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La Maestà di Simone Martini

La Maestà di Simone Martini

La Maestà di Simone Martini
Maestà, cm. 763 x 970, Palazzo pubblico, Siena

       Sull’opera: “Maestà” è un affresco di Simone Martini, realizzato con la collaborazione di altri artisti nel 1315, misura 763 x 970 cm. ed è custodito nel Palazzo Pubblico di Siena.

L’opera è affrescata sulla del “Parete del Mappamondo” nella sala del Consiglio, conosciuta anche come “Parete della Balestra”.

Il dipinto occupa tutta la larghezza della parete e poco più di quattro quinti in altezza. Al centro della composizione primeggia la Madonna col Bambino, ai cui lati sono disposte su tre virtuali ellissi concentriche le figure di santi, apostoli ed angeli, contrastate da uno sfondo di intenso blu oltremarino.

Nel gruppo di destra sono stati identificati – variamente disposti, ma sempre da sinistra verso destra – San Paolo, l’arcangelo Gabriele, Santa Maria Maddalena, San Giovanni Evangelista e Santa Caterina di Alessandria. Nel gruppo a sinistra – da sinistra verso destra – Santa Barbara (per alcuni studiosi identificata in Santa Caterina, sorella della Santa, fino a quando, nel 1963, con il Carli, in relazione a alcune zone semi-cancellate ove si intravedevano una torre ed una ruota, finalmente si stabilirono le esatte identità), San Giovanni Battista, Sant’Agnese, l’arcangelo Michele.

In basso, ai piedi del trono, stanno due angeli in atto di offrire alla Vergine rose e gigli in coppe d’oro, e i quattro santi patroni di Siena: Crescenzio, Vittore, Savino ed Ansano.

La composizione ha una cornice, nelle cui vaste fasce sono dipinti venti medaglioni intercalati da motivi vegetali che circondano borchie circolari, dove si dispongono in alternanza la “balzana” ed il “leone rampante”, ovvero, gli stemmi di Siena e quelli del suo popolo.

Nel medaglione centrale della fascia alta è raffigurato il “Cristo benedicente”, mentre ai lati stanno Isacco, Mosè, Davidee Giacobbe. Nei medaglioni delle due fasce laterali sono raffigurati i profeti, mentre agli angoli, gli evangelisti. Nel medaglione centrale della fascia inferiore della cornice è raffigurato un busto muliebre sdoppiato, i cui volti – con uno senile e l’altro giovanile – simboleggiano la “Vecchia” e la “Nuova Legge” recanti il “Decalogo” ed i “Sette Sacramenti”. Ai lati del busto muliebre bifronte stanno altri quattro medaglioni raffiguranti tre santi vescovi ed un “Dottore della Chiesa”. A fianco del busto sdoppiato sono riprodotte le “leggende” corrispondenti al recto ed al verso di una moneta senese: “Sena veius civitas Virginis”, e: “A et Ω principium et finis”.

Sempre in basso sulla fascia di una ulteriore incorniciatura sono dipinti in monocromia altri due medaglioni, raffiguranti l’uno la Madonna col Bambini e angeli, l’altro, il leone rampante del sigillo del Capitano del popolo.

La Maestà è la prima opera datata di Simone Martini, la cui cronologia è verosimilmente tra il 1313 ed il 1315 (con ritocchi nel 1321). Trattasi composizione di un artista ormai decisamente conosciuto e maturo, realizzata per una prestigiosa committenza pubblica (il governo dei Signori Nove in Siena).

Il grande affresco viene considerato come un omaggio alla Maestà di Duccio nel Duomo di Siena, dalla quale Simone riprende lo stesso impianto compositivo con la “Madonna col Bambino” al centro, i santi ai due lati e, in primo piano, i santi patroni di Siena.

In questo dipinto si evidenzia però anche il distacco di Simone dalla precedente pittura di cui sopra considerata, soprattutto per lo squisito e delicato gusto gotico nella raffigurazione di una Vergine più austera e distaccata, assise in un trono cuspidato entro un baldacchino da cerimonia: un gusto che possiamo definire di sapore transalpino. Inoltre nella Madonna di Simone è completamente assente l’horror vacui che pare caratterizzare quella di Duccio.

Nel 1321 Simone Martini dovette rimettere mano al grande affresco per la “raconciatura” di alcune zone, che furono rifatte per intero. Trattasi della testa della Madonna, del Bambino, di Santa Caterina d’Alessandria, di Sant’Orsola , dei santi Crescenzio ed Ansano e dei due angeli offerenti.

In riferimento agli avvenimenti di Siena del 1318 (rivolta dei carnaioli), si lavorò anche all’epigrafe posta sotto il trono della Madonna, con la copertura della precedente scritta, il cui messaggio venne riscritto nei cartigli tenuti dai santi Avvocati di Siena.

Particolari:

Particolare con i santi del gruppo di sinistra

Particolare con i santi del gruppo di destra

Particolare della Madonna col Bambino

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