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Le Storie di san Benedetto di Luca Signorelli

Luca Signorelli: Le Storie di san Benedetto

Luca Signorelli: Storie di san Benedetto
Storie di san Benedetto, 1497-98, Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, Asciano (sopra: .San Benedetto incontra re Totila e gli dà il benvenuto).

Sull’opera: Le “Storie di san Benedetto” fanno parte di un grande ciclo di affreschi realizzati nell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore (Asciano, Siena) da più artisti intorno al 1497-98.

Descrizione e storia

Nella presente pagina vengono considerate soltanto le composizioni che coinvolsero Luca Signorelli con i suoi assistenti, descritte  nella tabella sottostante.

La prima e l’ultima opera non appartengono né all’arista, né ai sui aiutanti.

Le “Storie di San Benedetto” furono commissionate al Signorelli dall’abate fra Domenico Airoldi per la decorazione del Chiostro Grande dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore (Asciano, Siena).

L’artista, nonostante la vasta cerchia di assistenti, non portò a termine il ciclo pittorico richiestogli per dedicarsi ad un importante incarico nel Duomo Orvieto.

Interruppe il presente lavoro dopo aver dipinto otto lunette nel lato nord (qui sono rappresentate dieci).

La continuazione dell’opera

Le Storie di San Benedetto furono riprese nel 1505 e portate a compimento dal Sodoma (Vercelli, 1477 – Siena, 1549) [* Paolucci, cit., pag. 278].

In un recente restauro, eseguito dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, sono state ripristinate le zone con presenza di biacca ossidata nel tempo, dimostrando come l’assenza dei contrasti nei vari punti non fosse dovuta all’incapacità degli assistenti coinvolti nell’opera ma esclusivamente dallo stato di conservazione.

Si possono così leggere, attualmente, scene più vive e, allo stesso tempo, meno drammatiche di come normalmente apparivano ai fruitori [Paolucci, cit., pag. 280].

Le raffigurazioni autografe del Signorelli

Tra le tante scene delle otto lunette – spesso con presenza di moltissime figure in libertà, altre volte in gruppi più intimi e raccolti – realizzate con grande teatralità, solamente due sono considerate integralmente autografe di Signorelli: “San Benedetto incontra re Totila e gli dà il benvenuto” e “San Benedetto rimprovera due monaci che avevano violato la Regola mangiando in una locanda” [* Paolucci, cit., pag. 278].

I dipinti della sua equipe (dalla 2 alla 9):

Opera del Riccio: Come Benedetto manda Mauro in Francia.

Dio punisce Fiorenzo che si era rallegrato che san Benedetto avesse lasciato Subiaco.

San Benedetto converte gli abitanti di Montecassino.

San Benedetto esorcizza il diavolo.

San Benedetto resuscita un monaco ucciso dal crollo di un muro.

Autografa dell’artista – San Benedetto rimprovera due monaci che avevano violato la Regola mangiando in una locanda.

San Benedetto rimprovera il fratello del monaco Valeriano per aver violato il digiuno.

San Benedetto scopre l’inganno di re Totila.

Autografa dell’artista – San Benedetto incontra re Totila e gli dà il benvenuto.

Opera del Sodoma (sinopia): Come Benedetto predice la distruzione di Montecassino: Accanto al santo, che appare sulla destra, appare Teoprobo: una chiara allusione alla distruzione del 581.

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