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Vela e lunetta con Roboamo e Abia nella volta della Cappella Sistina

Michelangelo Buonarroti: Vela sopra Roboamo e Abia

Michelangelo Buonarroti: vela sopra Roboamo e Abia, 245 x 340 cm, intorno agli anni 1511-12, volta della Cappella Sistina.

Sugli affreschi

La vela sopra la lunetta di Roboamo e Abia è un affresco di Michelangelo realizzato intorno al 1511-12 che fa parte della decorazione della volta della Cappella Sistina in Vaticano. La composizione, che misura 245 x 340 cm., fu commissionata da papa Giulio II.

La lunetta di Roboamo e Abia (più avanti descritta) è anch’essa opera di Michelangelo. Il riquadro, eseguito intorno 1511-1512, misura circa 340 x 650 cm. e fa parte della decorazione sulle pareti, sempre commissionata dallo stesso pontefice. Vai alla pagina delle lunette.

Le otto vele con le raffigurazioni delle rispettive lunette si trovano ai lati della volta e corrono adiacenti ad esse sulle pareti lunghe. I pennacchi  (uno in ogni angolo) con le rispettive otto lunette (si legga tutto il discorso) appaiono ai quattro angoli della volta. Tutti i riquadri (vele le lunette) mostrano le quaranta narrazioni del Vangelo secondo Matteo, riferite agli Antenati di Cristo. Le raffigurazioni di due lunette – dove apparivano Abramo e Fares – sulla parete dell’altare furono rimosse per dare spazio al Giudizio Universale.

Le qui presenti vela e lunetta – a sinistra della Creazione di Adamo – l’artista le realizzò sul secondo ponteggio ligneo. Esse si considerano pertanto fra ultime realizzate sulla volta.

Storia della vela e della lunetta con Roboamo e Abia

Le vele e le corrispettive lunette affrescate sul registro delle pareti sono iconologicamente  collegate tra loro e, sebbene assai diverse nella strutturazione, mostrano tutte gli Antenati di Cristo.

Trattasi di gruppi di famiglie che l’artista realizzò in spazi concavi e triangolari. Il cromatismo nelle vele è più scuro di quello delle lunette.

Nelle figure dei riquadri (qui trattasi di Roboamo e Abi, forse anche sulla vela), per poter dipingere e dare le giuste illusioni sull’insolito spazio, anche concavo e a forma di triangolo, l’artista dovette fare delle scelte riguardo le varie pose e atteggiamenti dei personaggi, spesso ripresi seduti sul pavimento, anziché su gradoni.

L’identificazione delle figure, tutti personaggi del Vangelo secondo Matteo, si ricava dalle tabelle delle rispettive lunette, dove vengono riportati i loro nominativi. Tuttavia non c’è accordo fra gli studiosi di storia dell’arte sui vari gruppi quando il confronto passa dalla lunetta alla vela. L’artista, infatti, pare assai più concentrato sugli  atteggiamenti e sulle espressività delle varie figure, tralasciando la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto quelli che dipinse nelle vele.

Nei rimanenti spazi triangolari, ai lati di ogni vela, appare una coppia di nudi in monocromo che simula il bronzo. Michelangelo li inserì in un fondo scuro e violaceo, in simmetria, e separati da un teschio di ariete.

Le fasi della decorazione

Anche le vele e le lunette, come tutto il resto della decorazione della volta, furono realizzate in due fasi. Si iniziò dalle campate vicine alla porta d’ingresso per procedere verso l’altare. I riquadri più vicini a quest’ultimo, nonché i più prossimi al dipinto del Giudizio universale, sono gli ultimi realizzati da Michelangelo. Tuttavia la cronologia riportata dai testi biblici risulta invertita all’osservatore, che procede dall’ingresso della cappella verso l’altare.

Riguardo la prima fase dei lavori di decorazione della volta, eseguiti nella prima metà della cappella usando il primo ponteggio, si pensa che fosse stata portata a termine nell’estate del 1511. A ottobre dello stesso anno fu montato un altro ponte lungo la rimanente metà, procedendo nella stessa direzione.

Michelangelo portò a completamento l’intera decorazione nel 1512, poco prima della vigilia di Ognissanti, giorno di scopertura della maestosa opera.

Da quanto sopra detto risulta che la vela e la lunetta – relative a Roboamo e Abi – furono fra le ultime raffigurazioni che l’artista realizzò sulla volta.

Descrizione e stile della vela

La sottostante lunetta mostra un gruppo familiare, la cui tabella indica la presenza di Roboamo e Abia. Non è certa, però, l’identificazione delle figure in vela nei due personaggi – donna e fanciullo – raffigurati in primo piano.

Il gruppo della vela, che Michelangelo portò a termine in due sole giornate, appare con una donna in primo piano, seduta e ripresa di profilo, che per motivi di spazio è raffigurata accucciata e col busto assai piegato. Essa, in un atteggiamento pensieroso ed enigmatico, volge lo sguardo al bambino appoggiato alle sue gambe, mentre lo tiene stretto a sé con il braccio destro. La sua capigliatura, che a prima vista sembra un articolatissimo copricapo, è alquanto elaborata, mentre la veste lascia trasparire la tipica muscolatura dei personaggi femminili michelangioleschi.

Risalta il luminoso manto giallastro che le ricopre la parte inferiore del corpo.

Sullo sfondo, nella zona a destra, appare appena accennata la figura di un uomo anziano.

I nudi simulati in bronzo

I due nudi bronzei, che si trovano ai lati della vela, simmetricamente opposti, appaiono furiosi e urlanti in un dinamismo altrettanto movimentato e furente. La loro postura, quasi perfettamente speculare, è sapientemente configurata anche in considerazione dei limitatissimi spazi a disposizione.

Le due figure hanno la schiena eretta ed il busto voltato verso l’osservatore, con il bacino appoggiato alla cornice della vela su cui sembrano scivolare. La loro posa è talmente simmetrica e speculare che ogni atteggiamento di parti destre dell’uno corrisponde a quello di parti sinistre dell’altro, sia in dinamismo che in posizioni statiche.

Michelangelo li riportò sull’intonaco da uno stesso cartone, dritto e poi ribaltato, con piccole differenti particolarità, atte a rompere la perfetta simmetria. Si osservi, a tal proposito, la luce che arriva sempre da sinistra e, di conseguenza, le ombre di entrambe le figure proiettate a destra sulla parete. Si osservino anche le capigliature dei due bronzi mosse da un vento proveniente da sinistra.

Descrizione e stile della lunetta

Michelangelo Buonarroti: lunetta di Roboamo e Abia, 340 x 650 cm, realizzata intorno agli anni 1511-12, Cppella Sistina, Città del Vaticano.

Come già sopra accennato le lunette narrano la genealogia di Cristo del Vangelo secondo Matteo. I personaggi indicati dalla tabella sono Roboamo e Abia.

Il dipinto corrisponde al terzo affresco sul registro superiore della parete destra, procedendo dall’altare verso l’uscita della cappella.

La lunetta in esame è organizzata con figure disposte su ciascuna metà: una a sinistra e due nella zona destra. Esse sono intervallate dalla tabella con i nominativi dei protagonisti principali in cui si legge “ROBOAM – ABIAS”.

Nelle lunette, quelle che Michelangelo realizzò nella seconda fase dei lavori, la targa ha una forma più semplificata, date le pressioni del papa sull’artista per portare a termine i lavori in tempi più rapidi. Per tale ragione anche il riempimento degli spazi nei fondi risulta con un cromatismo più chiaro, mentre le forme diventano più grandi e semplificate, realizzate con pennellate rapide e decise.

Descrizione

Gli spazi della lunetta, divisi dal tabellone con i nominativi, mostrano personaggi raffigurati con estrema naturalezza.

Nella zona di sinistra appare una donna seduta, ripresa in tre quarti con il volto frontale e lo sguardo verso l’osservatore che si trova al centro della cappella. Essa ha il braccio destro appoggiato su una gamba e quello sinistro sullo schienale della sedia marmorea, accessorio che non troviamo in nessun’altra lunetta e che manca anche nella zona di destra della presente raffigurazione.

La veste della donna, che senza dubbio è incinta, appare armoniosamente configurata, sia nelle forme del panneggio che nelle variazioni cromatiche, con toni rossi e gialli nel mantello, verdi nel velo e biancastri nel cuscino.

Il giovane a destra, che dovrebbe essere Roboamo, appare ripiegato su se stesso, con un braccio penzolone e la testa appoggiata su una gamba, in un atteggiamento di completo abbandono. Le vesti dell’uomo hanno la stessa tonalità nella figura femminile ma leggermente più attenuate e, comunque, ben armonizzate con il contesto cromatico generale.

Dietro di lui appare, appena abbozzato, un fanciullo (forse il figlio Abia) che, sembrando preoccupato dall’atteggiamento dell’uomo, pare voglia aiutarlo a rialzarsi tirandolo per il braccio.

Gli schizzi

Esistono due schizzi a penna dell’immagine del giovane dormiente, nell’Ashmolean Museum, del cosiddetto “Codice di Oxford”. Quest’ultimo è composto da otto fogli, quasi tutti riferibili alle lunette realizzate nella seconda fase dei lavori di decorazione della volta della Cappella Sistina.

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