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Il polittico della misericordia – Madonna della Misericordia di Piero della Francesca

Piero della Francesca: Il polittico della misericordia

Piero della Francesca: Polittico della Misericordia: Madonna della Misericordia, cm. 134 x 91, Pinacoteca Comunale di Sansepolcro.

Piero della Francesca: Madonna della Misericordia

Madonna della Misericordia
Piero della Francesca: Polittico della Misericordia: Madonna della Misericordia, cm. 134 x 91, Pinacoteca Comunale di Sansepolcro.

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Sull’opera: “Madonna della Misericordia” è un dipinto autografo di Piero della Francesca, appartenente al “Polittico della Misericordia”, realizzato con tecnica mista (tempera ed olio) su tavola intorno al 1460, misura 134 x 91 cm. ed è custodito nella Pinacoteca Comunale di Sansepolcro.

La tradizione ci tramanda che nella figura del devoto appartenente al gruppo di sinistra (quello visto frontalmente che guarda in alto) si identificherebbe il ritratto di Piero della Francesca (Coleschi, Storia di San Sepolcro, 1886).

La stessa immagine si trova nellla “Resurrezione di Cristo“, e questo potrebbe rafforzare tale ipotesi, che invece riscosse scarsi consensi tra gli studiosi nell’arco dei secoli. Il Del Vita (“RA” 1920) aggiunse che l’identificazione si doveva estendere a tutte le figure dei devoti, nella rappresentazione dei ritratti dei familiari di Piero.

Anche questa tesi ebbe echi abbastanza brevi, e non soltanto: il Longhi la respinse decisamente, come pure il Clark che invece ne appoggiava la prima.

Per quanto riguarda l’autografia, c’è il pieno accordo degli studiosi di Storia dell’arte, mentre per la cronologia, le date proposte dai vari studiosi appaiono alquanto divergenti.

Il Longhi legge nella presente composizione una certa maturità che si rileva nelle altre tavole dello stesso Polittico, ipotizzando che le raffigurazioni dei devoti siano un chiaro richiamo al grande “Dittico dei duchi di Urbino” (1465-66, Uffizi di Firenze) dal quale si evidenzia la complessa esperienza pittorica di Piero.

Il Focillon ravvisa nei devoti forti affinità con la pittura masaccesca, soprattutto per la loro vigorosa caratterizzazione, mentre il Clark, senza aggiungere alcuna spiegazione, colloca la tavola intorno al 1449-51, periodo dei viaggi di Ferrara e Rimini.

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