Veduta di un golfo di Salvator Rosa

Salvator Rosa: Veduta di un golfo

Salvator Rosa: Veduta di un golfo
Veduta di un golfo, cm. 143 x 176, Galleria Estense, Modena.

Sull’opera: “Veduta di un golfo” è un dipinto autografo di Salvator Rosa, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1640, misura 143 x 176 cm. ed è custodito nella Galleria Estense a Modena. 

La tela è firmata, al centro in basso, con un semplice monogramma.

Sulla porta del rudere sulla destra, sopra l’arco, spicca lo stemma del duca di Modena. Il dipinto raffigurato in questa pagina è il pendant di “Erminia incide il nome di Tancredi” (si veda la pagina precedente) realizzato, come documentano le lettere di Mantovani, l’allora agente di Roma, indirizzate al duca di Modena nell’estate del 1640.

Insieme all’altro dipinto viene pubblicato nel 1963 da Salerno, e dal Langdon in occasione di una Mostra allestita nel 1973.

Quella in esame è considerata dagli studiosi come una delle opere più belle realizzate dall’artista, ove si evidenzia una nuova eleganza nel tratto e tanta più raffinatezza nella resa cromatica del paesaggio.

È evidente che il Rosa abbia assorbito in pieno l’influsso della pittura romana, sapendolo mirabilmente gestire integrandolo con la propria naturale predisposizione verso un stesura più ricca e pittoresca.

La Poesia (Galleria Nazionale d’Arte antica) di Salvator Rosa

Salvator Rosa: La Poesia (Galleria Nazionale d’Arte antica)

Salvator Rosa: La Poesia (Galleria Nazionale d'Arte antica)
Salvator Rosa: La Poesia, cm. 75 x 62, Galleria Nazionale d’Arte antica, Roma.

Sull’opera: “La Poesia” è un dipinto autografo di Salvator Rosa, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1640 (forse più tardi), misura 75 x 62 cm. ed è custodito nella Galleria Nazionale d’Arte antica a Roma.

Il presente dipinto, pendant de “La Musica” (pagina successiva), è considerato da Ozzola (1908) copia di  un originale del periodo fiorentino del Rosa.

La tela pervenne nel 1932 alla Galleria Nazionale tramite acquisto alla “vendita Rospigliosi”.

Per quanto riguarda la cronologia, Hermanin (1933) la colloca dopo il 1650, mentre il Carpegna la inserisce intorno agli inizi degli anni Quaranta, quando per il Rosa si apriva il periodo fiorentino.

La Musica (Galleria Nazionale d’Arte antica) di Salvator Rosa

Salvator Rosa: La Musica (Galleria Nazionale d’Arte antica)

Salvator Rosa:  La Musica (Galleria Nazionale d'Arte antica)
Salvator Rosa: La Musica, cm. 73 x 58, Galleria Nazionale d’Arte antica, Roma.

Sull’opera: “La Musica” è un dipinto autografo di Salvator Rosa, realizzato con tecnica a olio su tela intorno al 1640 (1650?), misura 73 x 58 cm. ed è custodito nella Galleria Nazionale d’Arte antica a Roma. 

La tela in esame è firmata dall’artista con la parola “Rosa”, scritta sullo spartito musicale.

Pendant del dipinto raffigurato nella pagina precedente  venne pubblicato dal Carpegna nella “Mostra Pitt. Nap.”.

Ritratto di Lucrezia come Sibilla di Salvator Rosa

Salvator Rosa: Ritratto di Lucrezia come Sibilla

Salvator Rosa:Ritratto di Lucrezia come Sibilla
Salvator Rosa: Ritratto di Lucrezia come Sibilla, cm. 116 x 94.

Sull’opera: “Ritratto di Lucrezia come Sibilla” è un dipinto autografo di Salvator Rosa, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1641, misura 116 x 94 cm. ed è custodito nel Wadsworth Atheneum Museum of Art (Ella Gallup Summer e Mary CatinSummer Collection), Hartford (Conn.). 

La presente composizione è il Pendant dell’ “Autoritratto del Rosa“, con cui condivide la propria storia esterna. Pervenne al Museo nel 1936. Due anni più tardi fu esposto alla Royal Accademy di Londra.

Marina (Museo di San Martino) di Salvator Rosa

Salvator Rosa: Marina (Museo di San Martino)

Marina (Museo di San Martino) di Salvator Rosa
Salvator Rosa: Marina, cm. 44 x 62, Museo di San Martino, Napoli.

Sull’opera: “Marina” è un dipinto autografo di Salvator Rosa, realizzato con tecnica a olio su tela, misura 44 x 62 cm. ed è custodito nel Museo di San Martino a Napoli. 

La tela in esame venne illustrata dal Causa nel 1957 nella sua “Pittura napoletana dal XV al XIX secolo”.

L’autografia del rosa fu accolta dal Salerno.

Tipici dell’artista risultano, sia il tratto – netto fluido e deciso – che la variazione della stesura cromatica piuttosto repentina, che accentuano la già incisiva espressività paesaggistica.

Il ponte (Palazzo Pitti) di Salvator Rosa

Salvator Rosa: Il ponte (Palazzo Pitti)

Il ponte (Palazzo Pitti) di Salvator Rosa
Il ponte, cm. 106 x 127, Palazzo Pitti, Firenze.

Sull’opera: “Il ponte” è un dipinto autografo di Salvator Rosa, realizzato con tecnica a olio su tela intorno al 1640, misura 106 x 127 cm. ed è custodito nella Galleria di Palazzo Pitti a Firenze. 

 La tela in esame è il pendant della “Marina delle torri” (102 x 127 cm., Ptitti, Firenze) di cui ne segue la stessa storia esterna, provenendo dalla famiglia Ricciardi.

Il dipinto fu realizzato nel periodo fiorentino su commissione di Giancarlo de’ Medici (sul ponte spicca lo stemma dei Medici).

La cronologia di entrambe le opere è collocabile non prima del 1640, a differenza di quella avanzata da altri studiosi, tra i quali Ozzola (1908), Schmidt (1930) e Langdon (Mostra, 1973) che le datano alla fine del soggiorno fiorentino.

L’ipotesi di inserirle agli inizi degli anni Quaranta, che trova molti consensi, nacque dal fatto che lo stile appare ancora legato alla Marina estense ed all’ “Erminia incide il nome di Tancredi“, del 1640.

Marina del Porto di Salvator Rosa

Salvator Rosa: Marina del Porto

Salvator Rosa: Marina del Porto
Salvator Rosa: Marina del Porto, cm. 233 x 399, Palazzo Pitti Firenze.

Sull’opera: “Marina del Porto” è un dipinto autografo di Salvator Rosa, realizzato con tecnica a olio su tela nel, misura 233 x 399 cm. ed è custodito a Palazzo Pitti Firenze. 

Sulla tela è riportata la scritta “Rosa”. Fu citata nel 1681 dal Baldinucci che la intendeva realizzata su commissione del cardinale Gian Carlo (Firenze, 1611 – Villa di Castello, 1663).

In questo dipinto appaiono alquanto chiari gli influssi del Lorrain: il “Porto” realizzato nel 1638 da questo artista per il granduca, che il Rosa ebbe l’opportunità di vedere nelle collezioni granducali, presenta molte affinità con la composizione in esame.

Riproduzioni dell’opera appartengono a Capponi e Corsini (fonte: Salerno, 1963).

Marina del Faro di Salvator Rosa

Marina del Faro di Salvator Rosa

Marina del Faro di Salvator Rosa
Marina del Faro, cm. 234 x 395, Palazzo Pitti Firenze.

Sull’opera: “Marina del Faro” è un dipinto autografo di Salvator Rosa, realizzato con tecnica a olio su tela, misura 234 x 395 cm. ed è custodito nella Galleria di Palazzo Pitti a Firenze. 

 Esiste un’altra versione della “Marina del Faro” (53 X 77 cm.), del periodo giovanile, custodita nella Galleria Nazionale d’Arte Antica a Roma.

Il presente dipinto fu pubblicato per la prima volta nel 1908 da Ozzola. Il Rusconi (catalogo della Galleria, datato 1937) asserisce che una copia già si trovava presso la famiglia Capponi e un’altra presso quella Corsini, entrambe a Firenze.

“Cincinnato chiamato dalla Fattoria” di Salvator Rosa

Salvator Rosa: Cincinnato chiamato dalla Fattoria

Salvator Rosa: Cincinnato chiamato dalla Fattoria
Cincinnato chiamato dalla Fattoria, cm. 231 x 260, Lord Spencer, Althorp House.

Sull’opera: “Cincinnato chiamato dalla Fattoria” è un dipinto autografo di Salvator Rosa, realizzato con tecnica a olio su tela, misura 231 x 260 cm. ed è custodito nella Lord Spencer ad Althorp House. 

 Sulla tela, pendant di “Alessandro e Diogene” (231 x 260 cm., presso la stessa Lord Spencer), è riportata la scritta “Rosa f.”. Questa composizione viene  considerata dagli studiosi come uno dei grandi capolavori dell’artista realizzati nel periodo fiorentino.

Ozzola nel 1908 lo menziona come “Paesaggio con Cincinnato”. Per quanto riguarda la cronologia, alcune ricerche svolte dal Voss (“TB”) lo aiutano ad identificare il dipinto in ambiente fiorentino nell’anno 1645.

Tale ricerca non trova però conferme presso il resto della critica e, quindi, doveva trattarsi di una copia, dato che l’originale era già stato trasferito Inghilterra da molto tempo.

Autoritratto di Salvator Rosa

Autoritratto di Salvator Rosa

Salvator Rosa: Autoritratto
Autoritratto, cm. 115 x 92, National Gallery di Londra.

Sull’opera: “Autoritratto” è un dipinto autografo di Salvator Rosa, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1641, misura 115 x 92 cm. ed è custodito nella National Gallery di Londra. 

 Sulla tavola su cui poggia la mano destra dell’effigiato sta la scritta: “AVT TACE / AVT LOQVERE MELIORA / SILENTIO.”. Sul retro della tela si legge: “Salvator Rosa”.

La composizione, il primo ritratto in assoluto realizzato dall’artista, entrò nel 1641 in Casa Niccolini a Firenze. Pendant del “Ritratto di Lucrezia come Sibilla“, appartenne alla raccolta del marchese di Lansdowne.

La prima pubblicazione dell’opera avvenne nel 1933 tramite il Borenius (“P”, 1933), e l’apparizione al grande pubblico, in una mostra del 1973, a ridosso di un importante restauro.

Il fatto che si tratti effettivamente di un autoritratto è confermato, tra l’altro, dal confronto con l’effige dello stesso Salvator Rosa dipinto nella grande “Battaglia” (234 x 350 cm., Palazzo Pitti) con la firma emblematica: “SARO” (SA(lvatore) RO(sa)).

La stesura pittorica non è ancora ben sviluppata e quindi poco brillante, ma la maniera in cui si presenta la grande figura, stagliata con decisione contro un cielo movimentato, è cosa assai geniale ed inedita, tanto che fece accendere ampi dibattiti negli ambienti artistici ed intellettualistici della Firenze del periodo.