Site icon FRAMMENTIARTE

Citazione n° 1 da: Enciclopedia Italiana pag. 646

Citazione n° 1 e n° 19 da Enciclopedia Italiana edizione 1949, volume XXX, pagina 646 e pag. 654

Pagina 646:

“S. Galgano: Abbazia cistercense, oggi in rovina, che sorge presso Chiusdino. Alla morte di Galgano, nobile senese originario di Chiusdino, eremita sul monte siepi, e affiliato all’ordine cistercense durante una sua gita romana, i monaci dell’Abbazia cistercense di Cassamari ottennero di venire a vegliare sulle sue spoglie e di costruire un oratorio e un edificio sulla sua tomba. Sorse cosi il monastero di S. Galgano, che a causa delle preziose reliquie che conservava, attirò pellegrini e offerte, sicché ben presto il nuovo stabilimento intorno al quale si venne formando una borgata fortificata che si reggeva con leggi proprie, soppiantò le abbazie benedettine dei dintorni e di cui riscattò poco a poco i beni; e nel secolo XIII non solo acquistò tutta la regione vicina, ma altresì ricche proprietà a Siena, Asciano, Grosseto, Massa Marittima, S,Gimignano.

Il primo edificio eretto sul monte Siepi fu una cappella rotonda e un monastero in cui ai raccolsero i primi monaci, e del quale oggi restano solo incerti avanzi. L’abbazia maggiore fu iniziata sul piano al piedi del Monte Siepi, dopo che già la comunità religiosa era andata crescendo e s’era arricchita d’importanti donazioni. Verso il 1224 aveva luogo l’imponente costruzione del tempio da cui poi , 1’ordine cistercense si sarebbe irradiato in tutta la Toscana.

Sconosciuti ne sono gli architetti; ma si crede con buone ragioni che siano stati monaci cistercensi ispirati dalle forme edilizie usate nelle chiese del loro ordine in Francia. La vasta chiesa era divisa in tre ampie navate dai pilastri polistili, con colonnetta tronca e peduccio verso la navata centrale; alte finestre traforate, occhi di marmo, vetrate; campanile poggiante su una delle cappelle della crociera; vi erano annessi il chiostro, il convento, le infermerie, l’ospizio, il cimitero.

L’Abbazia di S. Galgano, la cui costruzione si protrasse fino alla fine del secolo XIII, appariva cosi come un imponente complesso di edifici nella pianura ricca e solitaria presso la via francescani. “.

Enciclopedia Italiana, VII – pagina 354.

“Essendo compresa nella Tuscia longobarda, ne seguì le vicende. Tenuta in dominio della Chiesa, Adriano IV la cinse di mura (1151). Nel 1186 venne in potere di Orvieto, che la tenne, malgrado le proteste della S. Sede. Occupata da Federico II (1240) tornò ad Orvieto nel 1251, Era tornata di nuovo in dominio della Chiesa, quando nel 1294 gli Orvietani la presero con assedio, Bonifacio VIII riconobbe il fatto compiuto (1296) e la tenne in condominio con gli Orvietani ma i Bolsenesi finirono col sottrassi al dominio di questi ultimi. I Monaldeschi della Cervara, Orvietani, vi ebbero grandi possessi e d’accordo con Francesco di Vico la indussero a ribellarsi alla S. Sede (1375) onde Papa Gregorio II la fece saccheggiare e ne fece abbattere gran parte delle mura (1377). Bolsena fu data poi in contea ai Monaldeschi della Cervara, ma. nel 1451 tornò alla Chiesa.”.

La riproduzione dei contenuti di questo sito web di Arte, anche eseguita soltanto in parte, è vietata.
Exit mobile version