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La tempesta (Gallerie dell’Accademia di Venezia) del Giorgione

Giorgione: La tempesta, cm. 82 x 73, Gallerie dell'Accademia, Venezia.

Giorgione: La tempesta, cm. 82 x 73, Gallerie dell'Accademia, Venezia.

Giorgione: La tempesta (Gallerie dell’Accademia di Venezia)

Giorgione: La tempesta (Gallerie dell'Accademia di Venezia)
Giorgione: La tempesta, cm. 82 x 73, Gallerie dell’Accademia, Venezia.

Al primo elenco opere del Giorgione

        Sull’opera: “La tempesta” è un dipinto autografo del Giorgione, realizzato con tecnica a olio su tela nel periodo 1505-1507, misura 82 x 73 cm. ed è custodito nelle Gallerie dell’Accademia, Venezia.

Descrizione dell’opera

Quello in esame, è il dipinto che più di tutti rappresenta l’artista, e che sicuramente può essere considerato come la prima opera a tematica paesaggistica della storia.

Qui il significato iconografico è assai incerto: in primo piano si trovano tre nitide figure che pare rappresentino una zingara quasi del tutto nuda  che allatta il proprio figlio, ed un giovanotto in atteggiamento militaresco (questa è l’impressione che ebbe Marcantonio Michiel – 1484/1552 – quando osservò l’opera in casa di Gabriel Vendramin): “El paesetto in tela cum la tempesta cum la cingana [zingara] et soldato fo de man de Zorzi da Castelfranco”. Ma ciò che più di ogni altra cosa attira l’attenzione del fruitore del dipinto, è l’armonia coloristica e la forte sensibilità dell’artista nella creazione di effetti luministici che lo colpiscono. Il Giorgione impiega con grande disinvoltura e naturalezza le tonalità verdastre nell’atmosfera di quel paesaggio di bassa collina, immerso in una morbida luce crepuscolare, che pare scuotersi all’improvviso nel bagliore della saetta proveniente dal ventre di quel cupo cielo.

La tempesta è una delle pochissime opere del Giorgione che gli studiosi di storia dell’arte hanno sempre ed universalmente accettato come autografa.

Assai discordi invece, come già abbiamo visto sopra, sono le ipotesi iconografiche e la cronologia.

Nella collezione Vendramin (1569) era catalogata come “Mercurio ed Iside”; più tardi moltissimi studiosi hanno cercato di scoprirne l’enigmatico contenuto, per cui, secondo il Ferriguto, l’artista voleva creare un’allegoria della natura; per il Richter, invece, voleva raffigurare l’infanzia di Paride; per il Morassi si trattava invece di un’autocelebrazione, riferendosi al fatto che il Giorgione sapeva di essere un figlio illegittimo; ecc.

Nel 1569 la Tempesta apparteneva ancora alla famiglia Vendramin.

Nel 1856 era presso la collezione Manfrin di Venezia che, nel 1875, la vendette al principe Giovannelli, il quale la cedette allo Stato nel 1932.

Particolari dell’opera

Particolare dello sfondo con alberi, a sinistra.

Particolare dello sfondo con alberi, a destra.

Particolare del muretto.

Particolare della zingara che allatta il proprio figlio.

Particolare del fondo paesaggistico, lato sinistro.

Particolare del fondo paesaggistico, lato destro.

Particolare del giovane in atteggiamento da soldato.

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