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Biografia di Alexej von Jawlensky

Biografia e vita artistica di Alexej von Jawlensky (Toržok, 25 marzo 1864 – Wiesbaden, 15 marzo 1941)

Alexej Von Jawlensky: Colline, anno 1912, olio su cartone, 53,5 x 64 cm., Museum am Ostwall, Dortmund.

L’artista, di origini russe e vissuto in Germania, è stato un grande esponente dell’espressionismo tedesco, fu un membro di spicco del Blaue Reiter ed è considerato dagli studiosi uno fra i massimi interpreti delle avanguardie artistiche del Novecento. Jawlensky si distingue dagli altri espressionisti per un cromatismo alquanto personale e per una struttura compositiva vasta e piatta, quasi matissiana, quest’ultima acquisita nei frequenti soggiorni a Parigi. Altre peculiarità di Alexej sono le rappresentazioni folkloristiche e tradizionali della sua terra d’origine, nonché la sua personale stilizzazione degli

Alexej Von Jawlensky: Testa in rosso cupo e verde (La mantilla), anno 1913, olio su cartone, 68 x 49,3 cm. Collezione privata.

ultimi ritratti femminili. Nella sua opera è spesso presente il simbolismo religioso.

Alexej nacque a Toržok il 25 marzo 1864 da una famiglia di tradizioni militari. Probabilmente fu questo il motivo per cui iniziò la sua carriera nell’esercito, ove ben presto divenne ufficiale raggiungendo infine il grado di Capitano delle Guardie Imperiali di San Pietroburgo.

Intorno alla fine dell’Ottocento, all’età di trentadue anni, Alexej si accorse che le sue aspirazioni non erano affatto quelle della carriera militare e abbandonò l’esercito per dedicarsi alla pittura.

Si iscrisse così l’Accademia d’Arte di San Pietroburgo ma in breve tempo si convinse di non tollerarne i rigidi dettami e, quindi, si spostò in Europa iniziando la sua attività artistica in Germania.

Qui si recò insieme a Marianne von Werefkin – anch’essa avida pittrice di nuovi linguaggi espressivi – a Monaco di Baviera frequentando il quartiere Schwabing, un luogo ove a quel tempo si concentravano pittori, scultori, dandy, scrittori, musicisti, filosofi e intellettuali di ogni genere che si ribellavano alle regole tradizionali. Fra questi vi era Kandinsky, il cui incontro lo porterà poi ad aderire alla Neue Künstlervereinigung (Nuova Unione degli Artisti, fondata dallo stesso Kandinsky nel 1909).

Alexej Von Jawlensky: Waldberg-Wasserburg, anno 1907, olio su tela, 53,5 x 46,8 cm., Collezione privata.

Quando Kandinsky e Franz Marc lasciarono l’NKVM (Neue Künstlervereinigung) fondando nel 1911 il Blaue Reiter, Jawlensky entrò nel nuovo gruppo artistico a cui aderirono anche August Macke e Paul Klee.

Allo scoppio della Grande Guerra l’artista si recò in Svizzera da cui fece ritorno in Germania nel 1922 stabilendosi a Wiesbaden.

Nel 1929 incominciò a sentire i primi segni di una malattia alle articolazioni, probabilmente un’artrite reumatoide, che lo accompagnò per il resto della vita, impedendogli completamente di svolgere la sua attività artistica già dal 1937, quattro anni prima della morte.

Nel 1934 diventò cittadino tedesco ma di li a poco sarebbe entrato nella lista degli “artisti degenerati”.

Morì a Wiesbaden il 15 marzo 1941.

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