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Il Cristianesimo nell’Impero

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Il potere di Roma viene, a poco a poco, sempre più cristianizzato, e questo incomincia a preoccupare  l’opposizione.  Decio (Gaio Messio Quinto Traiano Decio, 249-251) impone la venerazione a tutti gli dei. Valeriano (Publio Licinio Valeriano, 253-260), nell’impero afflitto dalla pestilenza e dalla carestia, punta ad attaccare il cuore del Cristianesimo, smantellando la stessa struttura della Chiesa, che in seguito, negli editti del biennio 257-258, viene a fondo esaminata nel suo ordine gerarchico.

L’arte della decorazione risente le persecuzioni delle forti personalità: Cipriano di Cartagine (Tascio Cecilio Cipriano, vescovo di Cartagine), appassionato moralista con il suo stile semplice ed impetuoso, sviluppa (riprendendo Lucrezio) il problema della vecchiaia e dell’affaticamento del mondo, mentre Novaziano avvia con la “Scissione Novazianista”  e la sua auto-proclamazione di antipapa, la speculazione teologica.

L’implicita ammissione di Valeriano dell’autorità gerarchica della Chiesa, serve al figlio Gallieno (Publio Licinio Egnazio Gallieno al potere con il padre, 253-260 ed Imperatore, 260-268) per revocare la volontà del padre ed istituire l’entità giuridica dei corpi sociali, considerando il Cristianesimo “Religio Licita” ed esonerando i funzionari della Chiesa dal dovere di venerare gli idoli. Nel campo pittorico vengono integrati argomenti di approfondimento al repertorio di salvezza.

S. Agnese, Catacombe di Panfilo, Roma
S. Agnese, Catacombe di Panfilo, Roma

 La punta apicale della condizione umana viene contemplata nel gesto di disubbidienza di Eva, nella dedizione e devozione di Abramo, nella pazienza di Giobbe.

La Divina Provvidenza che rafforza  le nostre speranze e le nostre risorse, culmina nella scena del Davide che abbatte con una fionda il gigante Golia, di Tobia che con il pesce guarisce il padre che era rimasto cieco, di Elia arrivato in Paradiso su un carro di fuoco.

Il rispetto alla sacralità originaria dell’Impero, come presupposto di coesione del sistema tetrarchico,  porta Diocleziano (Gaio Aurelio Valerio Diocleziano 284-305) all’esclusione del popolo cristiano dalla struttura dell’esercito (anno 297). Per influenza di Galerio (Gaio Galerio Valerio Massimiano, 305-311) si rafforza il progetto di Valeriano di soffocare la struttura portante del Cristianesimo, condannando a morte i seguaci, distruggendo i luoghi di culto e bruciando le scritture. Nello stesso periodo (306), con Massenzio (306-312) in Italia e Costantino (306-337) nelle province occidentali, ritorna la pace.
Sarcofago di Giunio Basso, Basilica di S. Pietro, Roma

E non solo. Nel 312 l’Imperatore Costantino innalza nelle insegne il monogramma del Cristo e nell’anno seguente con Licinio (Flavio Galerio Valerio Liciniano Licinio, 308-324) emette l’editto di tolleranza.

Il Cristianesimo conquista rapidamente vasti consensi popolari e le Chiese diventano numerose con nuovi sviluppi strutturali nelle forme del battistero e dell’aula di culto. Nel 319 nasce il progetto della Basilica di S. Pietro che sarà innalzata sul colle Vaticano. La figura del Cristo nella pittura viene palesemente equiparata a quella dell’Imperatore.

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