per aver il corpo pieno d’acqua fa di quello un arco grandissimo. Dimostrovvi ancora vari affetti umani, come il poco timor dell’acqua in due che a cavallo combattono, e l’estrema paura del morire in una femmina e in un maschio che sono a cavallo in su una bufola, la quale per le parli di dietro emplendosi d’acqua, fa disperare in tutto coloro di poter salvarsi: opera tutta di tanta bontà ed eccellenza, che gli acquistò grandissima fama … Sotto questa stora dipinse ancora l’inebriazione di Noè col dispregio di Cam suo figliuolo, nel quale ritrasse Dello, pittore e scultore fiorentino suo amico, e Sem e Jafet altri suoi figliuoli che lo ricuoprono mostrando esso le sue vergogne. Fece quivi parimente in prospettiva una botte che gira per ogni lato, cosa tenuta molto bella … ma ingannossi, perché il diminuire del piano di sotto, dove posano i piedi le figure, va con le linee della pergola, e la botte non va con le medesime linee … Fecevi anco il sagrifizio con l’arca aperta, tirata in prospettiva con gli ordini delle stanghe nell’altezza partita per ordine, … e nell’aria si vede Dio Padre che appare sopra al sagrifizio che fe Noè con i figliuoli; e questa di quante figure fece Paolo in questa opera è la più difficile; perché vola col capo in scorto verso il muro, ed ha tanta forza, che pare che il rilievo di quella figura lo buchi e lo sfondi … Insomma. diede a tutta questa opera morbidezza e grazia tanta, che ell’è senza comparazione superiore e migliore di tutte l’altre sue, onde fu non pure allora, ma oggi grandemente lodata“.

Il dipinto della lunetta che, per il Vasari, riguarderebbe il solo e preciso momento del Diluvio, è stato poi descritto in due storie divise: nella zona a sinistra il “Diluvio” ed in quella a destra la “Recessione delle acque”.

Universalmente concorde è l’opinione della critica nell’evidenziare la stereometrica grandiosità della composizione, ma alquanto diversificate sono le interpretazioni dei vari studiosi circa l’impianto prospettico impiegato.

A tal proposito il Parronchi (1957) ipotizza che Paolo abbia seguito i concetti di Vitellione (Polonia 1230/35 – 1275), “aberrando” alcuni particolari della visione per ciò che concerne la luminosità, il cromatismo, le misure, il luogo, solidità, la distanza la diafanità, nonché il tempo, come riporta il ventottesimo teorema del quarto volume della “Perspecitva”. È qui, infatti, dove si espongono le aberrazioni visive che dopo le varie vicende meteorologiche dovettero accadere con il Diluvio.

Lo stesso studioso di storia dell’arte arriva alla conclusione asserendo che l’artista elevò Noè ad un’altissima statura contro le arche impiegando un cromatismo monocromo in modo da far sì che che le ombre fossero di maggior effetto delle figure stesse, avvicinò ed allontanò smisuratamente i vari oggetti, raffigurò più personaggi di dimensioni assai diverse in modo da dargli una diversa distanza, dispose e le figure su piani differenti ed infine collocò nello sfondo figure dalle dimensioni variamente alterate.

Particolare della zona di sinistra del Diluvio e Recessione delle acque.

Particolare della zona di destra del Diluvio e Recessione delle acque.

Altro particolare di destra della composizione.

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