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Resurrezione del figlio di Teofilo e San Pietro in cattedra del Masaccio

Masaccio: Cappella Brancacci – Resurrezione del figlio di Teofilo e San Pietro in cattedra

Masaccio: Cappella Brancacci - Resurrezione del figlio di Teofilo e San Pietro in cattedra

Resurrezione del figlio di Teofilo e San Pietro in cattedra (foto da Wikimedia Commons) cm. 215.  Particolari:   1   2   3   4   5   6   7  8

        Sull’opera: “Resurrezione del figlio di Teofilo e San Pietro in cattedra” è un dipinto del Masaccio, realizzato con tecnica a fresco su muro nel 1427-28, al quale hanno collaborato altri artisti (portato a termine da Filippino Lippi dopo il 1480); misura 230 x 598 cm. ed è custodito nella Cappella Brancacci (chiesa del Carmine, Firenze).

La storia è tratta dalla “Leggenda aurea” dove S. Pietro era stato rinchiuso in carcere da Teofilo, prefetto di Antiochia. Questi, più tardi, con l’intervento di San Paolo, lo fece liberare perché seppe che avrebbe potuto resuscitare suo figlio quattordicenne appena morto. San Pietro riuscì a compiere il miracolo ed il prefetto si convertì convincendo tutti gli abitanti di Antiochia a fare la stessa cosa. Poco più tardi edificarono una chiesa nella quale posero il Santo in cattedra.

Teofilo fu identificato nella figura seduta sul trono a nicchia (parte sinistra dell’opera) che dovrebbe rappresentare Gian Galeazzo Visconti, potente nemico dei fiorentini. Coluccio Salutati (politico letterato e grande esponente del Primo Rinascimento, al periodo cancelliere ed acerrimo nemico del Signore di Milano), fu riconosciuto nella figura seduta alla destra di Teofilo. Nella zona di destra, dalla parte opposta dell’opera, sotto il “San Pietro in cattedra” – al lato estremo – venne identificato il Brunelleschi, ma per il Baldini cadevano tutti i presupposti perché considerava quella testa completamente ridipinta. Il Salmi (1929-1948) identificò l’artista nel volto della figura rivolta al fruitore dell’opera.

Il Masaccio dipinse la scena centrale, dalla figura identificata in Coluccio Salutati a quella inginocchiata (comprese le teste sovrapposte, sopra di essa), escludendo l’uomo completamente vestito di verde. Anche il palazzo sullo sfondo è opera del Masaccio, come pure la figura Si san Pietro (esclusi il braccio benedicente ed i piedi, dipinti da Filippino Lippi). Il Masaccio dipinse anche gran parte della zona destra, dove sta il “San Pietro in cattedra” e i monaci carmelitani, fino alla parte estrema.

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