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I tre dipinti del Sacrificio di Isacco di Andrea del Sarto

Andrea del Sarto: Sacrificio di Isacco, anno 1527 circa, tecnica ad olio su tavola, 178 x 138 cm., Museum of Art, Cleveland.

Andrea del Sarto: Sacrificio di Isacco, anno 1527 circa, tecnica ad olio su tavola, 178 x 138 cm., Museum of Art, Cleveland.

Il Sacrificio di Isacco di Andrea del Sarto

Il Sacrificio di Isacco di Andrea del Sarto
Andrea del Sarto: Sacrificio di Isacco, anno 1527 circa, tecnica ad olio su tavola, 178 x 138 cm., Museum of Art, Cleveland.

Sull’opera: “Sacrificio di Isacco” è il titolo di tre opere dello stesso tema di Andrea del Sarto, realizzate con tecnica a olio su tavola tra il 1527 ed il 1530, le cui misure ed ubicazioni sono:

  1. Sacrificio di Isacco, anno 1527 circa, tecnica ad olio su tavola, 178 x 138 cm., Museum of Art, Cleveland.

  2. Sacrificio di Isacco, anno 1527-1529 circa, tecnica ad olio su tavola, 213 x 159 cm., Gemäldegalerie, Dresda.

  3. Sacrificio di Isacco, anno 1527-1530 circa, Museo del Prado, Madrid.

La tavola con tema il “Sacrificio d’Isacco”  fu commissionata nel 1527 dal fiorentino Giovanni Battista Della Palla (Firenze, 1489 – Pisa, 1532) per farne dono a Francesco I (Cognac, 1494 – Rambouillet, 1547). Il re francese dici anni prima conobbe l’artista e lo accolse presso il castello di Fontainebleau, senza però che riuscisse a trattenerlo e farlo lavorare presso sua corte.

Nelle movimentate vicende di quel particolare momento politico (1530) il Della Palla venne arrestato, prima che la tavola fosse trasferita oltralpe e poco prima il pittore morisse.

Dalle Vite del Vasari si ricava che le versioni del Sacrificio d’Isacco realizzate da Andrea del Sarto furono tre e con tre stadi di rifinitura differenti, nonché dimensioni fortemente discostate fra esse.

Quella del Museum of Art di Cleveland, probabilmente, non fu portata a compimento per la realizzazione di una tavola più grande, con integrazioni e varianti. Apparve a Modena nelle collezioni estensi e, più tardi, nel 1746, fu acquistata dal principe di Sassonia.

Quella della Gemäldegalerie di Dresda, la più rifinita e più grande fra le tre, era forse quella che doveva partire per la Francia, ma prima che ciò succedesse l’opera venne espropriata dal marchese del Vasto, Alfonso d’Avalos, a cui si riferisce il monogramma riportato sulla roccia, scritta certamente in secondo tempo.

Altri invece ipotizzano che la versione dell’Isacco del Prado, più piccola ma simile alla versione di Dresda, fosse quella consegnata dall’artista al marchese, per cui la si suppone con una cronologia più tarda, prossima alla morte dell’autore.

L’ultima versione fu acquistata da Carlo IV di Borbone (Portici, 1748 – Roma, 1819) ed apparve per la prima volta nel 1779 nel monastero dell’Escorial (Casita del Príncipe). Nel 1814 si trovava al palazzo di Aranjuez, poi pervenne al Museo del Prado.

Sotto, le versioni della Gemäldegalerie e del Prado:

Sacrificio di Isacco, anno 1527-1529 circa, tecnica ad olio su tavola, 213 x 159 cm., Gemäldegalerie, Dresda.

Andrea del Sarto: Sacrificio di Isacco

Sacrificio di Isacco, anno 1527-1530 circa, Museo del Prado, Madrid.

Andrea del Sarto: Sacrificio di Isacco
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