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Pittori toscani del Medio Rinascimento

Pittori toscani del Medio Rinascimento

Fra’ Bartolomeo

Fra’ Bartolomeo di Paolo del Fattorino conosciuto anche come Della Porta (Savignano di Prato, 1472?/1475? – Firenze 1517), pittore d’arte sacra, crea con grande maestria strutture architettoniche nelle sue pale d’altare, conferendogli sacralità con le perfette simmetrie delle forme, e ciò è evidente nel Giudizio Finale (realizzato tra il 1499 ed il 1500 in collaborazione con Giuliano Bugiardini e Mariotto Albertinelli, attualmente custodito nel Museo di San Marco) e nella Visione di San Bernardo  (1506-1507, alla Galleria dell’Accademia fiorentina). La sua pittura vibrante, luminosa e spesso argentina, crea squisite ed animate figure in freschi paesaggi. Una pittura che viene ulteriormente sviluppata nelle conversazioni sacre, come ad esempio nell’Eterno adorato dalla Maddalena e da S. Caterina (1509)..

e ricerche della pittura fiorentina sulla prospettiva scientifica e sulla plasticità si integrano in Fra’ Bartolomeo con un chiaroscuro sfumato tendente al bruno, vicino a quello di Leonardo, in vaste superfici dove le gamme cromatiche producono effetti locali. Nonostante abbia frequentato i veneti (1508), l’interpretazione della sua arte pittorica è ben lontana da essi, ma risente gli influssi di Michelangelo Buonarroti, raggiungendo spesso il teatrale e la solenne enfatizzazione, come nel Cristo Risorto e i quattro Evangelisti del (1516) e nei Due Profeti (Palazzo Pitti).

Fra Bartolomeo: La visione di san Bernardo
Fra’ Bartolomeo: La visione di san Bernardo

Mariotto Albertinelli

Un artista assai vicino a Fra’ Bartolomeo è Mariotto Albertinelli (Firenze, 1474 – Firenze, 1515), suo affezionato collaboratore dal 1509 al 1515 (già con lui aveva partecipato alla realizzazione del Giudizio Finale), influenzato soprattutto dalla pittura fiamminga che lo forma e lo allontana dalla propria visione giovanile, dalla quale uscirono opere di più alto valore, superando quelle dello stesso Fra’ Bartolomeo.

La sua pittura assume caratteristiche di calore, solidità e splendore. Negli ultimi tempi egli si indirizzerà su vie alquanto macchinose e complicate come nell’Annunciazione (1510, Accademia di Firenze). Suoi dipinti sono anche l’Annunciazione  (1497, Duomo di Volterra), il Tabernacolo (1500, Museo Poldi Pezzoli di Milano) e Adamo ed Eva (Galleria di Zagabria).

Andrea del Sarto

Andrea Vannucci, meglio conosciuto come Andrea del Sarto (Firenze, 1486 – Firenze, 1530), formatosi nella bottega di Piero di Cosimo, è un artista molto sensibile al colore ed affezionato allo sfumato di Leonardo. Nel corso dei secoli sarà conosciuto come “Andrea senza errori” (derivato dalla frase del Vasari nella 1° edizione delle Vite «le opere sue son senza errori», e cioè il “pittore perfetto” fino all’avvento del Romanticismo), ma non riuscirà a sopportare tale definizione, perché eccessivamente esagerata. In effetti Andrea del Sarto è un artista eclettico, assai equilibrato nella sua varietà, creatore di armonia e di eleganza priva di impeto, seguendo i dettami del classicismo.

Di Leonardo egli apprezza, oltre che la degradazione dello sfumato, gli effetti della prospettiva atmosferica ed è influenzato, nel colore, anche dai pittori fiamminghi. Andrea del Sarto sa bene fondere queste sue influenze nei paesaggi e nelle piccole figure, visibili negli sfondi del Sacrificio d’Isacco e delle storie di S. Filippo Benizzi (1509-10).

Andrea del Sarto, se è capace, rinunciando al colore, di conferire ugualmente una valenza poetica alle forme sfaccettate e ricche di chiaroscuro alla maniera leonardesca (affreschi delle Virtù nel Chiostro dello Scalzo realizzate tra il  1512 ed il 1524 e nelle storie del Battista), è anche in grado di creare composizioni piramidali ispirate da Leonardo e Raffaello come nella Carità (Louvre) e nella Sacra Famiglia (Galleria Borghese). In queste opere le figure sono di estrema eleganza, correttamente collocate e con un cromatismo piacevole ed armonioso, soprattutto quello dei panneggi.

La sua continua ricerca non riguarda soltanto la composizione ed il cromatismo, ma anche quel senso di monumentalità derivante dalle statue michelangiolesche (Madonna delle Arpie agli Uffizi e San Giovanni Battista a Palazzo Pitti).  Con tutte le sue preziose peculiarità, tra le quali il grande talento decorativo e l’alto senso della poetica, talvolta egli si fa impeccabilmente un imperturbabile ripetitore degli ideali classicisti come nell’Assunta (Palazzo Pitti).

Andrea del Sarto: Il sacrificio di Isacco, Dresda, Gemäldegalerie
Andrea del Sarto: San Giovanni Battista (palazzo Pitti)

continua

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