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Arte degli antichi regni: L’ARTE EGIZIA

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L’Arte nelle civiltà preclassiche

Occorre, secondo le credenze dell’Antico Regno, guadagnarsi il favore degli dei ed annullare gli effetti negativi con la creazione di opere di valore di cui solo l’arte può …

Arte degli antichi regni: arte egiziana

Dagli inizi del terzo millennio a.C., le popolazioni, soprattutto quelle di coltivatori sparse nelle vicinanze dei fiumi Nilo, Tigri, Eufrate, intorno al Mar Caspio ed al Mediterraneo, si presentano alla storia con istituzioni statali altamente evolute e prodotti artistici di altissimo valore, e nel tempo hanno dato origine alla nostra cultura artistica.

In Egitto fra il 2900 e il 2800 a.C. il regno dell’Alto Nilo e quello del Basso Nilo, sono uniti insieme e governati da un sovrano che genera la prima dinastia, quella dei Menes.

Nasce così il primo importante stato, con numerosissimi territori urbani oltre quello con la sede del re.

Secondo l’antica religione egizia Khnum, il dio degli artigiani con testa di ariete, creò il  mondo e plasmò ogni essere vivente adoperando un tornio da vasaio.

Solidamente strutturata con l’evoluzione creativa dell’universo, l’arte ha una grande responsabilità e il suo scopo non è il godimento individuale: l’Egitto nell’antichità è profondamente dominato dalla magia di tutti i tipi e dalla forte credenza nell’esistenza di forze soprannaturali, quindi è necessario per questo guadagnarsi il favore di queste forze e annullare i loro effetti negativi.

Arte egizia

La cultura dell’antico Egitto ci consegna, per le ragioni sopra citate, testimonianze di un’arte dalle forti caratteristiche e, soprattutto, non influenzata da altre civiltà perché circondata tra mari e deserti.

L’arte degli antichi egizi è la manifestazione di uno Stato che si organizza rispettando rigorosi schemi.

La figura più alta è il Faraone, governante, supremo sacerdote e divinità in terra. Al suo fianco sta l’alta rappresentanza religiosa che è la più potente e privilegiata casta.

Prevalentemente le committenze dell’arte egiziana provengono dalle autorità politiche e religiose, che attraverso di essa vogliono magnificare le divinità ed il sovrano, incutendo nella popolazione venerazione e stima per una forte classe politica costante nel tempo.

Gli artisti sono sottoposti a rigorosi schemi e la loro formazione si compie in giovanissima età.

Le costruzioni monumentali diventano simbolo di potere e di grandezza sul territorio, mentre la scultura e la pittura adornano le residenze delle classi privilegiate.

Della grande passione per la cultura e per la creazione artistica, che sono le caratteristiche principali del periodo preistorico, sono arrivate a noi come testimonianza le lastre decorate a rilievo (le famose tavolozze) probabilmente impiegate per amalgamare i prodotti cosmetici per gli occhi. Queste venivano usate indifferentemente sia dagli uomini che dalle donne.

Con il passare del tempo, le tavolette crescono di misura e si si trasformano sempre più, acquistando alla fine un significato celebrativo ed ufficiale, richiamando nella decorazione ben definite circostanze storiche.

Tavolozza di Narmer, Museo Egizio del Cairo
Tavolozza di Narmer, Museo Egizio del Cairo

La tavolozza di Narmer segna l’origine del periodo storico,  poi suddiviso dalla tradizione in famiglie regnanti, nella quale il faraone è la personificazione del potere politico e religioso, l’emblema dell’unità nazionale, la divinità incarnata perché sempre vittorioso sulle forze degli sconvolgimenti.

Tipi di composizione che continueranno a rimanere costanti in tutti i settori artistici degli antichi egizi sono utilizzati in questa tavolozza che commemora l’unificazione dell’Alto e Basso Egitto: la ripartizione del campo in registri, le dimensioni superiori per i personaggi del potere, il valore pittorico di qualche immagine, come il falco che trattiene la personificazione del Delta. L’intento simbolico che si percepisce è sulla disposizione degli oggetti come sono pensati, non come si vedono.

In tutte le rappresentazioni artistiche egiziane, il faraone che è anche un dio, risulta sempre più grande di qualsiasi altra personalità, e tale deve apparire nelle raffigurazioni di ogni genere.

Il criterio della composizione artistica esprime la strutturazione delle gerarchie pubbliche e religiose: attribuire alle figure e agli oggetti rappresentati le dimensioni proporzionate ed un confronto reciproco persistente, risponde sempre al bisogno di esprimere un linguaggio che risulti  riconoscibile all’istante dall’osservatore, configurato in relazione alle regole che gestiscono il mondo e l’aldilà.

Con l’età delle dinastie This (2850 – 2650 A.C.) ha origine l’architettura monumentale, destinata a svilupparsi in modo incredibile per poi differenziarsi nei due tipi: a struttura rettangolare rastremata in pietra o in mattoni e a struttura piramidale.

I re in questo periodo vengono sepolti nelle loro monumentali tombe ad Abido (Cenotafi) e a Menfi dove rimangono chiare testimonianze architettoniche, pittoriche ed un vastissimo assortimento di vari reperti artistici: sono queste le fondamenta ed i semi che porteranno il grandissimo sviluppo dell’arte nell’Antico Regno, corrispondente al periodo  che va dal 2650 al 2200 a.C. che incontra le terze, quarte, quinte e seste dinastie.

Le Piramidi

La piramide di Cheope

Gioser, un importante faraone appartenente alla terza dinastia ed il suo affidabile architetto Imhotep sono gli artefici principali del grande complesso funerario di Saqqara, una vastissima area delimitata da un muro in calcare  di colore bianco, dove si edificavano la piramide a gradoni e i templi funerari. Il continuo rinnovamento degli impianti si abbinava sempre all’impiego esclusivo della pietra calcarea che rimpiazzava i materiali soggetti a deterioramento come i mattoni e il legno delle età antecedenti.

La piramide di Cheope

Con la quarta dinastia si passa, attraverso la piramide a rombo di Snefru a Dahshur, dalla struttura a gradoni alla struttura a pareti lisce ed omogenee delle piramidi di Cheope, Chefren e Micerino nella necropoli di Giza, nei pressi del Cairo. Nulla come la solennità di queste monumentali architetture funerarie, fatte per conservare in eterno il corpo del faraone, riesce a dare la sensazione di ciò che permane immutabilmente e che mai tramonterà.

Le piramidi sono orientate verso le stelle alle quali il re, lasciando questa terra, andrà da vero dio, tra gli dèi che lo hanno creato. Attorno alla scrupolosa struttura geometrica delle piramidi si dispongono seguendo un preciso piano organico le tombe dei funzionari reali, che ora possono costruire per la propria sepoltura la mastaba, originariamente monumento funebre delle famiglie sovrane.

La tomba, oltre che ricordare il defunto, serve a conservarne il corpo per tutta l’eternità insieme agli oggetti personali, usufruibili nell’esistenza ultraterrena. Le forme monumentali sono di tre tipi: a periptero, a ipetrale, a penetrale. Il primo consta di un locale a base rettangolare con le aperture in uno od entrambi i lati più corti, circondato da un porticato strutturato a pilastri e colonne; il secondo è a cielo aperto ed esclusivamente riservato alla venerazione del dio Sole; il terzo, molto più articolato e rimasto strutturalmente invariato dal secondo millennio, ha la via di ingresso con affiancate le sfingi, la grande porta monumentale con piloni ed obelischi disposti ai lati, corte, atrio e cella.

Il sacrario, al quale si accede con percorsi ben definiti e sempre più stretti, è un luogo dove possono entrare soltanto il faraone ed i sacerdoti: trattasi di una stanza  con incluso la cappella o il tabernacolo con raffigurazioni simboliche del dio. Il tempio e gli edifici sacerdotali sono racchiusi da una cinta muraria.

Frammenti:

L’arte egizia ha origini antiche (intorno al III millennio a.C.) e si intreccia, nell’arco dei secoli, con l’arte delle civiltà siro-palestinese e fenicia.

L’arte nell’Antichi regni é legata a propositi celebrativi e propagandistici del potere centrale assoluto.

L’arte nell’Antichi regni é legata a propositi celebrativi e propagandistici del potere centrale assoluto.

Molto complesse sono le simbologie collegate alle tradizioni funerarie ed alla religione.

Nelle tombe egizie ogni elemento è orientato ad infondere una valenza di mistero e sacralità al sacello divino.

Nei rilievi, in genere, le figure sono rappresentate in modo rigidamente frontale.

La scelta del cromatismo in pittura conferisce di solito una valenza simbolica, in diretta relazione con le iscrizioni realizzate a  caratteri geroglifici che accompagnano le narrazioni figurative.

L’espressione principale di questa civiltà è l’architettura delle sue maestose piramidi.

La Piramide di Cheope è una delle costruzioni più antiche che si conoscano al mondo.

Le proporzioni “gerarchiche” sono tipiche dell’arte egizia: le importanti personalità vengono raffigurate in scala più grande.

Censimento della mandria, in legno, XI dinastia, Museo Egizio del Cairo
Vendemmia, Pigiatura dell’uva, e riempimento dei contenitori di vino, XVIII dinastia, Tomba di Nakht, Tebe
Tomba di Iti a Gebeleyn, Trasporto del grano su di un asino, Primo periodo intermedio, Museo Egizio di Torino
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