Antonio Paglia (Brescia, 1680 – Brescia, 1747)
Breve biografia di Antonio Paglia
Nei primi lavori dell’artista si evidenzia marcatamente lo stile del padre (si veda la pagina su Francesco Paglia), con forme graziose colpite da sporadici bagliori luminosi, ottenuti con vigorosi contrasti chiaroscurali in toni pressoché tendenti al grigio.
Ne deriva così, nelle opere di tal periodo, tipicamente coerenti al barocco bresciano, la completa assenza di innovazioni stilistiche, o comunque altri orientamenti tendenti al distacco da quanto Antonio apprese nello studio paterno.
Il nuovo stile del pittore si sviluppò soltanto nel terzo decennio del Settecento, dopo il soggiorno veneziano, con una pittura dalle pennellate più libere e sfatte, come nel “San Giovanni” (1726).
Tutto ciò indicherebbe che il Paglia si fosse orientato verso la vera attuale pittura veneziana, le cui basi, evidenti nello stile dell’artista, derivarono dagli influssi del Ricci, di cui ne fu allievo [fonte: Stradiotti, p. 162].
La pittura della fase matura dell’artista, che lo vede ancora aperto alle novità cromatiche e formali del momento, evidenzia talvolta nostalgici ritorni al passato, soprattutto quelli vicini agli schemi paterni, rielaborati impiegando la tecnica del Ricci.
Tali tentennamenti spariscono definitivamente nelle opere appartenenti agli anni Quaranta, quando il Paglia si orientò verso una pittura più pacata e piana, con l’intento di raffigurare, anche nelle opere a sfondo religioso, la quotidianità del reale, trasfigurata dalla solida tradizione bresciana sin dai tempi di Moretto e Romanino e ancora mantenuta viva dai suoi contemporanei, tra cui spiccano il Cifrondi (Clusone 1656 – Brescia 1730) e il Pitocchetto (Milano, 1698 – Milano, 1767), la cui tempra ed immediatezza Antonio non poté mai raggiungere [Stradiotti, p. 162].
Le opere più significative di Antonio Paglia
Sant’Antonio da Padova, anno 1710, Gazzolo, chiesa parrocchiale.
Sant’Antonio da Padova, anno 1710, Vilminore di Scalve, chiesa parrocchiale.
Martirio di san Giacomo Apostolo, anno 1711, Ospitaletto, chiesa parrocchiale.
Madonna col Bambino e sant’Antonio da Padova, anno 1710, Brescia, chiesa di Santa Maria in Calchera.
Condanna di san Giacomo, anno 1718, Ospitaletto, chiesa parrocchiale.
Immacolata, Rovato, chiesa parrocchiale.
La Madonna accoglie il Figlio Gesù deposto dalla croce, Casaloldo, chiesa parrocchiale.
San Giovanni, anno 1726, Brescia, chiesa di Santa Maria della Carità.
Sant’Antonio da Padova in gloria con il Bambino Gesù e le sante Margherita, Apollonia, Agata e Lucia, Casaloldo, chiesa parrocchiale.
Ciclo di santi, anni 1726-27, Chiari, chiesa parrocchiale.
Pietà, anno 1735, Gambara, chiesa parrocchiale.
Storie del Nuovo Testamento, anno 1741, Brescia, chiesa di San Zeno al Foro.
Bibliografia
Giovanni Battista Carboni, Notizie istoriche delli pittori, scultori ed architetti bresciani, anno 1776, Bologna.
Camillo Boselli, La validità della cronologia nelle Glorie di Brescia del Maccarinelli e nelle Notizie istoriche delli pittori, scultori e architetti bresciani di G. B. Carboni, in “Arte Lombarda”, a. IX, vol. 2, anno 1964.
Renata Stradiotti, Antonio Paglia in AA. VV., Brescia pittorica 1700-1760: l’immagine del sacro, Grafo, Brescia, anno1981.